Società | La critica

Scuola, i conti non tornano

Docenti statali, Fidenti (Cgil): “Per il 2021 la cifra sul piatto è 15 milioni, non 20”. Retribuzioni: “Vanno equiparate a quelle dei provinciali ma Kompatscher tace”.
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Foto: upi

Il quadro è diverso da come è stato presentato, dice in sostanza Stefano Fidenti, segretario della Flc-Gbw Cgil-Agb. Il riferimento è alla cifra stanziata (20 milioni di euro) nel bilancio provinciale per il 2021, con il primo contratto stralcio del contratto collettivo provinciale per il personale docente delle scuole statali. “I milioni sul piatto sono 15, se fossero stati 20 l’accordo stralcio avrebbe potuto considerare non soltanto l’inflazione per il 2019, ma anche quelle relative al 2020 e al 2021. Ma così non è stato” evidenzia il sindacalista che si sofferma quindi sul tema dell’adeguamento all’inflazione.

Spiega Fidenti che l’aumento di 29,2 euro lordi mensili è stato calcolato con riferimento ad un indice Istat molto particolare: l’Ipca, ovvero l’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione europea al netto della dinamica dei prezzi dei beni energetici importati. 0,7% è il valore di questo indice per il solo 2019. Secondo il sindacalista della Cgil infatti, nel 2020 si aggiunge un ulteriore 0,4% e nel 2021 si attende un ulteriore 0,7%. Il valore complessivo nel triennio (1,8%) è significativamente minore di quello (3%) precedentemente indicato dall’Istat e già utilizzato per l’inter-comparto.

Se si decidesse di basare i conguagli su un valore inferiore a quello provinciale, la Provincia autonoma non garantirebbe più il potere d’acquisto dei propri dipendenti

Le differenze dei tassi tra i docenti “statali” e i provinciali dovrebbero teoricamente azzerarsi - prosegue Fidenti - quando saranno recuperati gli eventuali scostamenti tra l’inflazione prevista e quella effettivamente osservata. In base all’accordo intercompartimentale del 3 dicembre 2020, questo dovrebbe accadere non oltre il 30 giugno 2023. La grande questione da risolvere nel frattempo è a quale “inflazione effettivamente realizzata” si farà riferimento. Basta consultare il sito dell’Astat - chiosa il segretario provinciale della Flc-Cgil - per verificare come l’inflazione a Bolzano risulti ben superiore a quella statale. In provincia i valori sono superiori a quelli Ipca, a livello nazionale inferiori. “Se si decidesse di basare i conguagli su un valore inferiore a quello provinciale, la Provincia autonoma non garantirebbe più il potere d’acquisto dei propri dipendenti”.

 

Obiettivo equità

 

Oltre a questo dilemma da risolvere ce n’è un altro (e più urgente) per i docenti delle scuole a carattere statale: l’attuale stanziamento in bilancio non solo non permette di finanziare l’Ipca per il 2020 e per il 2021 (ne servirebbero altri cinque) - sottolinea Fidenti -, ma determina un progressivo accumulo del divario tra la retribuzione dei docenti e quella dei provinciali. Solo per dare agli insegnanti “statali” i 1.440 euro di aumento annuo della retribuzione professionale di cui i provinciali godono già dal 2020, servirebbero più di 38 milioni di euro nel 2021 e più di 19 negli anni successivi. Per garantire l’aumento del fondo per la produttività ne servirebbero altri sei o sette. “I sindacati della scuola stanno inseguendo da tempo il presidente Kompatscher perché firmi almeno un protocollo di intesa sull’equiparazione delle retribuzioni, ma al momento non sono pervenute risposte. Il nostro timore è che l’arrotondamento da 15 a 20 milioni - sufficiente per coprire l’Ipca, ma molto al di sotto di quanto servirebbe per realizzare il principio della parità di trattamento - sia un anticipo delle reali intenzioni dell’amministrazione provinciale” conclude il sindacalista.