Politica | In Comune

Nervi sempre più tesi a Laives

In una nuova lettera 9 dipendenti scrivono al Consiglio per intimare alla Giunta Seppi il rispetto di un obbligo. L'Svp ora vuole un provvedimento disciplinare per il dirigente per una frase in cui ricordava che i politici devono accettare dei limiti.
Laives dall'alto
Foto: de.wikipedia.org
  • Nervi sempre più tesi a Laives tra un gruppo di dipendenti comunali e la Giunta comunale guidata da Giovanni Seppi. Il primo cittadino ha deciso di misurarsi in un braccio di ferro per far vedere chi comanda e al momento rifiuta ogni tipo di dialogo: “Siamo noi politici a decidere”, ha detto e ripetuto, con grande fierezza. Ora una nuova lettera inviata da 9 dipendenti intima all’esecutivo di rispondere ad una “opposizione ad una delibera” nel rispetto degli obblighi di legge. Finora la Giunta guidata dal Kaiser di Laives, così è chiamato nei corridoi del municipio Seppi, non ha però risposto neppure in questo caso. E in consiglio comunale il consigliere Svp Helmuth Visintin ha addirittura chiesto un provvedimento disciplinare per l'ex dirigente reo di aver pronunciato una frase riportata da SALTO dal contenuto più che mai ovvio.  

    Andiamo con ordine. Tutto era cominciato una decina di giorni fa con una lettera siglata da ben 30 dipendenti del Comune (in totale sono circa 135, ma i firmatari erano in gran parte della stessa ripartizione di cui fa parte l’Ufficio V - Sociale e cultura). Nella missiva si denunciava un clima pesante in municipio in seguito alle dimissioni del dirigente Paolo Brunini. I comunali parlavano poi di “un'assoluta chiusura a qualsiasi forma di dialogo e confronto” da parte della Giunta. “La rinuncia all'incarico da parte del dottor Brunini – avevano scritto -  è cosa nota. Forse un po' meno noto è il fatto che la sua rinuncia non sia stata determinata da scelte personali ma dall'impossibilità di poter svolgere l'incarico con la necessaria autonomia e senza doversi continuamente difendere da indebiti ingerenze politiche. Naturalmente questo è il suo punto di vista. Possiamo comprendere che dichiarazioni di questo tipo possano destare perplessità o anche contrarietà da parte dell'organo politico del Comune. Tuttavia quello che risulta meno comprensibile è la mancanza di qualsiasi presa di posizione in merito e l'assoluta chiusura a qualsiasi forma di dialogo e confronto. Il sindaco ha parlato di una scelta personale del dirigente, per il quale si è detto dispiaciuto. Riteniamo che, se davvero il sindaco fosse dispiaciuto, avrebbe quantomeno cercato di chiarire le conflittualità venutesi a creare, magari spiegando anche un suo legittimo e diverso punto di vista”. E ancora, per i dipendenti “si sono susseguite una serie di operazioni sulla pelle dei lavoratori dell'ufficio V, senza alcuna trasparenza e senza alcuna necessità di sentirli e coinvolgerli in alcun modo. Una cosa è incontestabile: se negli ultimi mesi i servizi hanno potuto essere erogati tra mille incertezze e difficoltà è grazie all'impegno e alla professionalità del dottor Brunini. Tutti noi stiamo lavorando in una situazione difficile, andando oltre i nostri orari e le nostre competenze per garantire i servizi ai cittadini senza pretendere niente in cambio. Invitiamo però i vertici comunali a non dare per scontata questa disponibilità”. 

  • La versione di Seppi

    Una vicenda che è strano non sia divenuta un caso nazionale. Un paio di giorni dopo, Seppi, sentito anche da SALTO ha affermato: "La nostra priorità è garantire un'amministrazione trasparente ed efficiente, che risponda pienamente al mandato conferito dai cittadini. Per troppo tempo alcune decisioni fondamentali sono state determinate dall'amministrazione, che è necessaria per il buon funzionamento dell'apparato, ma non può sostituire la volontà politica degli elettori. Comprendiamo le preoccupazioni di coloro che devono adattarsi a un nuovo ambiente ma è importante riaffermare un principio democratico fondamentale: le decisioni spettano agli organi eletti. I dipendenti comunali sono una risorsa preziosa, ma il loro compito è applicare le linee guida stabilite dalla giunta e dal consiglio comunale”. Comando io, è, insomma, il messaggio.  

    Parlando con SALTO, Brunini ha commentato: "A mio avviso, anche un politico deve accettare dei limiti e non fare ciò che vuole. È vero che la politica stabilisce gli obiettivi, ma nella concreta attuazione è necessario avere fiducia nell'amministrazione, fiducia che nei miei confronti non c'era più”. Una frase che sembra non fare una piega, talmente esprime un concetto ovvio. Non è così, però, secondo il consigliere Svp Helmuth Visintin che l’altro giorno, durante una seduta del consiglio comunale, ha chiesto che per Brunini venga preso un provvedimento disciplinare per ciò che ha detto. 

    Le tensioni sono dunque perfino aumentate. Due giorni fa, il 26 febbraio, nove dipendenti hanno mandato una lettera a tutti gli eletti in Consiglio comunale e alla ripartizione enti locali della Provincia. I “ribelli” ricordano di aver presentato opposizione alla delibera di Giunta (anche questo atto rarissimo in un Comune) che indicava una “facente funzione” alla guida dell’Ufficio V in attesa dell’espletamento del concorso (dipendente che poi ha rinunciato all’incarico). L’atto amministrativo è stato protocollato il 7 gennaio. In base al regolamento la Giunta deve prendere una posizione rispetto all'opposizione entro 30 giorni e il sindaco, nei successivi 15, deve informare i firmatari sulla decisione assunta. Di giorni ne sono trascorsi più di 50 ma agli autori della missiva non è arrivato alcun cenno di vita. Ignorati di brutto. E quindi, i firmatari della lettera deducono che la Giunta comunale "stia deliberatamente omettendo un preciso obbligo normativo” e si appellano quindi allo Statuto di autonomia e al Codice degli enti locali chiedendo al consiglio comunale di far rispettare questo obbligo e in caso contrario si riservano di richiedere “il potere sostitutivo della Giunta provinciale”. La pace, al momento, sembra dunque lontana.