Politica | Autonomia

Statuto, una trattativa inedita

Il centrodestra esulta: oltre ai due anni di residenza otterrebbe grandi novità nella formazione delle Giunte sia in Provincia che nei Comuni. La Provincia avrà competenza primaria su ambiente e commercio (orari dei negozi), ma anche sugli appalti.
trattativa
Foto: Ministero Riforme
  • “Onorevole Urzì, quanto è soddisfatto da 1 a 10?”. “Dieci”. Il dialogo via whatsapp è avvenuto ieri pomeriggio, quando, con il testo blindato fino alla prossima seduta del Consiglio dei ministri, l’unico contenuto certo della riforma dell’Autonomia approvata dalle delegazioni alla presenza del ministro Roberto Calderoli era la riduzione da 4 a 2 anni di residenza per l’acquisizione del diritto di voto. Vedendo la sintesi dei contenuti fatta oggi (4 aprile) dalla Dolomiten, sempre ben informata, l’esultanza del deputato di Fratelli d’Italia appare più che giustificata. E’ questa forse la prima volta, infatti, che sull’asse Bolzano-Roma si è usciti dalla logica della “spremuta di limone” cara a Silvius Magnago. Meglio, la Provincia di Bolzano sembra aver ri-ottenuto ciò che le era stato progressivamente tolto dalla Corte costituzionale più qualche altra competenza importante ma va riconosciuto che il centrodestra altoatesino ha avuto il coraggio di spingersi nel territorio ad oggi inesplorato delle “richieste alla SVP”. E la Stella alpina ha fatto la propria parte. Così facendo il governo, concede autonomia in cambio della correzione di alcune norme oggi francamente assurde che penalizzavano soprattutto il gruppo linguistico italiano (nella formazione delle Giunte) e tutti i cittadini provenienti da fuori provincia per quanto riguarda il diritto di voto.

  • Le concessioni

    Vediamo le probabili novità, anche se va ricordato che dopo l’approvazione in consiglio dei ministri il testo dovrà affrontare l’odissea della doppia lettura nei due rami in Parlamento entro la fine della legislatura. Non una passeggiata, quindi.

    Dunque, oggi, come noto, in Alto Adige chi vota alle elezioni provinciali deve essere residente in Alto Adige da almeno quattro anni. Una misura che aveva una ratio negli anni Settanta, quando l’immigrazione italiana – tra esercito e enti statali – era ancora alta, per evitare di distorcere i risultati elettorali soprattutto dal punto di vista etnico. Ma nel 2025 la norma è folle: se una persona si stabilisce qui 3 anni e 364 giorni prima delle elezioni, per esprimere l’elettorato passivo di anni ne deve attendere quasi nove. Nel testo varato ieri gli anni di attesa sono due. Non è però chiaro se i periodi di residenza di persone che hanno vissuto un anno in Alto Adige e poi se ne sono andate, saranno riconosciuti. Ma questo è veramente un dettaglio. 

    La seconda grande novità è che in futuro le persone di madrelingua italiana potranno essere incluse nelle Giunta comunali, in deroga alla proporzionale, anche se ne è stata eletta solo una nel consiglio comunale, cosa che nei piccoli paesi accade regolarmente.

    Alla luce della fatica fatta nel 2023 per – di fatto – "imporre" la presenza di due assessori di lingua italiana in Giunta, nella riforma si prevedono due diverse possibilità nella composizione del governo provinciale. La prima si basa, come in passato, sulla forza dei gruppi linguistici nel consiglio provinciale (risultato elettorale). In questo caso, si specifica che i ladini non saranno conteggiati nel calcolo delle quote di tedeschi e italiani come è stato fatto nel 2023 per includere, appunto, Galateo e Bianchi in Giunta. Ma sarà previsto anche che, se il consiglio provinciale approva, la Giunta può essere composta in base alla forza dei gruppi linguistici nel censimento. Questo principio di buonsenso è in realtà una rivoluzione per come finora erano state difese le rigidità dello Statuto di autonomia.

  • Alessandro Urzì: il deputato visibilmente soddisfatto al termine della riunione Foto: Ministero Riforme
  • Le conquiste Svp

    Come aveva promesso Giorgia Meloni addirittura nell’atto dell’insediamento la Provincia ottiene il ripristino delle competenze erose a causa di una serie di sentenze della Consulta e, secondo quanto riferisce la Dolomiten, dovrebbe ottenere in più la “protezione dell'ambiente e degli ecosistemi”, nonché, anche questa grande novità, il commercio come competenza primaria e potrà quindi avere mano libera sulla definizione degli orari. 

    Il quadro delle competenze viene ora definito in modo più chiaro. I settori interessati sono l'ordinamento degli uffici (compresi i contratti di lavoro e le trattative collettive), pianificazione e sviluppo territoriale, la viabilità e i lavori pubblici (compreso il sistema degli appalti).

    Un’altra novità molto grande ed estremamente importante che l'Alto Adige non dovrebbe più aderire alle riforme economico-sociali dello Stato ma dovrà rispettare la Costituzione, gli obblighi internazionali e non andare contro l'interesse nazionale. 

    Importante sarà vedere cosa prevede il testo per quanto riguarda le commissioni paritetiche dei Sei e dei Dodici che dovrebbero avere una funzione di coordinamento tra le competenze statali e provinciali ed anche la formulazione precisa del principio dell’intesa, per impedire allo Stato di modificare unilateralmente lo Statuto di autonomia.