“Non banalizziamo lo sciopero”
Incroceranno le braccia domani, venerdì 4 novembre, i dipendenti di Poste italiane. Lo sciopero generale, indetto da diverse sigle sindacali, ovvero Cgil, Cisl, Cisal, Comfasal e Ugl, è stato organizzato per protestare contro la nuova fase di privatizzazione delle Poste. Sono previste, contemporaneamente allo sciopero, anche alcune manifestazioni: la principale a Firenze, un presidio in piazza Affari a Milano e un corteo a Roma fino alla sede del ministero dell’Economia.
La paventata privatizzazione preoccupa i rappresentanti sindacali anche a livello provinciale: “Si tratterebbe di una svendita che comporterebbe 20mila esuberi e quindi in proporzione un centinaio a livello provinciale. E poi non è assolutamente detto che la privatizzazione comporterebbe un miglioramento del servizio”, aveva dichiarato a salto.bz Fabrizio Tomelleri della Slc-Cgil. Nel mirino dei dissenzienti anche la persistente riduzione del personale (circa 900 sono i dipendenti delle Poste in Provincia e, solo nel 2016, si è assistito a un esodo di una quarantina di persone) e degli orari di apertura, la chiusura degli uffici periferici, il recapito a giorni alterni.
Non parteciperà allo sciopero di domani la Uil, fra i motivi addotti c’è il fatto che la privatizzazione sia stata sospesa e dunque cadrebbero così anche le ragioni per scioperare, la riapertura del confronto sulla questione del recapito e della trattativa sul contratto nazionale. “Siamo stati l’unica organizzazione sindacale a non aver firmato i successivi sviluppi della riorganizzazione”, precisano i diretti interessati. “Lo strumento dello sciopero è una cosa seria, non va banalizzato servendosene al momento sbagliato. Abbiamo già perso 30 giorni”, si legge sul volantino della Uilposte.
Nel frattempo è stato convocato per oggi un tavolo tecnico per studiare i termini della convenzione fra Ministero, Poste e Provincia al fine di rendere il servizio postale provinciale. Le spese del recapito, di cui la Provincia intende farsi carico, si aggirano, secondo le stime, su una cifra compresa fra i 10 e i 15 milioni di euro l'anno. L’obiettivo è che il servizio di espletamento del servizio postale in Alto Adige venga garantito 5 giorni lavorativi la settimana e almeno 6 per quanto riguarda il recapito di giornali.