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Rifugio Passo Santner, a che prezzo?

La cubatura otto volte più grande, 900 m² del demanio resi edificabili, 300mila euro di contributi per la teleferica: così nasce il maxirifugio (che non è ancora finito).
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Foto: Rifugio Passo Santner

Conosciamo i due giovani che hanno riaperto il rifugio Passo Santner”. È ancora disponibile sul canale Youtube della Fondazione Dolomiti Unesco l’intervista a Michel Perathoner e Romina Huber, gestori trentenni del rifugio Santnerpass sul Catinaccio (Ciadenac, Rosengarten), riaperto nel 2019 dopo sei anni di chiusura e ora finito nell'occhio del ciclone per il maxi-ampliamento della struttura. “Grazie ai miei genitori siamo riusciti a comprare questo rifugio. Mio nonno voleva già costruirlo in questo luogo”, racconta nel video Perathoner. Nelle sue mani e in quelle della compagna viene consegnata la bandiera del Patrimonio Unesco. “Il riconoscimento ha portato più consapevolezza della ricchezza paesaggistica e geologica?”, domanda l’intervistatore. “Chi arriva da lontano sa cosa è la dolomia, più di chi viene qui spesso” risponde la coppia di gestori.

 

Michel Perathoner e Romina Huber: "I due giovani che hanno riaperto il rifugio Santner". (Video: Dolomiti Unesco)

 

Sotto al video, come nelle recensioni su Google Maps, i giudizi positivi degli escursionisti sono unanimi: un “piccolo rifugio” che si distingue per la cordialità e l’ospitalità dei suoi proprietari. “Questa quantità di impressioni giustamente positive postate nel tempo si aggiungono anche alla mia - scrive Gianfranco Bonafini - il Rifugio Santner è sicuramente uno tra i migliori rifugi visitati più volte nel corso delle mie numerose escursioni. Posto incantevole, oasi di pace tra le Dolomiti, vero rifugio alpino in piena armonia con la natura che lo circonda, due giovani gestori deliziosi, cibo straordinario, ci si sente in famiglia”. Ma poi aggiunge: “Mi sento però amareggiato e deluso da quando sono venuto a conoscenza del progetto che i due giovani probabilmente pensavano fin dall’inizio di realizzare, con l'aiuto della propria famiglia già imprenditrice nel settore”.
 

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Rifugio Passo Santner prima dei lavori: legno in armonia con le rocce dolomitiche. (Foto: Giulio Nicetto)

 

The Perathoner's

 

I genitori di Michel sono Stefan Perathoner e Judith Aichner di Siusi, storici proprietari del Tierser Alpl, il Rifugio Alpe di Tires fondato dal padre di Judith, Max Aichner. Inoltre Stefan Perathoner, già consigliere comunale della SVP a Castelrotto, è da tempo il responsabile per i rifugi privati rappresentati nell’HGV, l’influente associazione degli albergatori. È così che nel 2018 la società che porta il suo nome e quello della moglie acquista il “piccolo rifugio” a Passo Santner, costruito nel 1956 dalla guida alpina di Predazzo Giulio Gabrielli soprattutto per dare un ristoro alle guide intervenute in soccorso agli scalatori incrodati sulla parete ovest del Catinaccio. L’edificio in legno era stato già parzialmente ristrutturato nel 2006, ma poi era rimasto chiuso dal 2013.
 

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Stefan Perathoner: l'imprenditore di Siusi allo Sciliar è da anni responsabile per l'HGV dei rifugi alpini privati del Sudtirolo.

 

In effetti, le intenzioni della famiglia Perathoner sembrano chiare sin dall’inizio. Nel 2018 la società di Judith e Stefan Perathoner incarica lo studio di architettura Senoner-Tammerle di Castelrotto (che già ristrutturò l’Alpe di Tires) della demo-ricostruzione del Santner. Nello stesso anno la famiglia presenta domanda di acquisto alla Provincia degli 800 metri quadri di particella fondiaria demaniale intorno al rifugio. L’area richiesta viene poi aumentata nel febbraio 2019 a circa 900 metri quadri. La Giunta provinciale dà poi il via libera alla vendita del terreno alla società di rifugisti, per un prezzo complessivo di 27.470 euro (30,50 euro al metro quadro), trasformandolo in “terreno edificabile”. Con il frazionamento del 2019 e i 900 metri quadri aggregati alla particella edificiale già esistente, la superficie totale è diventata di 1100 metri quadri.

 

Superficie quintuplicata

 

Nel 2020 ecco arrivare sul tavolo della Provincia il progetto di “sostituzione ed ampliamento del Rifugio Santnerpass”. “L’intervento in programma prevede la demolizione del vecchio edificio e la ricostruzione sul medesimo sito, di una nuova struttura con un considerevole aumento della cubatura che passa da 319 metri cubi a 2.708 metri cubi”, ovvero otto volte tanto, scrive l’Ufficio parchi naturali della Provincia autonoma, che prosegue: “Per la realizzazione della nuova struttura viene interessata una ulteriore nuova superficie, rispetto alla struttura esistente di circa 220 metri quadri”, cioè appena un quinto della superficie risultante dalla cessione del demanio agli imprenditori di Siusi. La terza versione del progetto ha avuto il parere positivo di Provincia e Fondazione Unesco nonché la concessione edilizia del Comune di Tires, ma non è stata vagliata dalla Commissione paritetica sui rifugi con AVS e CAI, che aveva bocciato due proposte precedenti.

 

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La teleferica verso rifugio Passo Santner: pronta a trasportare persone oltre che merci? (Foto: Il Dolomiti)

 

Non basta. A tutto ciò si aggiungono i grossi lavori di rifacimento della teleferica che rifornisce il rifugio, finanziati con un generoso contributo provinciale (stanziato a ottobre 2021) di 315.000 euro, a fronte del mezzo milione di euro spesi per risanare l’impianto. Una questione, quella delle teleferiche per il trasporto di merci e materiali, molto cara a Stefan Perathoner: da anni, nel suo ruolo all’HGV, si batte per una modifica delle norme europee che consenta il trasporto anche di persone, collaboratori dei rifugi o infortunati in montagna. Concetto ribadito in un recente incontro con il Landeshauptmann Arno Kompatscher e l’assessore al turismo e all’agricoltura Arnold Schuler.
 

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Il nuovo Rifugio Santnerpass ancora da completare: la struttura sarà raddoppiata nei prossimi mesi. Per il progetto 900 m² del demanio sono stati resi edificabili, mentre la Provincia ha stanziato 300mila euro di contributi per la teleferica. (Foto: CAI)

 

Intanto proseguono i lavori per realizzare i tre piani del nuovo rifugio, alto 12 metri e con oltre trenta posti letto, in vista dell’apertura estiva fissata per domani, primo luglio. Una struttura che però non si presenta ancora nella sua veste definitiva: metà dell’edificio è ancora da completare, nella parte corrispondente al “vecchio” rifugio tenuto in piedi durante l’esecuzione dei lavori.

"L'amore inizialmente dichiarato dai due giovani per quel luogo si è spezzato", ipotizza Bonafini nella sua recensione su Google, e così "non hanno impiegato molto a presentare un progetto per l'abbattimento di un prezioso gioiellino d'alta quota, per realizzare un nuovo edificio di dimensioni sconcertanti, rispondente alle esigenze dettate dal turismo di massa". Tra "scavi, plinti in cemento e piloni in acciaio che sconquassano il ghiaione" emerge però una verità ancor più amara. Che ha ben poco da spartire con il recupero romantico di un rifugio tra le Dolomiti.