Economia | Stahlwerk Bozen

Storie di acciaio, identità, innovazione

Lo storico Hannes Obermair ripercorre la storia delle Acciaierie e della zona industriale di Bolzano come specchio delle trasformazioni politiche, economiche e sociali dell’Alto Adige: dal progetto fascista e all’attuale spazio d’innovazione e integrazione.
  • Alla vigilia dell’incontro a Roma convocato dal Ministro delle Imprese Adolfo Urso con i sindacati, la Provincia Autonoma di Bolzano e la Regione Veneto, abbiamo chiesto allo storico Hannes Obermair di raccontarci le diverse narrazioni sulla nascita e lo sviluppo delle Acciaierie (oggi Valbruna) nella zona industriale di Bolzano. Nata alla fine degli anni Trenta come parte di una più ampia strategia del regime fascista, la fabbrica per la lavorazione di acciai speciali, metalli, magnesio e alluminio è un progetto di infrastruttura industriale su scala nazionale che, in Alto Adige, assume anche un chiaro valore politico e identitario, legato al processo di italianizzazione del territorio. 

    Dopo la guerra il significato del sito cambia ma è solo negli anni Ottanta e Novanta, con la trasformazione dell’area industriale e l’ingresso di imprese sudtirolesi, che nasce una seconda stagione di sviluppo, oggi proiettata verso l’innovazione e la ricerca.  Oggi, secondo Obermair, il comprensorio industriale, grazie anche al Noi Techpark, è diventato simbolo di un Alto Adige innovativo e plurale. Resta una Kippfigur, una figura ambivalente, oggetto di letture opposte — ora negative, ora celebrative. "Manca la consapevolezza di un momento dialettico che è insito in questo contesto e che, a mio avviso, sta emergendo sempre più e sta avendo un impatto sempre maggiore," dice Obermair