"Non si può più rimandare"
Tra gli ospiti del Festival dell’Economia che si sta svolgendo a Trento in questi giorni c’è anche il Ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani. In collegamento dalla tenuta presidenziale di Castelporziano, in cui si trovato per celebrare l’evento “Educare alla biodiversità”, ha risposto alle domande della giornalista Maria Latella, sui temi della transizione energetica.
L’incontro si è aperto con le questioni ancora irrisolte in merito alla crisi del gas, nata a causa dell’invasione russa in Ucraina. Il Ministro ha avuto modo di fornire un quadro rassicurante sulle prospettive italiane del prossimo futuro e ha affermato che l’Italia è riuscita a recuperare circa 25 miliardi di m3 di gas (dalla Russia ne importavamo 29) grazie all’impegno profuso in questi mesi, in cui sono stati stipulati nuovi contratti che prevedono anche l’importazione di gas liquefatto, con investimenti nel processo di rigassificazione. Tali investimenti hanno permesso di comprare una nave per il trasporto del gas liquido, che dovrebbe entrare in funzione nel primo bimestre del prossimo anno, mentre è previsto l’acquisto di una seconda nave, che dovrebbe iniziare a navigare, al massimo, un anno dopo. Il Ministro ha però ricordato come negli anni l’Italia abbia commesso errori strategici importanti: nel 2000 il nostro paese produceva da solo circa il 20% del gas necessario al suo fabbisogno, ma tale quota è scesa al 3% negli anni successivi, aumentando non solo la dipendenza da altri paesi, ma anche il costo del combustibile. Allo scoppio della guerra in Ucraina l’Italia ha quindi pagato un prezzo maggiore rispetto ad altri Stati, affidandosi troppo spesso ad approvvigionamenti esteri e non diversificando le fonti di energia.
Nonostante le discutibili scelte passate e gli investimenti fatti negli ultimi mesi, che dovrebbero garantire al nostro paese una certa indipendenza entro il 2024-2025, Cingolani ha sottolineato come l’obiettivo da raggiungere rimanga quello della decarbonizzazione, da un iniziale 55% entro il 2030, fino ad arrivare, entro il 2050, al traguardo delle emissioni Net Zero, bilanciando completamente assorbimento e produzione di CO2.
Una transizione troppo veloce potrebbe provocare una catastrofe sociale, ma una transizione troppo lenta non è, ormai, più praticabile
Il ministro ha poi affrontato la dimensione europea, esprimendo soddisfazione per l’accordo raggiunto sulle sanzioni al petrolio russo e ricordando il lavoro, in collaborazione con la Commissione europea, per la proposta di un tetto al costo del gas. La speculazione gioca, infatti, un ruolo importantissimo in questo periodo di crisi e per cercare di limitarne gli effetti è allo studio una misura transitoria, che permetta di limare i picchi troppo alti del prezzo del gas. Il Ministro ha però aggiunto che forse è il momento di rivedere le regole di un mercato troppo avulso dalla realtà, lontano dalle difficoltà di famiglie ed imprenditori e troppo estraneo all’intervento stabilizzatore dello Stato.
In chiusura uno spazio è stato dedicato al PNRR e agli investimenti per la transizione ecologica e digitale. Cingolani ha evidenziato quanto sia necessario non ripetere gli errori degli ultimi decenni e quanto ci sia bisogno di investimenti mirati, che permettano di diversificare le fonti di energia, di puntare sull’economia del recycling e sull’innovazione, per avere un apparato di competenze e tecnologie adeguate alle sfide del futuro. Proprio per questo il ventennale periodo di crisi italiana deve essere recuperato accelerando sulle riforme, a partire da quella della burocrazia, che deve rimanere a proteggere il cittadino, senza però minare la possibilità di dar vita a progetti innovativi in periodi brevi. Il tema cruciale rimane proprio il tempo: una transizione troppo veloce potrebbe provocare una catastrofe sociale, ma una transizione troppo lenta non è, ormai, più praticabile. I margini ambientali ai quali ci si poteva affidare 15 anni fa si sono, infatti, ridotti in maniera irreversibile e non è più possibile procrastinare.
Ho la sensazione, che stiamo
Ho la sensazione, che stiamo vivendo una fase essenziale di transizione da un´economia basata sulla massimazione speculativa del profitto, lo spreco del disponibile, una legge di mercato bugiarda e la glorificazione della globalizzazione che porta alla concentrazione estrema di potere, da un lato, e l´alternativa, basata sulla partecipazione, sulla limitazione a consumi utili alla vita ed una regionalizzazione con autonomia decisionale e reti di pari livello.
Mentre la prima ci sbatterebbe contro un muro, la seconda potrà liberarci da accerchiamenti e ridarci libertà e dignità.