“Queste cose non devono succedere”
Lo scorso 14 marzo, salto.bz ha portato alla luce l’episodio che ha visto suo malgrado protagonista Wisdom, un giovane lavoratore di origine nigeriana e residente in Italia da nove anni. La storia ormai è nota: nel momento in cui stava per salire l’autista gli ha chiuso le porte in faccia. Invano sono stati i tentativi di mostrare il proprio abbonamento, il Green Pass, e la mascherina FPP2. L’autobus è ripartito, con l’autorizzazione delle Forze dell’ordine accorse sul posto, che hanno identificato Wisdom e i passanti rimasti sul posto a difenderlo.
Il gruppo consiliare dei Verdi ha presentato un’interrogazione provinciale per chiedere spiegazioni sulla vicenda. In particolare è stato chiesto alla giunta se “l’autista è stato individuato, se i fatti sono stati accertati, se sono stati presi dei provvedimenti affinché fatti di questo tipo non accadano più, se autiste e autisti ricevono una formazione ad-hoc per una comunicazione e un comportamento corretti nei confronti delle e degli utenti del servizio autobus”.
A rispondere in aula oggi, 5 aprile, è stato l’assessore alla Mobilità Daniel Alfreider, accennando al fatto che “episodi del genere non devono accadere” ma fornendo, al contempo, rassicurazioni del tutto vaghe rispetto a quanto richiesto dall'interrogazione. Alfreider sottolinea che si sono svolti dei colloqui interni a Sasa con l’autista in questione e che sono state attivate alcune procedure per chiarire la vicenda, fino a prendere provvedimenti. Provvedimenti di cui, tuttavia, non è dato a sapere alcunché. Al contrario, invece, l’Assessore alla mobilità ha fornito tutta una serie di dettagli non richiesti sulla conformazione dei nuovi autobus irritando la consigliera Brigitte Foppa, prima firmataria, che ha punzecchiato Alfreider sulla scarsità delle informazioni fornite, lamentando in aggiunta la scarsa attenzione prestata dal suo interlocutore durante il suo intervento: “Ci confrontiamo spesso, qui in Consiglio, sul tema del razzismo e spesso vengono segnalati episodi simili a quello denunciato dai media. Serve una maggiore cultura e attenzione sul tema” - ha concluso la consigliera.