Il Cacciatore, 45 anni dopo
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Era il 15 dicembre 1978 quando The Deer Hunter (Il Cacciatore) fece il suo ingresso nelle sale americane. Ora, in versione restaurata in 4K da Studiocanal e con 45 anni sulle spalle, sarà possibile rivederlo al cinema. Luogo e data: Filmclub di Bolzano dal prossimo 21 febbraio.
The Deer Hunter, che ottenne 5 premi Oscar tra cui Miglior Film e Miglior Regia, racconta la storia di 3 amici, Michael (Robert De Niro), Nick (Christopher Walken) e Steven (John Savage) che lavorano in un’acciaieria locale nella loro città di Clairton, in Pennsylvania, e amano andare a caccia di cervi nei fine settimana. Nel cast ci sono fra gli altri anche John Cazale – che morì nel marzo del 1978 a causa di un cancro ai polmoni, poco dopo aver terminato le riprese (non vide mai il film finito) – e la sua compagna Meryl Streep che accettò un ruolo minore per potergli stare accanto nel poco tempo che gli rimaneva.
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Michael, Nick e Steven vengono arruolati per andare a combattere in Vietnam e prima di partire organizzano una festa d’addio e di matrimonio insieme dal momento che uno di loro, Steven, sta per sposarsi. Gli orrori della guerra e le partite di roulette russa che, caduti nelle mani dei Vietcong, i protagonisti sono costretti a giocare mentre i loro carcerieri scommettono su chi si farà o non si farà saltare il cervello, altereranno le loro vite per sempre.
Più che mettere in scena il conflitto nel suo dramma tragico in tre atti Cimino si affida alla metafora, come con le battute di caccia prima e dopo, o con l'espediente simbolico delle scene della roulette russa – estremamente intense e brillantemente filmate –, palese rappresentazione della follia insensata della guerra. Quelle stesse scene con i Vietcong furono girate con veri ratti e zanzare, mentre i tre protagonisti erano legati in gabbie di bambù sul fiume Kwai. Gli schiaffi delle guardie erano autentici e spesso dati senza preavviso per aumentare il realismo della narrazione. Non solo: secondo il regista, De Niro richiese una cartuccia vera nel revolver per la scena con John Cazale, il quale accettò ma ricontrollò ossessivamente la pistola prima di ogni ripresa per assicurarsi che il colpo vero non fosse quello successivo.
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The Deer Hunter resta un’esperienza cinematografica potente e cruda, un inquietante resoconto sulla violenza deliberatamente casuale della guerra e sui suoi effetti disumanizzanti e perenni sui reduci ma anche sulla comunità emotivamente lacerata in cui essi cercano di reintegrarsi. I soldati scendono in battaglia solo per scoprire che la guerra non è la nobile impresa che avevano immaginato, ma un caos infernale che finisce per cambiare completamente le loro personalità. Una storia tutta americana di amore e morte, e manifesto di un’epoca. Un film che come moltissima cinematografia anni ’70 la guerra ce l’ha incistata dentro. Oggi, alla giusta distanza, un classico hollywoodiano da rivivere sul grande schermo.
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