“Lettera morta”
Lo scorso novembre, su proposta del presidente Arno Kompatscher, la giunta regionale ha dato il disco verde alla trasformazione di Pensplan Invest Sgr Spa in società in house a capitale interamente pubblico, controllata in futuro non più dalla Regione ma dalle Province di Bolzano e Trento.
La società di gestione risparmio è attualmente controllata con il 64,44% da Pensplan Centrum Spa (partecipata dalla Regione Trentino-Alto Adige per il 97,29%). Le altre fette delle quote appartengono a Cassa Centrale Raiffeisen per il 13,33% e Intesa San PAolo, Banca Sella, Credito Cooperativo del Nord Est, Hypo Tirol e Itas Vita (tutte con il 4,44%). Con il piano approvato dalla giunta regionale la partecipazione di Pensplan Centrum Spa si prevede verrà ridotta al 10% e le due Province acquisiranno entrambe il 45% delle quote.
Tutto fermo
“Come è successo anche altre volte, quell’annuncio è finora rimasto lettera morta”, denunciano ora i Verdi Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa e Hans Heiss, che già lo scorso febbraio avevano chiesto in un’interrogazione alla Provincia delucidazioni riguardo un presunto ricorso al TAR contro l’operazione “Invest in house”.
Ricorso che, come conferma Kompatscher, è stato in effetti presentato dalla Finint Sgr Spa - Finanziaria Internazionale Investments:
Kompatscher, sottolineano i Verdi, dichiara ufficialmente che il ricorso e l’operazione in questione non sono in connessione e aggiunge che l’acquisizione stessa di Invest da parte delle due Province è tuttora in “fase di analisi”. Su che cosa preveda questa “analisi” il Gruppo Verde ha presentato già oggi una ulteriore interrogazione. “Intanto - puntualizzano gli ambientalisti - l’ammissione di un blocco dell’operazione contenuta nella risposta odierna di Kompatscher è già interessante”.