Per i sindacati è sfruttamento
Marco Nardini è il nuovo segretario della Fillea Bolzano, Federazione dei lavoratori dell’edilizia. Dal 2019 supervisiona tutte le grandi opere edili della Provincia Autonoma, come i tunnel del Brennero, di Merano e Bolzano.
Salto.bz: Nel marzo scorso lei ha partecipato al XIX Congresso della CGIL “Il lavoro crea futuro” a Rimini. Avete parlato anche dei problemi del settore edile?
Marco Nardini: Il tema del settore edile è stato preponderante. Abbiamo chiesto di modificare il Codice degli appalti che il Governo Meloni ha ritoccato. Temiamo che queste modifiche ostacolino il controllo della situazione dal punto di vista della legalità e della sicurezza. Abbiamo anche parlato del blocco del Bonus 110%. Ora per un lavoratore a basso reddito è impossibile avviare dei lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico della propria casa. In Italia sono più di 30 milioni gli edifici che necessitano di una ristrutturazione, mentre le normative EU e ONU ci impongono una classe energetica superiore all’attuale C. Sono state sospese anche le misure antisismiche. Tutte queste modifiche sono state introdotte senza alcun dialogo con i sindacati ed ora in Italia si rischiano 130 mila posti di lavoro nel settore edile.
Come si posiziona il settore edile altoatesino?
Benone, ma queste ultime misure ci stanno facendo molto preoccupare. Purtroppo le conseguenze dei tagli dei fondi si vedono solo dopo 3-4 mesi. È un settore che vale il 22% del PIL nazionale, perciò gli investimenti creano un profitto enorme. Gli esempi sono il PNRR e il superbonus 110%, attivati dal governo Conte, che nell’economia del postpandemia hanno aiutato moltissimo, con centinaia migliaia di euro, ad aumentare i posti di lavoro.
Il problema più acuto del settore sono gli orari di lavoro nei cantieri sia privati che delle grandi opere pubbliche. Nell’80% delle imprese provinciali si lavora più di 8 ore al giorno, sabato e domenica incluso. Un’esempio sono i cantieri di Merano del Consorzio San Benedetto da 160 milioni di euro. Lì si lavora da 11 a 12 ore al giorno. Anche il lotto Mules al Brennero da 1 miliardo di euro. Anche li 10-12 ore al giorno con una sola pausa panino. Altri esempi sono la galleria che porta alla Val Badia e l’opera ferma di Castelbello. 12 ore di lavoro al giorno in entrambi.
Chiaramente non hanno chiamato la CGIL per firmare questi accordi che superano ampiamente gli 8 ore di lavoro al giorno. In questi cantieri oltre alla fatica e allo stress fisico si rischia di morire, per quello che non li avremmo mai firmati. Siamo comunque intervenuti per ridurre la quantità di polvere nell’aria e sistemare i container del cantiere, la mensa. Abbiamo dato inoltre un grosso contributo per far rispettare dei protocolli di Covid e legalità firmati con Stazioni appaltanti e Prefettura. È importantissimo dare un messaggio chiaro: nell’opera pubblica ci devono essere massimo 8 ore al giorno e la sicurezza deve essere garantita. Ora inizieranno i lavori del tunnel che collegherà Fortezza a Ponte Gardena. Ecco, con i nuovi accordi nazionali con Ferrovie dello Stato e il Ministero delle Infrastrutture i lavori a ciclo continuo rispetteranno i 4 turni di 8 ore.
Vi occupate anche degli alloggi in affitto agli operai edili...
La Provincia dà un bonus a chi ha già un appartamento. Perciò invece di affittare un appartamento di 64 metri quadri a 600 euro al mese i proprietari lo affittano a 1000-1200 euro. Di conseguenza per pagarsi le spese di affitto, le bollette e inflazione, i muratori e gli operai sono costretti a lavorare 10-12 ore al giorno sabato e domenica inclusi. E i rischi di infortuni aumentano moltissimo.
Abbiamo chiesto più case popolari. Basta con villette e impianti di risalita! Bisogna integrare le persone che vengono qui a vivere attraverso un giusto lavoro e la possibilità di una vita sociale. Nonostante la nostra provincia stia andando a mille per merito di chi lavora e produce, rischia di diventare inconsapevolmente la Provincia dello sfruttamento.
Come aiuta concretamente Fillea i lavoratori dell’edilizia?
Siamo un sindacato più vecchio della CGIL (136 anni), punto di riferimento per gli operai a Bolzano, Merano, Brunico, Silandro, Bressanone, San Candido. Controlliamo che nei cantieri vengono rispettati i contratti provinciali e nazionali. In più, assistiamo i lavoratori nelle pratiche per permessi di soggiorno e utenze. Insegniamo ai lavoratori e ai datori di lavoro il concetto di comunità. Ci occupiamo anche delle problematiche legate alla riforma Fornero e all’età degli operai. Difatti, la maggior parte dei morti sul lavoro riguardano gli operai tra 58 ai 67 anni. Bisogna consentire di andare in pensione a 60 anni specialmente per chi lavora nell’edilizia.
Anche il salario è una questione scottante. Gli operai specializzati che adoperano macchinari da 500 a 800 mila euro devono guadagnare 2500 euro e non 1400. Abbiamo i salari più bassi d’Europa! Ci scontriamo con datori di lavoro che guardano solo al profitto e che ogni volta che si chiede giusti aumenti parlano di crisi e possibili scenari apocalittici del settore. La verità? I soldi per gli operai non ci sono mai ma per farli fruttare nei paradisi fiscali ce ne sono eccome.
E la Provincia in tutto ciò?
Le loro priorità sono gli imprenditori e gli agricoltori, degli operai si interessano poco. Abbiamo sempre di più operai di etnie dell’est e dei Balcani, di recente anche dalla Tunisia, dall’Afganistan, dalla Siria, dalla Cina. A Bolzano, ogni 500 metri c’è un cantiere edile, è possibile che un sindacato con più di 5 milioni di iscritti non venga ascoltato? Inoltre, perché la Provincia non si decide sulla questione delle case sfitte di cui Bolzano è piena? Solitamente questi appartamenti sono in mano agli altoatesini, toccandoli si rischia di portare via i consensi. E la recente regola sul bonus, che da ora può essere incassato solo da chi ha il Patentino? Se un operaio lavora dieci ore al giorno, come fa a studiare per poter dare l’esame di lingua? È una chiara politica di destra e razzista che non integra ma divide.
Secondo i nostri calcoli, la Provincia ha bisogno di 10-20 000 posti di lavoro, ma occorre creare i presupposti per aprirli. Altrimenti finiremo con reclutare operai da fuori che non sono in regola per poi rischiare che muoiano di freddo, come è già successo con il ragazzo di 18 anni perché non trovano alloggi. La ricchezza non si misura solo sul PIL ma sulla solidarietà come c’è scritto sulla Costituzione.
Intervista a cura di Daria Shmitko
Es ist eine Schande, dass ein
Es ist eine Schande, dass ein Bauarbeiter in Südtirol, unabhängig davon woher er kommt, 12 bis 14 Stunden arbeiten muss, um die Miete und einen bescheidenen Lebensunterhalt bezahlen zu können. Bereits vor 100 Jahren haben die Bauarbeiter gerade auch in Meran und Bozen und auf den hiesigen Eisenbahnstrecken für den 8 Stunden Tag gekämpft, mit Erfolg, sagt man in den Geschichtebüchern, aber offensichtlich erfolglos, sagt die heutige Realität.
Marco Nardini è un sindacalista di provata esperienza e ha mille ragioni per condurre una lotta sindacale per aumentare i salari e per ridurre gli orari sui cantieri. Lo fa? Con chi lo può fare? Chi è disposto a farlo con lui? I lavoratori cosa dicono? Sono contenti? Gli altri 3 sindacati cosa dicono? L’urgenza di cambiare la situazione è lampante, ma quali sono le cause che lo impediscono? Compagno Nardini, è ora di parlar chiaro e di battere il pugno sul tavolo e di aprire una vertenza molto concreta! I fatti ti danno ragione. Perché i muratori a Innsbruck prendono 2.700 Euro al mese e quelli dal Brennero in giù 1.400?
I sindacalisti non sono dei predicatori nel deserto, ma qualche volta e per un po’ di tempo tocca anche a loro farlo, poi (sarebbe meglio prima!) devono agire.