Società | Spending review

“Occorre un nuovo sistema per gli appalti”

Per il sindacalista Buonerba riforma sanitaria è ancora in alto mare per quanto riguarda risparmi e ottimizzazione delle spese per forniture, servizi e informatica.

Sono giorni cruciali, questi, per la riforma sanitaria, ed uno dei ‘tavoli’ più importanti che sta curando in merito l’assessora Martha Stocker è quello con le parti sociali, cioè sindacati, imprenditori del settore, rappresentanti dei pazienti, ecc. 
Lunedì scorso un incontro ha consentito di fare il punto della situazione consentendo all’assessora di comunicare lo stato dell’arte della proposta della riforma e alle parti sociali di esprimere le proprie valutazioni, richieste, perplessità

I sindacati hanno sollevato il problema del destino dei medici che perderanno il primariato (si dice che manterranno l’inquadramento economico, anche se la cosa di per sé rappresenta una contraddizione dal punto di vista della spending review).
Per quanto riguarda un’eventuale riduzione di personale il problema di per sé non esiste, anzi. L’Asl unica è addirittura a corto di personale, se è vero che all’ospedale di Bolzano per questo motivo ci sono ad esempio 700 persone che lavorano con contratti atipici
Martha Stocker nell’incontro di lunedì ha avuto la possibilità di ribadire che l’obiettivo della riforma è quello stabilizzare la spesa, a fronte di una naturale tendenza di aumento della stessa a causa dell’invecchiamento della popolazione. Non si tratta di banalità: negli ultimi 15 anni la spesa è cresciuta mediamente del 4,6% ogni anno. Matematicamente vuol dire che tra il 2000 e il 2015 c’è stato il raddoppio della spesa (passata da 680milioni a 1,3 miliardi).
Entrando nel merito della spesa il segretario aggiunto della Cisl-Asgb Michele Buonerba ha poi sollevato un problema di cui finora si è parlato poco, quello degli appalti per le forniture e i servizi. Lo abbiamo quindi intervistato per approfondire meglio la questione.

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Michele Buonerba: gli appalti per le le forniture e i servizi sono 1/3 del bilancio dell’ASL. Come mai nella riforma non si parla della spesa più grossa dopo il personale?
La Stocker si era assentata mezzora per andare ospite al Tagesschau della Rai, quindi la domanda l’ho posta alla segretaria particolare dell’assessora Astrid Pichler. Lei è rimasta sorpresa e mi ha detto che la questione viene affrontata con l’agenzia per gli appalti. A quel punto ad essere sorpreso sono stato io ed ho subito chiesto se nella riforma è stata prevista una procedura per l’accentramento delle forniture. Non ho ricevuto risposta.

Possibile che nella proposta di riforma questo tema non sia stato ancora affrontato?
Nelle forniture il capitolo delle medicine è la parte preponderante. Attualmente ci sono 4 reparti di farmacia e naturalmente la soluzione più ovvia sarebbe quella di fare un reparto unico a livello provinciale. L’accentramento consentirebbe naturalmente, acquistando quantitativi maggiori, di ottimizzare anche la spesa. A mio avviso fino a questo momento non è stata considerata una modifica radicale del sistema degli appalti per le forniture. 

Su cosa si sono concentrati finora?
Su una rivisitazione integrale dell’apparato amministrativo, anche se non sono ancora andati nel dettaglio. Ma c’è un altro aspetto sul quale finora hanno detto molto poco.

Quale?
La questione dell’informatica. Ogni comprensorio ha un suo sistema e il paradosso - privacy permettendo - è che tu una cartella clinica a Brunico non la puoi vedere a Bolzano. Occorrerà quanto prima un unico sistema informatico: anche in questo senso tutto dovrà essere centralizzato per consentire il corretto funzionamento dell’Azienda Sanitaria basata sui sistemi di competenza. 

La SVP avrà la capacità di uscirne bene da questo difficilissimo passaggio della riforma sanitaria?
L’errore all’origine è stato quello di nascondere lo studio Pasdera. Lo studio è incomprensibile al 99% della popolazione però psicologicamente l’averlo occultato ha creato nella gente la sensazione che ci fossero delle cose che non si volevano dire. 

Come avrebbe dovuto muoversi invece la Stocker?
Avrebbe dovuto tirar fuori alcuni dati significativi e per primo quello del costo del posto letto per ogni reparto di ogni ospedale. Il fatto di concentrarsi sui reparti maternità è stato un errore, perché a livello statistico la maggior parte della popolazione è interessata alle emergenze in medicina, chirurgia e ortopedia. E sappiamo che in questi settori ci saranno accorpamenti dei primariati mentre i reparti rimarranno.

Quindi si è trattato di un’errata strategia di comunicazione?
Sì, e per primo bisognava rendere noto il dato sull’aumento della spesa negli ultimi anni: un dato oggettivo. La provincia non avrebbe potuto mantenere per sempre un aumento del 4,6% all’anno nelle spese sanitarie. In secondo luogo bisognava subito presentare un piano su dove concentrare d’ora in poi i centri di specializzazione. E’ un sistema efficace anche dal punto di vista psicologico: si va a fasi operare dove c’è un chirurgo che fa 3 interventi al giorno di quel tipo, senz’altro più esperto di uno che ne fa 3 alla settimana. In questo contesto l’ospedale di Bolzano diventerà l’ospedale provinciale e questa cosa mi trova molto d’accordo. 

Rispetto alla prima fase la SVP è riuscita in queste ultime settimane a raddrizzare un po’ il tiro? Cosa dicono in merito le parti sociali?
Sì, anche perché adesso sta entrando nel merito. Ma gli aspetti di cui non si è parlato finora ed ai quali ho fatto prima riferimento andranno presto approfonditi. Come la questione non indifferente del personale non medico sulla quale noi sindacati vogliamo una trattativa. 

Con l’assessora vi ritroverete a breve?
Alla fine del mese di febbraio. La Stocker ha ribadito che vuole condividere con le parti sociali le varie fasi della riforma e noi lo apprezziamo.