Una grande festa (di chiusura)
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Il 5 dicembre la Facoltà di Design e Arti apre le sue porte per il convegno Design for Children. Un’occasione per guardare indietro e riconsiderare dieci anni di ricerca sulle intersezioni tra design per l’educazione ma anche per fare il punto sul presente e per guardare al futuro e immaginare che cosa può ancora nascere dalla collaborazione fra designer e persone che lavorano in contesti scolastici e nei contesti formativi extra-scolastici.
I protagonisti di questo filone di ricerca sono la ricercatrice Gerda Videsott e Giorgio Camuffo, professore di Visual Design. SALTO li ha incontrati per un’intervista prima del convegno.
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SALTO: Il convegno sarà la conclusione di un progetto di ricerca. Potete spiegarcene le origini?
Giorgio Camuffo: Il design per bambini è nato, appunto, da un progetto di ricerca. A differenza del design, che è una vera e propria disciplina, il design per bambini può essere definito come una direzione di questa disciplina, una possibilità. La nostra ricerca è nata perché volevamo capire quale contributo i designer possono portare all’educazione dei bambini, come i designer possono collaborare con scuole, musei e altri luoghi dove si fa formazione. Abbiamo incominciato quest’attività un po’ per caso lavorando con i bambini, poi la cosa è cresciuta nel tempo fino alla realizzazione del Master Design for Children, dove abbiamo cercato di unire le discipline del design e dell’educazione.Camuffo: I designer — penso a Bruno Munari, a Enzo Mari, ma anche a molti altri meno noti — hanno sempre dedicato una parte della loro attività professionale al design con e per i bambini.
La novità del progetto Design for Children è che, questa volta, le iniziative sono partite dall’accademia. E non credo sia un caso. I lavori dei grandi maestri non bastano più: oggi è necessario creare le condizioni perché le loro idee, la strada che hanno aperto, diventino sistemiche, parte di un progetto più ampio, portando il design e i designer nella scuola.
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Il vostro obiettivo è stato raggiunto?
Camuffo: Sì: quello che è stato fatto in questi anni è stato proprio cercare di costruire le condizioni per un possibile ingresso del design e dei designer nelle scuole. Speriamo che qualcuno abbia interesse a continuare questa battaglia.
Videsott: Questo lo abbiamo vista anche nel Master, che è stato frequentato sia da insegnanti che da designer. Ricevendo una formazione comune, gli insegnanti hanno potuto vedere quali strumenti e quali pratiche di design possano servire a loro per migliorare le loro metodologie. Il design offre una varietà di strumenti e linguaggi che permettono di lavorare in maniera pluridimensionale e pluridirezionale, per esempio attraverso un ragionato utilizzo della comunicazione visiva in un contesto multilingue, oppure attraverso la creazione di un oggetto realizzato ad hoc per trasmettere e spiegare meglio la complessità di determinati concetti e contenuti.
Gli strumenti di design, infatti, aiutano molto per cercare canali di comunicazione nuovi ed avere un insegnamento più olistico e completo, che tiene conto di tutti i sensi.
Camuffo: Molte maestre che hanno partecipato al master hanno rivisto il loro modo di insegnare, riprogettato la loro tecnica, disegnato nuovi strumenti e si sono poste nuove domande. E, per me, questo è il risultato migliore, la vera ragione per cui abbiamo voluto fare il Master.
Videsott: Ma questo vale anche per i designer. Alcuni dei nostri studenti che abbiamo invitato al convegno mi hanno raccontato che si sono iscritti a corsi di scienze della formazione per ottenere il titolo ed entrare poi di ruolo nelle scuole. È stato bello vedere come entrambe le figure hanno cercato di compensare, di entrare meglio nel sistema formativo e di creare percorsi e carriere unici: entrambe le figure professionali hanno capito che hanno bisogno di entrambe le competenze.
Camuffo: Sì, è stato bello e aggiungerei anche divertente. Nell’apprendimento il gioco, e - perché no? - il divertimento, sono strumenti molto importanti. Credo che ci sarà da divertirsi durante il convegno: Design for Children non sarà solo un momento di studio, ma celebrerà anche l’incontro con tanti designer, docenti, studenti che hanno condiviso con noi tutti questi anni. Sarà un convegno, ma anche un po’ una festa tra amici, tra persone che amano quello che fanno e lo fanno con amore.
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Infatti, vi vedo entrambi molto soddisfatti e contenti.
Camuffo: Io lo sono. Mi piace pensare che in questi anni abbiamo mostrato una nuova possibile direzione, un’idea di una collaborazione, tutta ancora da progettare, tra il mondo del design e quello dell’educazione, dove l’università ha un ruolo fondamentale.
Per questo e per altri motivi non considero la nostra esperienza una conclusione ma un inizio, i primi passi di un cammino che qualcuno dovrà riprendere.
Soprattutto oggi che il digitale sta prendendo sempre più piede, con i bambini che passano sempre più tempo davanti al telefono e alla televisione. Lavorare con le mani, costruire giochi, imparare a essere più empatici, aprirsi al dialogo ed essere curiosi è sempre di più fondamentale”, sottolinea Camuffo, “L’educazione, come educare, dove guardare e che strumenti utilizzare sarà uno dei grandi temi del futuro. Tutti dovremmo avere maggiore attenzione verso il grande tema dell’educazione, dovremmo investire tempo e economie per migliorare l’educazione, per formare le persone non soltanto al digitale, ma anche all’empatia civile”.
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Visto che Lei, prof. Camuffo, ha già accennato al convegno, parliamone un po’ più in dettaglio. Chi saranno i relatori?
Camuffo: Molti dei relatori hanno avuto un ruolo importante nella definizione dei contenuti del Master, come Pietro Corraini, Claude Marzotto, Ilaria Rodella, i Parasite 2.0 e tanti altri docenti e professionisti con una grande esperienza che lavorano con i bambini, ma anche designer che progettano laboratori, oggetti, eventi, libri. Ci saranno anche docenti che porteranno un approccio più teorico, professori della Facoltà di Scienze della Formazione di Bressanone, come per esempio Dario Ianes. Il programma è molto ricco con tanti interventi, credo sia una occasione unica per i giovani designer che vogliono lavorare con i più piccoli, ma anche per i maestri e le maestri e per tutte le figure che in vario modo sono attive nel campo dell’educazione.
Ma il convegno per noi è anche un’occasione per tirare le fila. E lo facciamo con un libro.
Un libro?
Videsott: Questo libro racconta un po’ tutta la nostra esperienza e il progetto di ricerca negli anni, da come è nata l’idea, dal progetto di ricerca, fino al Master. Il libro, inoltre, contiene interviste con esperti, docenti e tutti quelli che hanno avuto un ruolo fondamentale nella nostra ricerca. Quindi le persone curiose o che vogliono sapere di più sul design per bambini troveranno nel libro tante informazioni preziose.
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A proposito di persone curiose. Il convegno è gratuito e aperto al pubblico. Potrebbe essere interessante per un pubblico più ampio?
Camuffo: Il nostro pubblico primario ovviamente sono designer e gente che lavora nell’educazione, ma potrebbe essere interessante anche per persone che organizzano eventi ed attività per bambini.
Videsott: O anche persone che lavorano nei musei o nell’editoria per bambini. O in generale in ambiti dove sono coinvolti i bambini.
Camuffo: Personalmente spero che il convegno sia bello anche da un punto di vista estetico. Perciò tutti quelli che si interessano alle cose belle magari parteciperanno.
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Come continuerà il futuro del design per bambini dopo la conclusione del progetto di ricerca?
Videsott: Il nostro è stato un progetto pilota, in cui abbiamo visto le cose che funzionano bene, come l’interazione e la collaborazione tra persone provenienti da entrambe le discipline. L’iniziativa ha però portato alla luce anche alcune cose su cui bisogna riflettere, cosa che farmo in un secondo momento. Gli sviluppi successivi saranno da vedere e da fare in base all’esperienza che abbiamo avuto in questi anni passati. L’esperienza rimane comunque, a mio parere, molto riuscita e anche molto bella.
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Ulteriori informazioni sul convegno Design for Children si trovano qui: https://www.unibz.it/it/events/10-3-design-for-children
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