Ambiente | L'intervista

Tutta colpa dell’ego

Perché il “talebano ecologista” Michil Costa ha deciso di fare da testimonial alla Bmw? C’entrano sua moglie, l’autocompiacimento, e i trenini elettrici.

“Vanità, decisamente il mio peccato preferito”, diceva un rampante Al Pacino nei panni del demonio nel film The Devil's Advocate. Vanità, un lubrificante ideale per l’ego anche per Michil Costa, patron dell'hotel La Perla di Corvara - il cui fascino ha stregato anche gli americani del New York Times -, in Val Badia, nel cuore delle Dolomiti altoatesine. A quanto pare è infatti a causa di una irrinunciabile pulsione narcisistica che lo stravagante albergatore e candidato dei Verdi altoatesini alle politiche del 2013 ha deciso di diventare protagonista di uno spot pubblicitario della Bmw elettrica i3 dal titolo “Michil Costa's BMW story” (su YouTube ha raggiunto finora più di 60mila visualizzazioni). Una decisione quantomeno singolare per chi fino a ieri parlava di “Horror-Motor-Show” prendendosela con i centauri della prima ora: “il rombo infernale delle moto che salgono a tutta velocità trasforma i passi dolomitici in una pista da corsa, altro che Patrimonio dell’Umanità! Patrimonio di cosa? E di chi, soprattutto?”. Al contrario un accurato elogio del silenzio viene declamato durante la pubblicità della nota casa automobilistica tedesca. Qualcosa, verrebbe da dire, forse non torna. 

salto.bz: Costa, com’è finito a fare da testimonial per la Bmw?
Michil Costa: Sono stato contattato dall'azienda l’anno scorso per una pubblicità ma ho detto di no, ero fortemente contrario perché non mi piacciono i loghi e non amo il mondo della pubblicità e della comunicazione. 

Un mondo un po’ difficile da evitare per uno che fa il suo mestiere…
Assolutamente, me ne rendo conto.

E poi cos’è successo?
Ho raccontato di questa proposta alla mia assistente e a mia moglie ed entrambe - le donne sono evidentemente più sagge - mi hanno detto: “non fare il solito talebano ecologista, parliamone”. A quel punto si sono messe di buona lena ad elaborare un piano, un concetto corredato da alcuni parametri precisi che poi abbiamo sottoposto alla Bmw quasi certi che avrebbe rifiutato visti i molteplici vincoli che avevamo stabilito. 

Può citarne qualcuno?
Ad esempio la mia immagine sarebbe potuta essere legata solamente a una macchina elettrica, un’altra condizione poi, e non credevo che me lo avrebbero concesso, era che dovevo poter dire che i passi dolomitici venivano chiusi* e, a proposito di questo, io che sono un inguaribile ottimista sono sicuro che fra dieci anni al massimo i passi verranno serrati durante tutta l’estate perché questo turismo “pornoalpino” non funziona più. Un altro paletto ancora era che nel video ci sarebbero dovute essere delle biciclette, cardine imprescindibile della mobilità oltre che mezzo del futuro. 

E alla Bmw hanno evidentemente accettato.
Esatto, abbiamo fatto una lunga riunione con i responsabili della campagna e da lì tutto si è messo in moto. 

Resta il fatto che, per quanto si tratti di un veicolo elettrico, lei, paladino dell’ambiente che denunciava indefesso l’inquinamento acustico nella fattispecie, ha prestato la sua immagine e il suo nome ad un colosso automobilistico. Non vede in questo una contraddizione di fondo?
Ce la vedo eccome. La verità è che ha prevalso l’ego sui miei ideali o meglio, sull’idea di un mondo di cui faccio parte ma che vorrei profondamente diverso. Un mondo che sogno più rispettoso, più silenzioso, senza le macchine e solo con i trenini elettrici, ma si tratta di un paradosso assoluto. Non sono un eremita, del resto, mi relaziono, vivo dell’altro, lo stesso “altro” che si muove anche in macchina per venire sulle Dolomiti, in Val Badia, che alloggia nel mio albergo e che mi permette di guadagnare molto.

Quale sincerità.
Guardi, io sono molto in conflitto con me stesso. C’è anche da dire che da solo non decido nulla, c’è un gruppo direzionale di 12 persone, di cui fa parte anche mia moglie e la mia assistente, e in albergo ci lavoriamo in 108. Abbiamo un approccio molto democratico alle cose, decidiamo a votazione, sempre insieme, e in questo caso ero in minoranza. 

Non le sarà poi dispiaciuto troppo, alla fine, dal momento che il ritorno d’immagine, e quindi economico, derivato dalla pubblicità non sarà stato, presumibilmente, trascurabile.
Non seguo direttamente il settore della comunicazione ma suppongo che sia stato vantaggioso, prendo atto del fatto che questa pubblicità stia girando molto in rete, continuano ad arrivare molte e-mail, sms e tweet.

Non tutti contengono messaggi positivi, suppongo.
No infatti, ma sono d’accordo con le critiche che mi muovono, in fondo me la sono cercata.

 

*Il riferimento è ai passi chiusi la scorsa estate in occasione della Maratona dles Dolomites (di cui Costa è presidente) e del Sella Ronda Bike Day.