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Se a Natale stiamo troppo vicini

Coronavirus, un simulatore calcola il rischio di contagio negli ambienti chiusi, come durante il pranzo natalizio nel soggiorno di casa nostra.
Natale, coronavirus
Foto: upi

Sulla gestione della pandemia di Covid-19 due sono i temi che in questi giorni, in particolare in Alto Adige, catalizzano l’attenzione dell’opinione pubblica: quello delle vacanze sulla neve, che continua a far dibattere (“rimango senza parole che si parli di sci con 600 morti al giorno. Andare a sciare per divertirsi sapendo che questo causerà un aumento dei contagi e dei morti? Penso che questo non sia un Paese normale” è l’ultima dichiarazione a Sky Tg24 di Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova), e quello delle regole ad hoc per le prossime festività natalizie.

L’attesa è per il nuovo dpcm che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte firmerà nelle prossime ore, a confronto esaurito fra governo e regioni. Rigorista come noto è la linea dell’esecutivo nazionale, dunque sicuramente non ci saranno grandi concessioni per gli spostamenti interregionali. Evitare di ripetere gli stessi errori di Ferragosto è il mantra ripetuto dai decisori politici a tamburo battente.

Preoccupa, in una situazione come quella relativa alle feste di Natale, la diffusione del contagio negli ambienti chiusi. Per farsi un’idea del rischio di cui si parla il sito del settimanale tedesco Die Zeit ha realizzato uno specifico strumento interattivo - sulla scia delle infografiche già uscite sul quotidiano spagnolo El Pais - basato su un modello predittivo realizzato dall’Istituto Max Planck di chimica a Magonza.

 

I parametri

 

Il “tool” prende in considerazione vari parametri fra cui la dimensione della stanza, il numero di persone che ci sono al suo interno e per quanto tempo. È impossibile predire con certezza se una persona infettata trasmetterà il virus a qualcun altro dato che le variabili in campo sono molte, ma è possibile stimarne il rischio, simulando la diffusione del virus attraverso l’aria che respiriamo, specie negli ambienti chiusi a causa delle minuscole particelle emesse mentre si parla.

Il modello poggia su due costanti fisse per ogni scenario e cioè la presenza di una persona contagiosa in un ambiente chiuso e il fatto che tutti i presenti rispettino il distanziamento fisico. Quello che si può scegliere invece è se fare indossare o meno le mascherine (e di quale tipo) ai presenti, il numero di partecipanti, il volume della voce con cui si parla all’interno della stanza (secondo uno studio americano parlare ad alta voce, se si è stati contagiati dal coronavirus contribuisce alla maggiore diffusione del virus), la modalità di ventilazione, l’altezza del soffitto, il tempo di esposizione.

 

Le simulazioni

 

Un esempio: 4 persone, di cui una inconsapevolmente contagiosa, restano in una stanza spaziosa (di 25 metri quadri) per 5 ore, senza mascherina - come avverrebbe ad esempio durante un ritrovo famigliare per il pranzo di Natale -, con le finestre chiuse, parlando in media per due ore e mezza a un tono di voce normale. Stando a questa simulazione, la possibilità di trasmettere il SARS-CoV-2 virus è del 32%. In media una persona potrebbe essere contagiata.

Se invece si riduce per esempio la grandezza della stanza a 20 metri quadri, con 9 persone che rimangono nella camera per 6 ore parlando a un volume molto alto di voce, senza ricambio d’aria (sebbene in questo scenario la ventilazione dell’ambiente non farebbe differenza sulla possibile trasmissione del virus) e senza mascherina, la probabilità di contagio è data al 100%. Tutti i presenti verrebbero infettati.

 

Focolare domestico a parte, una simulazione fatta da Die Zeit è quella di una sala di un ristorante, scenario che aiuta a comprendere le restrizioni adottate per questo settore (come per i bar). Dunque in un ambiente non arieggiato, grande 65 metri quadrati, con 18 persone che si trattengono all'interno del locale per 3 ore, la probabilità di contagio è del 4% a volume di voce basso (improbabile peraltro in un contesto del genere). In media un individuo contagiato, che diventano due se il volume di voce con cui si parla è alto. Se invece il locale fosse particolarmente rumoroso e quindi il volume della voce dovesse alzarsi ancora di più, 16 sarebbero mediamente le persone contagiate.

Conclusioni? Le stesse di sempre: per ridurre i rischi la soluzione è ridurre al minimo i contatti sociali e frequentare possibilmente sempre le stesse persone, ventilare spesso gli ambienti, seguire le regole di igiene, indossare la mascherine, mantenere il distanziamento fisico. Anche a Natale.