Le farmacie non si toccano
L’ipotesi ventilata in questi giorni di coinvolgere una spa di Trento nella gestione delle farmacie comunali bolzanine per garantirne la sostenibilità economica ha riacceso il dibattito sul destino di questi esercizi. “Entrare in una Spa regionale, per quanto pubblica, significa essere minoranza e entrare in una logica di puro mercato. Le 6 farmacie comunali invece hanno anche una funzione sociale che deve essere mantenuta”, osserva l’ex assessore Luigi Gallo definendo le farmacie comunali un “patrimonio storico della città di Bolzano”. Sulla stessa linea anche la consigliera comunale del Pd Franca Berti: “Si rischia di togliere un'entrata economica importante e peggio di sottrarre ai cittadini quel modello vincente e di vicinanza che oggi le farmacie comunali danno”. Si accoda anche il socialista Claudio Della Ratta, che si dice scettico sulla possibilità di collaborare con le farmacie comunali di Trento, “al fine di generare una economia di scala tutta da dimostrare”. Piuttosto, aggiunge il consigliere comunale, “la strada accennata in passato, di assegnare a Seab la gestione delle farmacie comunali (con professionisti già individuati), è a mio avviso quella che potrebbe permettere di mantenere in ambito pubblico un servizio importante per la collettività, fonte di reddito anche in futuro”.
Sferzante è la critica dei 5 stelle al sindaco Renzo Caramaschi, definito “mercante di gioielli”: “Altro che scossa, altro che uomo d’azione! Dopo aver suggellato la definitiva cessione a Benko di mezzo Parco della stazione e aree annesse e dopo aver imposto un bando unico per la vendita dell’areale di Bolzano, ora il sindaco vuol cedere altri gioielli di famiglia: le farmacie comunali”, dicono i consiglieri comunali penstastellati Maria Teresa Fortini e Paolo Giacomoni chiedendo chiarezza “sulla sorte di un asset cittadino la cui resa economica è invidiabile per una qualsiasi azienda ed è molto apprezzato dai cittadini senza dimenticare le 25 famiglie a cui le farmacie danno lavoro”.
I 5 stelle, riferendosi poi alle recenti dimissioni della direttrice del servizio farmaceutico comunale Sara Pacchioni, sostengono che “in qualunque azienda privata ci si sarebbe chiesto quali siano le motivazioni dietro la perdita di una risorsa di valore. Il sindaco ha considerato che forse la macchina burocratica e in questo caso la dottoressa non sia stata lasciata inascoltata, oberata di responsabilità nella gestione di un patrimonio che porta nelle casse del Comune un utile di quasi un milione?”. La richiesta è quindi quella di attivare una collaborazione con la Provincia, che gestisca le farmacie provinciali all’interno degli ospedali, “in modo da preservare e valorizzare la specificità delle nostre farmacie in termini di servizio offerto, tutela del bilinguismo e valore aggiunto per la gestione pubblica. Ricordiamo, inoltre - sottolineano infine Fortini e Giacomoni - che le farmacie comunali hanno una funzione di prevenzione attraverso campagne informative la cui gestione è bene rimanga nel nostro territorio”.
Non si è fatta attendere la risposta del primo cittadino, il quale assicura che le farmacie comunali anche in futuro rimarranno di proprietà esclusiva del Comune di Bolzano. “Allo studio dell'amministrazione comunale ci sono esclusivamente alcune diverse modalità di gestione che ne garantiscano la competitività in un mercato in rapida evoluzione. Tali modalità di gestione, prescindono dalla proprietà che, ribadisce Caramaschi anche in futuro non potrà che rimanere direttamente e saldamente in mano al Comune di Bolzano. Le farmacie comunali pertanto non verranno né cedute, né vendute”.