Polo, il nodo della gestione

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Dopo un quarto di secolo esatto di discussioni, stop, ripartenze e promesse mancate, l’assessore all’edilizia della Provincia, Christian Bianchi, conferma che tra settembre e ottobre inizierà la demolizione della ex scuola Pascoli, primo passo concreto verso la realizzazione del nuovo Polo bibliotecario, il progetto che Bolzano attende da oltre vent'anni. “Come previsto la facciata storica delle scuole Pascoli-Longon verrà preservata, ma il resto dell’edificio sarà abbattuto e ricostruito da zero. Con questa parte comunque delicata possiamo partire anche prima di avere il progetto definitivo. Demolizioni, pulizia e scavi dureranno almeno cinque-sei mesi, dopodiché si potrà partire con la costruzione vera e propria”, chiarisce l’assessore di Forza Italia.
Il progetto per il Polo - il piano volumetrico fu approvato nel 2000 - ha accumulato ritardi biblici, anche per l’appalto vinto dalla Condotte, poi finita in concordato preventivo. Ha poi subito modifiche importanti nel corso degli anni; le più significative sono le ultime due, dovute alla decisione del 2022 della Giunta provinciale di inserire nel Polo il Centro di documentazione per le minoranze e l'autonomia e l'innalzamento della falda acquifera a Bolzano.
Il primo concetto per il Centro per l'Autonomia, fortemente voluto dal Presidente della Provincia Arno Kompatscher, venne curato dallo studio Brückner di Stoccarda e presentato nel dicembre del 2022. Si trattava di un percorso museale , elaborato in collaborazione con l'EURAC, che trova ora spazio come mostra interattiva che "si snoderà attraverso i tre piani per terminare in una sala polifunzionale nella terrazza”, conferma Bianchi. Il Centro si va quindi a integrare nel Polo, insieme alle tre biblioteche (le provinciali "Dr. F. Teßmann" e "Claudia Augusta" e la civica "C. Battisti") e alle due mediateche provinciali.
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L'attesa del progetto definitivo
La seconda revisione è invece dovuta al problema della falda che a Bolzano "negli ultimi anni, si è innalzata di oltre 10 metri", spiega Bianchi. "Questo ha comportato una revisione di tutti i progetti che ci sono in corso, specialmente quelli che hanno importanti volumetrie interrate, come il progetto del Polo, dove si è deciso di avere due piani interrati in vasca gialla - una struttura di totale impermeabilizzazione di tutto l’interrato fino al piano terra, per evitare che eventi straordinari di falda alta possano generare situazioni di allagamento, come abbiamo avuto nelle scuole Hanna Arendt”.
Per tenere conto di questi cambiamenti la Giunta ha approvato a maggio 2024 una modifica del "programma planivolumetrico" dell'edificio, che ha comportato anche un aumento dei costi del 25 percento rispetto alla delibera del maggio 2023 (quando già erano stati aumentati del 21 percento per aggiornare la spesa prevista nel 2010). "L'ultima modifica approvata, che ammontava a circa 20 milioni, era una maxi modifica che considerava i costi complessivi sia di tutte le modifiche sia anche dell’inserimento del Centro per l'Autonomia".
A seguito di queste modifiche è stato poi necessario rivedere il progetto definitivo, che ha subito delle modifiche sostanziali, ricorda Bianchi. "Il progetto viene redatto dai tecnici della CMB, ed è in fase di elaborazione. Per essere approvato, deve esserci anche una conferenza di servizi con il Comune di Bolzano e vari uffici provinciali", dice.
Tutto questo ha un impatto sulla data esatta di inizio dei lavori, che non può essere ancora fissata. “Essendoci la necessità ancora di alcune autorizzazioni c’è una variabilità del tempo necessario, perché come per ogni procedura ci possono essere delle variabili, come ad esempio richieste di chiarimenti o piuttosto piccole modifiche che possono essere richieste”, dice Bianchi.
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La ricerca di un modello di gestione condiviso
Il progetto definitivo sarà consegnato nelle prossime settimane, ma resta ancora aperta la questione di chi guiderà la regia del polo, ovvero chi coordinerà le diverse realtà che lo abiteranno. “Ci sono cinque istituzioni coinvolte, ognuna con esigenze specifiche”, ammette Bianchi. “La sfida è mettere attorno allo stesso tavolo Provincia, Comune e le realtà culturali che entreranno nello spazio, definendo un modello di gestione condiviso e funzionale che faccia del Polo un luogo vivo, aperto e ben coordinato. Credo che ci vorrà un vero e proprio ente gestore costituito da tutti i soggetti coinvolti”. A questo proposito giovedì 4 settembre si terrà un incontro tra tutti gli attori principali e il municipio proprio per parlare della “governance”.
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Un luogo di incontro per la comunità
“Questo è un progetto – chiarisce Bianchi – non pensato solo per custodire libri, ma per creare un luogo di incontro, scambio e produzione culturale”. Sono ora preventivati costi per “103 milioni comprese IVA e somme a disposizione". L’associazione temporanea di imprese che svolgerà i lavori sarà guidata dal colosso CMB che sta ultimando i lavori al WaltherPark, con l’aiuto di imprese locali come Repetto Costruzioni e Atzwanger.
“Non stiamo parlando soltanto di scaffali e testi antichi”, spiega ancora Bianchi. “Il nuovo Polo ospiterà oltre alle biblioteche e ai due centri per audiovisivi sale per conferenze, spazi per associazioni e due ristoranti, un punto bar-ristoro a piano terra e un ristorante panoramico sul tetto. Vogliamo creare un punto di riferimento per tutta la comunità, un investimento sul futuro della città e sul suo sviluppo culturale”.
Il quarto piano-terrazza è diviso circa a metà. Da una parte ci saranno gli uffici di una delle strutture bibliotecarie, e dall’altra il ristorante con una sala di 300 metri quadri adiacente al “Padiglione dell’autonomia” da 400 metri quadri e ad una terrazza di 350 metri quadri. Ecco la piantina.
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Un traino per la città al di là di Ponte Talvera
“Questo progetto – dice Bianchi - è atteso da oltre vent’anni. Ora dobbiamo rispettare i tempi e fare in modo che Bolzano possa finalmente avere uno spazio moderno, innovativo e accessibile a tutti. È un impegno che ci siamo presi con i cittadini e lo porteremo a termine”.
Nelle intenzioni della Giunta, il nuovo polo diventerà un traino per un quartiere che “soffre” la forza di attrazione del centro storico. “Assieme ad altre opere importanti – conclude Bianchi - Il Polo sarà un centro multifunzionale capace di ospitare studenti, ricercatori, associazioni, eventi internazionali e nuovi spazi di socialità. A breve distanza (oltre, chissà quando, al mega Park Vittoria, ndr), su piazza Vittoria sono previsti 250 alloggi per studenti e la rivalutazione dei piani terra. Importante anche il futuro rilancio dell’edificio ex Telefoni di Stato, la casa delle Associazioni in via Vittorio Veneto e il recupero a scopi culturali dell’ex fienile di via Fago. Tutte queste cose messe assieme creeranno un forte polo culturale al di là di ponte Talvera”.
In previsione dell’inizio dei lavori per il Polo bibliotecario (prima o poi inizieranno!) SALTO cerca di raccontare come è cambiato il progetto e cosa ci sarà dentro il nuovo edificio. Il prossimo articolo sarà dedicato al Centro per le minoranze e le autonomie: come funziona? Le Nazioni Unite avranno davvero un ruolo? Infine ci addentreremo nella ormai pluriennale progettazione delle tre biblioteche.
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Durch die DIGITALISIERUNG…
Durch die DIGITALISIERUNG der Bibliotheken, total überholte Verschwendung öffentlicher Gelder, die im sozialen Bereich sehr dringend gebraucht würden!!!
In risposta a Durch die DIGITALISIERUNG… di Josef Fulterer
Diese Sichtweise halte ich…
Diese Sichtweise halte ich für kurzsichtig und nahezu gefährlich. Die Rolle von Bibliotheken für eine demokratische Gesellschaft kann auch im digitalen Zeitalter kaum überschätzt werden.
Es ist richtig, wichtig und…
Es ist richtig, wichtig und sinnvoll mehr zu erwarten. Aber nach dem "Ende der Bibliotheken" Ausschau zu halten, ist falsch. Ob wir sie nun Bibliotheken, Informationszentren oder "Polo ..." wie auch immer nennen, sei dahingestellt - was wir benötigen, sind bessere Bibliotheken. Die Frage, die wir uns stellen müssen ist, ob sie notwendig sind. Dazu müssen Argumente pro Bibliotheken her, die historische als auch aktuelle Aspekte einbeziehen. In diesem Artikel sehe ich gute und sinnvolle Ansätze, aber noch keine Argumente pro Bibliotheken oder pro "Polo Bibliotecario". Dadurch entsteht Platz für Stimmen, die die Notwendigkeit von Bibliotheken in Frage stellen.
Heute in der Zeit des Umbruchs, in der politische Systeme und gesellschaftliche Strukturen hinterfragt werden, braucht es Orte des zivilen Zusammenlebens, der politischen und gesellschaftlichen Bildung. Daher wäre eher ein "Polo per l'educazione civile" anzudenken - ein Zentrum für Bildung, soziale Gemeinschaft und Kultur!