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Rifugio Santnerpass, c'è l'archiviazione

La Corte dei Conti: "nessun dolo né colpa" dei dirigenti provinciali che diedero il via libera alla vendita di terreno demaniale per 30 euro a metro quadro. Ma restano dubbi sulla congruità della stima.
Rifugio Passo Santner
Foto: Seehauserfoto
  • Si chiude con un decreto di archiviazione il procedimento davanti alla Corte dei Conti sull’alienazione di 900 metri quadrati di terreno della Provincia, ceduti nel 2019 alla società della famiglia Perathoner, proprietaria del rifugio Passo Santner sul Catinaccio – che fu poi demolito e ampliato per una cubatura di ben otto volte superiore. L’area, parte del patrimonio indisponibile provinciale, era stata venduta per 27.450 euro, un prezzo giudicato da più parti eccessivamente basso.

    La vicenda suscitò clamore nel 2022, quando prima un articolo di SALTO e poi un’interrogazione del consigliere provinciale Paul Köllensperger (Team K) avevano sollevato dubbi sulla congruità dell’operazione. Il terreno si trova infatti a quota 2.734 metri, in piena area protetta rientrante nel Parco naturale Sciliar-Catinaccio, patrimonio Unesco, e costituisce la base del rifugio.

  • Il procedimento e l'archiviazione

    Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza, hanno ricostruito le tappe della compravendita. Dopo l’acquisto del rifugio dai precedenti proprietari per 460mila euro, la società di Stephan Perathoner – esponente della SVP, storico proprietario del rifugio Tierser Alpl e responsabile per i rifugi privati rappresentati nell’HGV – chiese alla Provincia di poter rilevare anche l’area pertinenziale circostante. L’Ufficio Estimo fissò il valore a 30 euro/mq, in linea con precedenti cessioni analoghe. La Giunta provinciale approvò la vendita, motivandola con la non utilizzazione a fini istituzionali del bene. Tuttavia, una consulenza tecnica disposta nell’ambito di un parallelo procedimento penale aveva indicato valori ben più alti, fino a 587 euro/mq, ipotizzando quindi un danno erariale per la Provincia superiore ai 600mila euro. Nel settembre 2024 la Procura contabile aveva notificato un invito a dedurre a due dirigenti: Maximilian Dusini, direttore dell’Ufficio Beni patrimoniali, e Daniel Bedin, a capo della Ripartizione Amministrazione patrimonio, accusandoli di aver arrecato un danno all’ente.

  • La cronistoria

     

    • 1956 – Costruzione del rifugio Passo Santner a quota 2.734 m sul Catinaccio.
    • 2016 – La Provincia concede l’uso di parte del terreno circostante tramite concessione.
    • 2018 – La società Judith & Stefan Perathoner Snc acquista il rifugio per 460mila euro e presenta domanda di acquisto di 800 mq di terreno.
    • gennaio 2019 – La Commissione Estimo provinciale valuta l’area a 30 euro/mq, per un totale di 24.420 euro.
    • maggio 2019 – La società accetta la proposta; si aggiungono ca. 100 mq.
    • giugno 2019 – La Giunta provinciale approva la vendita per un totale di 900 mq al prezzo di 27.450 euro.
    • 2022 – Un articolo di SALTO e le proteste di politica e associazioni alpinistiche sollevano il caso.
    • 2024 – La Procura contabile ipotizza un danno erariale da oltre 600mila euro e contesta le responsabilità a due dirigenti provinciali.
    • 2025 – La Corte dei Conti archivia il procedimento: nessun dolo o colpa grave.

     

    Foto: Geobrowser/SALTO
  • Nelle loro difese, i funzionari hanno sottolineato che la valutazione del terreno era stata richiesta esclusivamente per regolarizzare la situazione catastale di un’area da decenni utilizzata come pertinenza del rifugio, e che al momento della stima non vi erano elementi ufficiali sull’intenzione della società di ampliare la struttura. Anche il consulente tecnico nominato dalla difesa ha evidenziato la coerenza del prezzo con altre operazioni similari concluse dalla Provincia. La Procura ha esaminato attentamente la documentazione integrativa e le controdeduzioni. Nelle motivazioni del decreto di archiviazione, firmato dalla procuratrice regionale Alessia Di Gregorio il 31 agosto 2025, si legge che “pur essendosi realizzato un danno sub specie di lucro cessante per la Provincia autonoma di Bolzano, non si ravvisano elementi comprovanti il dolo o la colpa grave dei dirigenti coinvolti”.

    Un passaggio importante è dedicato al metodo di valutazione adottato: da anni, infatti, la Provincia applica il parametro di circa 30 euro al metro quadro per i terreni accessori ai rifugi alpini, indipendentemente dalle possibilità edificatorie future. Una prassi che, pur potendo essere definita “non congrua” e fonte di minore introito per l’ente pubblico, esclude la responsabilità personale dei funzionari. Con l’archiviazione, dunque, il procedimento contabile si chiude senza rinvii a giudizio. Resta però aperta l'interrogativo sulla necessità di aggiornare i criteri di stima dei beni pubblici in contesti sensibili e di pregio.

  • La reazione del Team K

    "L’archiviazione non mi sorprende – commenta Paul Köllensperger (Team K) – ma in ogni caso un risultato l’abbiamo ottenuto: grazie alla pressione politica, alle 56.000 firme raccolte e al dibattito pubblico, è stata approvata una legge che impone per ogni vendita di demanio sopra i 1.600 metri il parere obbligatorio di un comitato con Alpenverein e CAI. Così eviteremo che decisioni simili passino inosservate in Giunta". Ciò che lascia perplesso il consigliere provinciale "è la narrazione secondo cui nessuno poteva immaginare l’uso futuro dell’area. Il terreno era stato classificato come edificabile: difficile pensare che non si sapesse a cosa sarebbe servito. E l’acquirente, Perathoner, è uno dei più noti gestori di rifugi".

  • Paul Köllensperger, consigliere provinciale del Team K: "Il rischio ora è che, dopo quest'archiviazione, si apra una corsa ad acquisire terreni alpini a prezzi irrisori". Foto: Seehauserfoto
  • "Il prezzo poi è un insulto – ribadisce il fondatore del Team K – 27mila euro per un pezzo di Catinaccio, quando in città con quella cifra non si compra neppure mezzo garage. E confrontare quest’area con una distesa di rocce sperdute prive di valore commerciale, è fuorviante". Ma il vero problema non sarebbe solo economico: "Questi terreni non andrebbero venduti affatto. Sono patrimonio collettivo e devono restare pubblici. Si può concedere l’uso per trent’anni, ma la proprietà non deve mai uscire dalle mani della collettività. Diversamente, rischiamo che domani un rifugio venga rivenduto a investitori stranieri a cifre milionarie". Infine, conclude Köllensperger, basterebbe guardare i numeri: "Perathoner ha pagato 460mila euro per appena 200 metri quadri con una vecchia baita sopra, e solo 27mila per 900 metri quadi. Non serve un esperto per capire che qualcosa non torna. Il rischio ora è che, dopo quest'archiviazione, si apra una corsa ad acquisire terreni alpini a prezzi irrisori. Noi resteremo vigili".

  • Soddisfatto l'assessore

    Soddisfazione è stata espressa invece dall’assessore provinciale al patrimonio, Christian Bianchi: "Dopo l’archiviazione in sede penale, anche i giudici contabili hanno riconosciuto che non vi è stata né dolo né colpa e che le procedure degli uffici erano corrette e trasparenti", ha dichiarato. Per Bianchi, la vicenda è stata spesso usata come "strumento di lotta politica" contro la Giunta, coinvolgendo dirigenti e funzionari "che hanno sempre operato con serietà". L’assessore ha ricordato il peso umano della vicenda: "È stato doloroso vedere collaboratori corretti e professionali messi ingiustamente sotto accusa, esposti al sospetto e all’umiliazione mediatica".

  • L'assessore provinciale al patrimonio Christian Bianchi: "Doloroso vedere collaboratori corretti e professionali messi ingiustamente sotto accusa". Foto: Seehauserfoto
  • Guardando al futuro, Bianchi ha sottolineato che l’architettura in alta montagna richiede competenza e rispetto, non "slogan o semplificazioni". Secondo l'assessore le sfide di oggi – dalla sostenibilità alla sicurezza, dall’igiene al comfort minimo per gli ospiti – vanno affrontate con materiali e tecniche moderne, capaci di integrare gli interventi nel paesaggio alpino. "Questa archiviazione – ha concluso – dimostra che l’amministrazione sa affrontare le proprie responsabilità con competenza e nel rispetto delle regole. È un segnale importante per i cittadini, che devono potersi fidare delle istituzioni, e un riconoscimento per chi lavora ogni giorno con serietà dentro gli uffici pubblici".