Politica | Scintille

“Bessone non è d’accordo? Si dimetta”

Lockdown, il leghista si smarca dalla giunta: “Rispetto la scelta ma non condivido”. Urzì (FdI) attacca: “Chieda verifica di maggioranza, contano i fatti non le parole”.
Massimo Bessone
Foto: Facebook/Massimo Bessone

Che non corra buon sangue fra Lega e Fratelli d’Italia nel pantheon politico locale non è un mistero. Oggi (5 febbraio) l’ennesima riprova. I fatti: dopo la decisione della giunta provinciale di procedere con un lockdown di tre settimane a partire dall’8 febbraio, visto il forte aumento di casi di coronavirus in Alto Adige, netta è stata la presa di posizione delle opposizioni che hanno fortemente criticato il modus operandi dell’esecutivo provinciale.

“Per tutta la seduta settimanale il messaggio è stato ‘i numeri sono sotto controllo, in effetti dovremmo essere zona gialla’ - dichiara compatta la minoranza che ha presentato una richiesta urgente di convocazione di una sessione straordinaria del consiglio provinciale -. Tutta l’opposizione era quindi incredula quando ieri sera ha saputo del nuovo lockdown, dai media. Meno di tre ore prima, al termine della sessione plenaria, si chiedeva al presidente Kompatscher se ci fossero novità e la risposta era stata lapidaria: ‘Niente di nuovo’”.

All’interno della giunta, tuttavia, le opinioni non sono tutte allineate. In merito al lockdown, infatti, l’assessore della Lega Massimo Bessone afferma di rispettare la decisione ma di non condividerla. Al posto della zona rossa - dice l’esponente del Carroccio - sarebbero state preferibili misure più restrittive, e maggiore responsabilizzazione dei cittadini in particolare nei comuni più piccoli e nelle valli.

 

Di qui la stilettata di Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Fratelli d’Italia: “Bessone non è d’accordo con le decisioni di Kompatscher? Semplice, lo dimostri dimettendosi o chiedendo come minimo una verifica di giunta. Il metodo usato da Kompatscher è intollerabile, con annunci attraverso la stampa, ma sono intollerabili anche le decisioni che lo hanno preceduto”.

Per Urzì la scelta “ostinata, anche da parte delle delegazione leghista, di usare criteri diversi da quelli nazionali vestendoci di giallo quando eravamo classificati rossi (e rossi scuri dall’Europa), o vestendoci di rosso quando avremmo potuto essere gialli ha creato le premesse di questa situazione disastrosa e del fallimento della via altoatesina di cui porta la responsabilità anche il governo Pd/Cinque Stelle che non vi si è opposto con i ricorsi alla Corte costituzionale che andavano fatti a tempo debito. Una decisione ideologica di differenziarci - prosegue - che ha creato caos fra gli operatori economici e i cittadini, che ha fatto perdere ristori nazionali e non ha fatto arrivare quelli locali”.

L’accusa nei confronti della Lega è di non essersi mai differenziata dalle scelte fatte finora, perciò “adesso prima che lo chieda la minoranza politica sia la maggioranza a pretendere la verifica di giunta e a pretendere le dimissioni del presidente Kompatscher. Se Bessone si dissocia ha tutti i modi per poterlo fare, dimettendosi per primo. Contano i fatti, non le parole”.