Burt Lancaster, Il Gattopardo
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Società | Finferli e nuvole

È un Paese per vecchi vol. 3

Da Ötzi ai cancelli scomodi, dall’aeroporto all’università. Il Gattopardo è forte. La gerontocrazia la forma di governo qui a Bolzano più collaudata.

C'è questa storia di Ötzi: non si può muovere. Gli hanno dato, alla mummia, massimo 200 metri d'azione: ex INA, ex Enel di via Dante o sede della Cassa di Risparmio.

Poro vecio.

Deve stare in CENTRO.

Sono tutti d'accordo. Code fino a metà della via omonima, parcheggi strapieni, vicoli intasati.

Il CENTRO di Bolzano lo visitano comunque tutti i turisti e lo visiteranno sempre e comunque tutti i bolzanini.

Fa niente. Sono tutti d'accordo.

CENTRO.

Ho visto il progetto del Virgolo. Una visione ovviamente diversa e, per me, grandiosa.

Poi ho letto l'articolo dell'architetto Lukas Abram e ho capito anche le sue ragioni.

Ma questo importa poco.

Ci saranno mille argomenti per questa o quell'altra proposta.

Ciò che qui conta è la Lobby del Negozio Centrale.

Sostenuta dalla Svp che sostiene Caramaschi che quindi sostiene Ötzi in CENTRO.

E gli altri commercianti? Quelli di corso Libertà? Di via Torino? Di Oltrisarco? Di Gries? Che fine ha fatto il discorso della diversificazione? Della creazione di nuovi poli dell'acquisto e dello struscio? Il discorso che in periferia tutto chiude se non li sosteniamo?

A nutrire il Gattopardo di Bolzano c'è poi la Lobby del Lagrein.

Che mette cancelli in via della Vigna. Sostenuta dalla Svp che sostiene Caramaschi e che quindi nulla può contro lo sbarramento.

Nessuno vuole parlare di esproprio, per carità. Una lobby, inoltre, fa i legittimi interessi di una categoria.

Ma, sembra, non si può nemmeno parlare di una piccola servitù di passaggio verso l'ospedale.

Come quella, necessarissima, da Firmian verso il Centro per lungodegenti e, oltre, per Ponte Adige.

Via Camponuovo.

Anche lì, un cancello. Con una rampa per le bici già bell'e costruita. Cancello che io ad occhi aperti vedo saltare in aria ogni volta che sono costretto a scavalcare la rete; e che vedo, ad occhi sempre aperti, tornare al proprio posto un secondo dopo.

Lo strafottuto cancello è sempre più forte di ogni mia invocazione.

 

C'è poi la questione dell'aeroporto. Che a Bolzano non lo vogliono, e nemmeno a Laives.

Giusto.

Però poi non mi sembra altrettanto giusto, per decollare e atterrare, raggiungere il Nord o il Sud con le nostro auto o i minibus e scaricargli in testa il nostro traffico e le nostre emissioni. Cosa hanno fatto di male, Innsbruck e Verona, per sorbirsi anche i passeggeri bolzanini?

Siamo contro l'aeroporto?

Per coerenza dovremmo allora non volare, o volare meno, o quasi niente.

Il Benpensante di piazza Vittoria (qui pendant della Casalinga di Voghera), poi, sarà sempre per ogni intervento migliorativo in città.

Salvo obbiettare che il tram è ferraglioso e obsoleto; che è meglio il filobus, se non fosse per quei fili che ti crescono sotto il davanzale; che la nuova stazione FS è ok, ma guai se lontana da piazza Walther; non sarebbe mica neanche male il Nuovo Polo Bibliotecario, ma è ormai roba vecchia con l'internet che ormai c'hanno tutti dentro casa e poi per via delle pakkere, della polvere e del casino che si avrà per chissà quanto tempo tutto quanto intorno.

La Benpensante di via Cadorna (qui pendant anch'ella della Casalinga di Voghera) sarà invece sempre contro le feste culinarie, i raduni multietnici, e i concerti sui prati del Talvera. Coprifuoco alle 11 di sera, per sua richiesta e per sue lettere indignate ad Altomiten quale canale tradizionale. Ha ovviamente le sue buone ragioni.

Ma basterebbe tante volte un Calmor oppure l'Ohropax, pensiamo noi, e dieci serate all'anno si potrebbero pure sopportare.

I Ponti d'artista per Natale? Una schifezza, erano, tant'è che dopo il primo anno li hanno tolti tutti quanti.

Il Gattopardo è forte. La gerontocrazia la forma di governo qui a Bolzano più collaudata.

C'è il discorso degli studenti della LUB. Giovani assenti o trasparenti, a leggere i giornali. Nessuno li vede, nessuno li sente.

Non ho dati, cifre, indagini sociologiche a sostenere l'affermazione. Non siamo di certo a Bologna e nemmeno a Heidelberg; ma anche Innsbruck ci sembra lontana.

Però: saliamo sul primo treno verso quel capoluogo. Un giro dentro la stazione, un aperitivo al Treibhaus, un viaggio con la Hungerburg funicular.

Per qualche ora respireremo aria fresca.

(fine)

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Alberto Stenico Lun, 04/05/2021 - 18:37

In questo Paese per Vecchi, però, il Presidente della Giunta Provinciale ha 50 anni, il suo vice ne ha 47, l'Assessore ladino ai Lavori Pubblici compie oggi 40 anni, il segretario della SVP ha 35 anni, il segretario del Pd ha 34 anni, i direttori dei due più diffusi quotidiani locali, rispettivamente 57 e 64 anni, il Vescovo, 59.
Non esattamente una gerontocrazia....

Lun, 04/05/2021 - 18:37 Collegamento permanente
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Andreas Berger Lun, 04/05/2021 - 19:14

A leggere questo contributo sembra che le Lobby in città siano solo due, i commercianti del centro e i contadini. I modestamente conosco anche altri Lobby a Bolzano, che non parlano tedesco e che sanno farsi valere lo stesso.

Lun, 04/05/2021 - 19:14 Collegamento permanente
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Massimo Mollica Mar, 04/06/2021 - 16:52

Non sono d'accordo con quanto scritto. Andiamo per ordine:
Inziamo col dire che la vecchiaia non è un fattore temporale ma mentale. E' la paura a cambiare. E' il terrore a dover mettere in discussione i propri punti di riferimento.
Il museo della mummia ha senso che stia in centro perché è facile arrivarci per i turisti che giungono col treno e anche con l'auto. I mezzi pubblici a Bolzano fanno praticamente schifo e chi non lo ammette è perché non li usa oppure non lavora. Io abito in centro e lavoro in centro e non ho bisogno di spostarmi in auto. Chi lavora proveniendo da fuori ha un lusso a poter lavorare in centro perché col treno è comodissimo. Se deve prendere un bus la qualità della vita cambia. Poi l'avere turisti non è che è tutto rosa e fiori. Se mettessero il museo vicino a casa vostra sareste davvero contenti? Ehm, se siete bolzanini non credo.
Se poi vogliamo considerare il Virgolo, la visione che propone SIGMA la trovo bellissima e non credo che toccherebbe i ricchissimi commercianti del centro storico. Perché comunque riguarda il centro. Il turista interagisce con esso. E creerebbe posti di lavoro, con tanta gente che in questo periodo se la passa male. E non mi piace la rispettabilissima opinione dell'architetto citato perché si toccano i soliti concetti già espressi contro Benko. Che i consumismo fa schifo, che le costruzioni pure, che dobbiamo vivere di ideali e W la vita bucolica. Poi viaggi per la provincia (per non parlare del mondo intero) e scopri che dalle altre parti fanno quello che voglio, costruiscono senza porsi dei limiti. A Lagundo c'è di fatto un nuovo centro commerciale ma nessuno ha aperto bocca. E a rimetterci è sempre Bolzano. Ecco la paura di cambiare! Ecco il vecchiume.
E ancora, cosa c'entra la coerenza in merito all'areoporto? Uno può essere a favoro degli aerei ma non nello specifico a Laives/Bolzano. Sarebbe, ma anche qui è da discutere, meno coerente chi si dice pro ambiente ma viaggia in auto. Semmai il futuro sarà di piccoli aerei spinti a idrogeno, così si salva capre e cavoli.
Discorso a parte le strade chiuse, che grida vendetta a Dio, perché ci diciamo tanto cattolici ma in realtà l'altro ci fa schifo. E' un po' la metafora di questa Europa che non esiste. Libertè Egalitè Fraternitè...ma senza te! Ci aggiungo che quelli (i benpensanti) ottengono la chiusura della strada, mentre sotto casa mia i ragazzi dalle valli vengono a prendersi la droga da spacciatori, in barba a tutto. I nostri figli si uccidono e i politici, ma in primis la comunità intera, se ne frega. L'importante è che l'altro non passi su certe strade.
Ora mi aspetto la quarta puntata, quella della città in mano ai pochi, delle case che costano una follia, della difficoltà a farsi una famiglia comprando casa, il doversi legare con un mutuo a vita. Dei tanti interessi di pochi a discapito di molti.

Mar, 04/06/2021 - 16:52 Collegamento permanente
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Klaus Hartmann Mer, 04/07/2021 - 18:26

La città è dei cittadini. La città è NOSTRA. Siamo noi tutti che l’abitiamo. Sono le nostre strade, le nostre piazze e i nostri giardini. Sono le nostre biblioteche, i nostri teatri e i nostri cinema. Sono i nostri quartieri. Siamo Bambini, giovani, adulti, vecchi, ricchi, poveri, operai, intellettuali, artisti, commercianti, cristiani, muslimi, buddisti, famiglie, single, donne, uomini. Il processo di sviluppo deve essere un processo di inclusione di tutte le nostre realtà. Di tutte le nostre esigenze. Il processo di sviluppo della nostra città deve essere un processo di massima trasparenza, informazione, inclusione e partecipazione. A differenza di quello che sta avvenendo oggi, deve essere un processo democratico e di democratizzazione. Non basta poter dire si o no ad un progetto. Dobbiamo poter partecipare al "disegno" della nostra citta.

Mer, 04/07/2021 - 18:26 Collegamento permanente