"Noi politicizzati? Non scherziamo"

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L’incontro avviene all’ora di pranzo in una sala riservata di un locale di Laives. Fa molto spy story poco credibile visto che ci troviamo nel placido centro abitato a sud di Bolzano, ma i cinque dipendenti del Comune con i quali ho appuntamento hanno realmente paura di subire ritorsioni. Ed il timore sembra giustificato, alla luce del clima che si respira in municipio. Parlare con un giornalista costerebbe loro un provvedimento disciplinare, per cui nello scrivere questo articolo cercherò di adottare tutte le cautele possibili affinché le persone non siano identificabili, compreso l’uso dello schwa (la ə rovesciata che per alcunə linguistə può indicare contemporaneamente la desinenza maschile e femminile) per fare in modo di non definire nemmeno il sesso di chi parla. Anche questa può sembrare una precauzione eccessiva, ma è in realtà indispensabile per non nuocere a persone già molto esposte per quella che ritengono una giusta causa.
Nei primi istanti gli sguardi che si intrecciano intorno al tavolo sono di estrema curiosità reciproca. Si tratta di instaurare un rapporto di fiducia per nulla scontato vista la pessima fama di cui i giornalisti godono da una ventina d’anni a questa parte. Dopo le presentazioni il clima diventa rapidamente amichevole. Il grande assente è Paolo Brunini, ex dirigente dell’Ufficio V Sociale e cultura che si è dimesso dal ruolo (ma è comunque funzionario) accusando la Giunta di pesanti ingerenze politiche. I presenti hanno bisogno di affermare l'indipendenza soprattutto da lui. Di qui la loro scelta.
Cosa è accaduto, in sintesi? Dopo le dimissioni di Brunini, il sindaco Giovanni Seppi e una parte della giunta gliel’hanno giurata, adducendo pubblicamente alla decisione motivazioni personali e cercando invece sotterraneamente di creare le condizioni per toglierselo di torno. Visto il susseguirsi di richieste anomale, ingerenze e comportamenti giudicati tra l’assurdo e l’arrogante da parte di alcuni membri della Giunta un gruppo di TRENTA collaboratori di tutti i livelli – dal funzionario amministrativo all’inserviente – un mese fa ha deciso quindi di firmare un documento per denunciare a propria volta le ingerenze e il clima pesante sul posto di lavoro. Una cosa mai vista e solo per puro caso non ancora approdata alle cronache nazionali.
Invece di porsi due domande su come stavano agendo e su come trovare una soluzione di compromesso, Seppi ed alcuni assessori hanno deciso di mostrare chi comanda. Sono passati al contrattacco, rivendicando il diritto all’uso del loro potere senza discussioni in quanto eletti dal popolo. I “resistenti”, mostrando coraggio e determinazione poco comuni, non hanno comunque abbassato la testa, opponendosi con un documento a una nomina decisa dalla Giunta e firmando successivamente un’altra lettera. Una comunicazione presentata con tanto di nomi e cognomi, a testa alta, con la richiesta che venisse letta in consiglio comunale. Della serie: non abbiamo nulla da nascondere e possiamo ribattere punto su punto.
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Come si capirà dal racconto che segue, la Giunta ha deciso di adottare la solita – e normalmente efficace - tattica del divide et impera, chiedendo incontri separati ai dipendenti, promettendo sorti magnifiche a chi si mostrava fedele, e usando la velenosa arma dello screditamento, cercando cioè di far passare i “resistenti” per dei - ci si passi il termine - deficienti, persone così stupide da farsi manovrare da un dirigente-orco cattivo e da un partito politico, Uniti per Laives.
La vicenda è complicata e ne abbiamo scritto in 1, 2, 3 pezzi differenti. L’ultimo, quello in cui il sindaco Giovanni Seppi accusa apertamente i dipendenti di essere orchestrati dall’ex candidata sindaca Claudia Furlani e dall’ex sindaco Christian Bianchi, e come prova portava alcune telefonate ricevute dai genitori dei dipendenti che glielo avrebbero confermato, ha letteralmente lasciato a bocca aperta tutti i convenuti. Sono davvero increduli oltre che furibondi. “Ma si rende conto – mi dice appena seduti al tavolo una delle persone con uno sguardo tra l’allibito e l’arrabbiato – di cosa significa questo? Che ci considera degli stupidi e delle stupide. Ma le pare? Siamo tuttə adultə e vaccinatə. E’ stata forse tua madre a chiamare il sindaco?”, rivolgendosi ridendo al(la) collega. “Eh, certo, io le chiedo ancora se posso uscire”, ribatte un’altra con un sorriso nervoso.
"Lei ci vede? – mi chiedono – le pare possibile dire una cosa del genere, o dire con disprezzo che dei trenta firmatari ne conosce forse una decina? Noi – dice la persona guardando i/le colleghə - siamo tutti qui da molto tempo, qualcuno da più di trent’anni qualcuno da 10 e altri da 15. Si rende conto della mancanza di rispetto? E poi: Uniti per Laives? Credo che qui dentro nessuno – di nuovo guarda tuttə i presenti e tuttə annuiscono – abbia mai votato Uniti per Laives”. “Ehm, io in verità al ballottaggio ho votato per Furlani perché la stimo come persona, ma prima non avevo mai votato partiti di centrodestra e ho preferito coprire i simboli mentre facevo la croce sulla scheda”, dice un’altra persona, quasi scusandosi. “Mia nonna comunista si rivolta nella tomba”, gli fa eco un(a) collega. “Vede, nei trenta ci sono persone di lingua tedesca, anche della destra di lingua tedesca, persone di ultra destra italiana, persone che sono sempre state di sinistra. Che mancanza di rispetto è dire che siamo manovrati da un partito? Più o meno tutti noi con Claudia Furlani nel tempo abbiamo avuto dei contrasti, a partire dal dottor Brunini. Ma lei non ci è mai mancata di rispetto. L’ex assessora diceva quello che desiderava, tipo: voglio il villaggio di Babbo Natale a Pineta in pieno Covid. Ebbene, qualcuno magari esprimeva perplessità sull’idea, cercava di fargliela cambiare ma poi se insisteva ed era fattibile dal punto di vista amministrativo, la si faceva. Ma Furlani non ha mai chiesto di violare delle regole. Si è creato un lavoro di team e nient’altro. Noi dipendenti comunali lavoriamo per mettere in pratica ciò che ci chiede la politica, ma nel rispetto dei ruoli amministrativi e delle regole”.
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Ma con Brunini che è successo? Le persone intorno al tavolo si guardano ed esitano un attimo. “Non possiamo – dice una di loro - entrare nel merito, sono cose che a un certo punto magari dirà lui, non possiamo farlo noi al suo posto. Quello che tuttə noi vogliamo dire è che lavoriamo insieme al dottor Brunini da prima che arrivasse Claudia Furlani. Tutte noi abbiamo avuto normali discussioni di lavoro con lui, ma è il dirigente più corretto che abbiamo mai avuto. Qui non si tratta di santificarlo, non vuol dire che non abbia difetti o commesso errori, ma vuol dire che si è sempre assunto le proprie responsabilità e ha affrontato in modo aperto i problemi, lavorando molto spesso anche fuori dall’orario previsto. Appena con questa Giunta l’ex dirigente ha sollevato dei dubbi più che fondati su pratiche amministrative come vedere titolari di ditte prima di fare i bandi di gara, per fare solo un esempio, è stato più volte scavalcato, o si sono fatte cose senza il suo parere positivo “perché comunque lo ha deciso la Giunta” o sono state fatte dietro le sue spalle. Brunini ha preso in mano gli uffici che si trovavano in una situazione disastrosa e ha fatto funzionare il Sociale e la Cultura del Comune di Laives come mai era successo prima. E lo ha fatto trovando un’intesa con la politica, compresa l’ex assessora Furlani, pur non essendo affatto di quella parte politica, ma facendo semplicemente il lavoro che un dirigente deve fare: portare avanti le decisioni della politica nel rispetto delle regole e dei ruoli. Noi siamo qui per testimoniare tutta la solidarietà nei suoi confronti perché siamo sicurə al 100% che sia dalla parte della ragione e che la politica si sia messa contro la persona sbagliata. In tutti i sensi. Intendo dire che per come lo conosciamo, per i principi cui si ispira, non credo che abbasserà la guardia, anche se potrebbe facilmente trovare un lavoro in un’altra amministrazione”.
Una delle contraddizioni più evidenti della vicenda è che da diversi mesi Brunini non è più dirigente ma la Giunta – essendo lui l’unico in grado di portare avanti certe pratiche – gli ha assegnato diverse volte il ruolo di RUP, responsabile unico del procedimento. Uniti per Laives, per dimostrare l’incoerenza dell’esecutivo, ha fatto diverse interrogazioni su questo tema. “Per questo ci dicono che siamo orchestrati da Uniti? Questo vuol dire che sono LORO non abbastanza intelligenti da rendersi conto dell’incoerenza. Uniti per Laives è un partito di opposizione e come tale fa delle interrogazioni. Ma è semplicemente assurdo, se ci pensate, che venga chiesto a Brunini di fare il RUP quando è da mesi un normale funzionario. Possibile che non lo capiscano? Quindi Uniti per Laives non c’entra nulla di nulla. Magari alla vicenda si interesserà anche qualche partito di opposizione e arriveranno altre interrogazioni”.
L’incontro "carbonaro" dura più di due ore. Un lasso di tempo nel quale ne sento veramente di tutti i colori - cose da nulla ma simbolicamente rilevanti, e cose apparentemente di una certa gravità dal punto di vista amministrativo - con conferme incrociate. L’obiettivo di questo articolo non è però lanciare accuse specifiche e fare processi, ma registrare un disagio di un gruppo di dipendenti pubblici che stanno conducendo una battaglia di principio. Vedere le loro espressioni, la loro convinzione, l’aver percepito la serenità d’animo di chi si sente nel giusto e decide di lottare anche se, facendolo, ha in realtà tutto da perdere, è stato altamente incoraggiante. L’aver visto, poi, la solidarietà reciproca fra i presenti, la solidarietà vera e, soprattutto, gratuita verso un superiore caduto in disgrazia - evidentemente espressa senza poter avere nulla in cambio - mi hanno fatto svoltare la settimana. In tempi di trumpismo e di muskismo, qualcuno che non abbassa la testa di fronte a quella che giudica arroganza del potere è già molto.
Come stanno le cose esattamente comunque non lo si potrà sapere fino a quando sulla vicenda sarà fatta luce con una vera inchiesta amministrativa indipendente, dove saranno portati sul tavolo tutti i documenti, le prove e le testimonianze. Per il bene di tutti c’è da sperare che non si arrivi a tanto, sarebbe per certi versi assurdo, perché il rischio è che poi alla fine restino solo macerie. Ed in quel caso la responsabilità sarebbe senza alcun dubbio tutta politica.
Sarà curioso vedere se sarà preso qualche provvedimento amministrativo impugnabile, perché, in quel caso, l'uscire dal perimetro rassicurante del Comune potrebbe far scoperchiare il classico vaso di Pandora.
Per evitare lo scontro frontale sarebbe necessario che la Giunta facesse un passo indietro, si prendesse il tempo per una “clausura” con Brunini in modo da fargli spiegare per bene la sua posizione e vedere se è possibile ricostruire un rapporto. Fanta-amministrazione, in sostanza.
Prima di chiudere, e di ospitare un’eventuale ulteriore controreplica da parte di Seppi e della sua Giunta, pubblichiamo di seguito la presa di posizione condivisa da tutte le nove persone che hanno firmato il secondo documento".
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La replica a Seppi
“Con riferimento alla presa di posizione del Sindaco Seppi della giornata di ieri, preliminarmente precisiamo che l'appellativo di "Kaiser" non proviene da noi (è stato usato più volte da alcuni consiglieri di opposizione, ndr).
Respingiamo in modo categorico le affermazioni del Sindaco di essere manovrati e strumentalizzati politicamente. Lavoriamo per un ente pubblico e non per un partito politico. Tra di noi ci sono persone di madre lingua italiana e di madre lingua tedesca, persone di Laives e persone di altri comuni che a Laives nemmeno votano, persone di destra e di sinistra. Il sindaco vorrebbe far intendere che 31 persone (è il numero preciso dei resistenti allo stato attuale) di svariati servizi sono stati tutti scelti in base alla loro fede politica?
Siamo dipendenti comunali e consideriamo il consiglio comunale l'organo di indirizzo e controllo del comune e unicamente per questo motivo ci siamo rivolti al consiglio comunale.
Se abbiamo chiesto di leggere la nostra comunicazione in consiglio comunale è solo perché in consiglio comunale sono state pronunciate falsità oggettive e documentate a nostro danno.
L'esempio fatto dal sindaco che se accogliesse la nostra richiesta lo dovrebbe fare per qualsiasi cittadino è pertanto del tutto inappropriato e fuori luogo.
Sconfiniamo poi nel ridicolo quando parla di genitori che lo avrebbero chiamato preoccupati per i propri figli.
Evidentemente considera i propri collaboratori alla stregua di una scolaresca da bacchettare a suo piacimento.
Infine non possiamo non notare le continue minacce più o meno velate che mal si conciliano con i dichiarati propositi di dialogo e apertura.
Invece di paventare verifiche e controlli sui tempi di espletamento delle pratiche si provi a verificare come è stato possibile mandare avanti i servizi nel mese di gennaio e febbraio.
La "nomina di Capodanno" fatta il 31 dicembre per il 1 gennaio senza alcuna informazione a nessun ufficio avrebbe semplicemente paralizzato i servizi (non fosse altro per l'assenza dei presupposti tecnici, informatici e amministrativi per adottare provvedimenti validi) e solo grazie alla nomina di responsabile del procedimento dell'ex dirigente è stato possibile limitare i danni di tanta irresponsabilità e improvvisazione”.
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Seppi vada avanti! Bravo…
Seppi vada avanti! Bravo Seppi! Tira dritto!