Politica | Krieg und Opfer

Für Shani Louk

Ich wär so gerne
noch hier geblieben
mit euch vereint
ihr meine Lieben
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
  • 1. November 2023, Allerheiligen


    Apro il quotidiano - non ha importanza quale - e leggo in prima pagina la notizia delle donne disperate che lanciano un appello al premier Netanyahu. Vedo i volti, la bocca spalancata, che mi ricorda "L' Urlo" di Evard Munch. Un incubo, un delirio.
    Il titolo, ripreso in seconda pagina, interamente dedicata: "Lui, nessuna tregua ".
    Arrivo alla terza pagina per vedere, in alto a destra, una foto di Shani Louk.
    Leggo ciò che si immagina, ma la realtà sarà peggiore: un calvario, quello della povera ragazza . 
    Trovato un pezzo di cranio, decapitata, 
    "torturata, fatta sfilare per Gaza dai terroristi di Hamas. Ha vissuto orrori inenarrabili“, riportano le fonti.
    La madre Rebecca aveva fatto ripetuti appelli alle autorità, aveva ricevuto notizie che volevano la ragazza ancora viva, a Gaza: una famiglia palestinese lo scorso 10 ottobre aveva ipotizzato che la giovane fosse ferita e ricoverata in ospedale. La sua carta di credito era stata utilizzata proprio in quella zona in quei giorni. 
    E certo, quella non viene dispersa, come i pezzi di cranio: figlia di papà israeliano e mamma tedesca, Shani era una pacifista talmente convinta da aver rifiutato il servizio militare in Israele. La pace, il suo credo, al di là di religioni e politica. Una martire. 
    Ma è complesso. È "molto complesso".
    Le associazioni per i diritti delle donne forse potranno aiutare a comprendere, la complessità. La Chiesa...
    Io sospendo il giudizio: su guerre, conflitti, sangue e suolo. Non c' è Dio, né Santi, né Allah o Buddha.
    C'è questa ragazza che sembra una Madonna, e ne ha l'età. Ci sono donne in prima pagina altre in terza, donne che soffrono ovunque. Ma forse, dovremmo dirlo chiaramente: ci sono anche dei limiti.
    Attendo una spiegazione da chi è più esperto di me su questi temi. Intanto io questo primo novembre ricordo Shani, e abbraccio la madre Rebecca. Che aveva educato sua figlia alla pace: ...meiner Mitgefühl ihrer Familie, und allen, die ihr nahestanden.
    A tutti quelli che le stavano vicino, a tutti quelli che credevano, nella pace.
    Forse, noi donne dovremmo dire qualcosa: se pensiamo di poter creare davvero un mondo migliore, dovremmo dirlo adesso.


    https://www.huffingtonpost.it/blog/2023/11/01/news/io_questo_primo_nove…