Polo Bibliotecario: perchè stanotte voterò sì
Nonostante che si discuta, ci si scontri e, soprattutto si siano già prese molte decisioni amministrative da oltre 10 anni, i fatti relativi al Polo Bibliotecario non sono noti o vengono ignorati. In una provincia come la nostra dove solo 3 anni fa il Vicesindaco Ellecosta riconobbe onestamente di essersi sbagliato a fare dura opposizione nei confronti del Teatro nel nome dell'edilizia sociale, dove il suddetto Teatro costa quanto la Casa della Cultura del Comune di Vipiteno (con tutto il rispetto...) e dove, come ebbe a dire Marco Bernardi Direttore del TSB, basterebbe un quarto della spesa per una qualsiasi delle tante circonvallazioni per risolvere i problemi dell'intera cultura provinciale, evidentemente fa scuola la nefasta idea Tremontiana che con la "cultura non si mangia". Non è così. Questa Città è in crisi e in declino. Tanto per citare un dato ha una disoccupazione ancora bassa, ma che con il 7.1 % (nel 2011 era al 5,4%) è molto maggiore di quella riferita al resto del territorio provinciale e concentrata tra i giovani e tra coloro che hanno perso il lavoro in età avanzata. Abbiamo bisogno certo di servizi sociali e di opporci ai tagli inaccettabili, ma anche di veri investimenti che consentano a Bolzano di ripartire. E le città che riescono a ripartire sono quelle che investono anche in cultura, in formazione, in innovazione che sono l'altra faccia della civiltà sociale europea (altro che Progetto Benko!).
Bilbao era una Città industriale malsana e inquinata divenuta un deserto dopo le delocalizzazioni, ma attraverso il Museo Guggenheim e altri investimenti in Cultura si è rilanciata. Per quanto riguarda la spesa: se noi rinunciassimo ora pagheremmo due volte. Una prima volta perchè la Provincia non stanzierebbe i quattrini e li spenderebbe altrove. La seconda perchè poi ognuna delle tre biblioteche dovrebbe, comunque, trovare una nuova sede rispetto a quelle (inadeguate) attuali, le ex-Pascoli andrebbero comunque ristrutturate per poter essere utilizzate. Insomma, se il Consiglio Comunale dicesse di no come vogliono 5 Stelle, Unitalia, Fratelli d'Italia, PDL, Alto Adige nel Cuore il risultato finale sarebbe: niente polo, niente stanziamenti e decine di milioni da spendere comunque.
Veniamo alla questione del luogo. C'era chi proponeva di farla sui Prati del Talvera dove c'è la vasca delle oche. Vi immaginate ? Altro che Park Fiume!!! C'era chi proponeva l'Alumix, chi Casanova, chi un grattacielo al posto dell'attuale Drusetto dietro l'Eurac (SIC!), chi proponeva il Virgolo. Anch'io avevo la mia preferenza, ma in tutti i casi nessuna di quelle idee discutibili costava di meno. E non costava di meno neanche il progetto sconfitto per 5 a 4 nella selezione finale della Commissione di Concorso, quello di un archittetto bavarese che prevedeva di salvaguardare tutta la struttura delle Ex-Pascoli. Era il progetto per cui si spesero l'allora Assessore all'Urbanistica Bassetti (che faceva parte della Commissione Giudicatrice) e il Sindaco. Ma se fosse passato, comunque, le volumetrie, i carichi e, soprattutto, i costi sarebbero stati gli stessi e le ex-Pascoli sarebbero state, comunque, profondamente modificate. La collocazione fu scelta perchè era vicina alle biblioteche esistenti e per creare un ponte tra Città nuova e storica riqualificando e rilanciando una zona centrale, ma in crisi. Non è vero che è stata un' idea della Provincia. No, come tante altre idee vincenti in campo culturale (Teatro, Orchestra Hadyn, Fondazione Mahler, Busoni, ecc.) è stata la Città ad avanzare la proposta. Prima Giunta Salghetti, la Civica era agonizzante, la Tessmann si preparava ad un sontuoso progetto di raddoppio e nasceva la Biblioteca Provinciale Claudia Augusta. In realtà gli assessorati alla cultura di lingua italiana e di lingua tedesca PROVINCIALI volevano eliminare in tutti i modi l'anomalia della Civica che aveva la felice colpa di essere plurilingue. Il progetto conquistò i consensi necessari per divenire una prospettiva vincente e via via è stato adeguato da un gruppo di lavoro paritario formato dalle tre biblioteche e dai progettisti. Da semplice sede per tre biblioteche separate è divenuto, oggi, la proposta di un centro culturale "multiculti" con la Civica in posizione centrale.
Riassumendo, abbiamo avuto, dunque, dal 1995, l'elaborazione del progetto, le prime decisioni, il bando di concorso, il dibattito sofferto sul luogo, le mobilitazioni popolari per la salvaguardia delle Pascoli, il cambio di rotta rispetto all'idea di demolire tutto, 2 fasi concorsuali, il progetto iniziale di Mayr Fingerle e il compromesso finale con la salvaguardia dell'ala storica (non solo la scalinata e la facciata), progetto, poi, approvato in Consiglio Comunale con il voto di quasi tutti, salvo Unitalia (ma c'era quel signore di Pietro Mitolo), poi, le difficili trattattive patrimoniali che si sono concluse solo ora a causa di alcune forzature della Provincia. E nella delibera è inserita anche una clausola di salvaguardia per la Civica che consente di affrontare le future trattative per la gestione con serenità. Ora io rispetto tutti, ma bisogna sapere che l'alternativa è tra realizzare quello che questi 15 anni hanno prodotto nel bene e nel male, oppure, ricominciare da capo. Per questo stanotte voterò a favore della delibera perchè 15 anni di storia e cronaca cittadina non siano passati invano.
un riassunto chiaro
e nei limiti del possibile, breve.
In risposta a un riassunto chiaro di Maximilian Ben…
A Guido bisognerebbe spiegare
A Guido bisognerebbe spiegare che può anche fare un catenaccio breve e l'articolo scriverlo dove generalmente si scrivono gli articoli. ;)
Ma
C'è da notare però che ci sarebbero ben altri investimenti riguardanti la cultura che vengono trascurati, a cominciare dalle scuole. Le condizioni di insegnamento sono sempre peggiori con classi con più di 30 alunni e sempre più spesso cattedre di 20 ore di insegnamento, sottraendo la possibilità agli insegnanti di fare corsi di recupero. Da qualche anno, poi, si spende sempre meno per i corsi di aggiornamento.
Riguardo al luogo, poi, ci poteva pensare di decentrare un po' portando anche nei quartieri periferici un po' di vita.