Politica | cambio di rotta

Rivoluzione nella sanità

Entro il 2026 verranno finanziati e realizzati tre Ospedali di comunità e cinque Centrali operative territoriali. "Un cambio di paradigma nell'assistenza".
ospedale Merano, Krankenhaus, Meran
Foto: USP

In Alto Adige verranno finanziati e realizzati entro il 2026, con i fondi del PNRR e della Provincia, cinque Centrali operative territoriali (a Bressanone, Brunico, Merano, Bolzano ed Egna), dieci Case della Comunità (a Naturno, Merano, Bolzano, Appiano, Egna, Laives, Chiusa, Bressanone, Brunico e San Candido) e tre Ospedali di Comunità con ospedali con posti letto per le cure intermedie (a Bolzano, Merano e Egna). Il presidente Kompatscher ha sottolineato che questo è un primo passo, ma che in futuro lo stesso sistema sarà esteso alle restanti parti del territorio provinciale. In totale, per i progetti citati si stimano costi per 67,3 milioni di euro. Di questi, 24 milioni di euro saranno coperti da fondi statali del PNRR e 43,4 milioni di euro dal bilancio provinciale.

Da alcuni anni "la parola d'ordine è avvicinare l'assistenza sanitaria ai cittadini" con strutture e servizi in grado di alleggerire il lavoro svolto dai grandi ospedali. La Provincia ha elaborato una serie di progetti che saranno cofinanziati dallo Stato con i fondi del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. “L'obiettivo di questi progetti è quello di avvicinare l'assistenza sanitaria ai cittadini. Si tratta di misure già previste che comunque finanzieremmo dal bilancio della Provincia. Tuttavia, i fondi statali ci danno l'opportunità di implementarli più rapidamente e di investire fondi provinciali in altri settori", ha spiegato il presidente della Provincia Arno Kompatscher in una conferenza stampa.

L'esplosione dei costi e il calo dei lavoratori qualificati rendono essenziale nel lungo termine una riprogettazione e un migliore collegamento in rete degli operatori sanitari. Il direttore di Dipartimento, Günther Burger, ha sottolineato che lo sviluppo demografico e il numero crescente di malati cronici stanno ponendo sfide simili a tutti i sistemi sanitari. "Anche la pandemia ha evidenziato la necessità di rafforzare l'assistenza sanitaria a domicilio e nelle strutture territoriali. Gli studi dimostrano che gli investimenti in questo settore spesso rifluiscono nelle casse pubbliche, perché in questo modo è possibile ridurre le costose degenze ospedaliere ed aumentare la qualità delle cure ", afferma Burger.

"Stiamo parlando - ha detto la direttrice tecnico-assistenziale, Marianne Siller - di un vero cambio di paradigma: attraverso le dimissioni cosiddette protette, i pazienti saranno accompagnati a seguito di un ricovero ospedaliero in modo tale da prevenire ricadute acute con conseguente accesso al Pronto Soccorso. Ciò richiede investimenti per la messa in rete e strutture dedicate". Un elemento essenziale della riorganizzazione sarà quello della creazione delle Centrali Operative Territoriali (COT) che hanno lo scopo di mettere in rete i vari servizi e specialisti, come medici di medicina generale, medici specialisti ed altri operatori del settore sanitario e sociale, gli ospedali o i servizi per le cure palliative, così come le famiglie, i caregiver o le associazioni di volontariato o di pazienti. Si tratta di una piattaforma di dialogo in cui il personale riceve telefonate ed e-mail e li assegna ai servizi più appropriati o coordina la loro interazione. In questo modo, i pazienti dovrebbero essere assistiti nel modo più adeguato in base alle loro esigenze e ricevere cure multidisciplinari.

Altri due elementi costitutivi della riorganizzazione sono le cosiddette Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità. Le prime sono strutture di assistenza primaria, evoluzione degli attuali Distretti, che fungeranno da sportello unico per tutti i servizi sanitari territoriali e saranno gestiti da un'équipe multidisciplinare di operatori sanitari e sociali che effettuerà anche il prelievo del sangue e vari altri servizi diagnostici, terapeutici, assistenziali e riabilitativi. A seconda della loro dimensione avranno orari di apertura prolungati che vanno da 12 a 24 ore su 24. Gli Ospedali di Comunità sono strutture sanitarie, in rete con le centrali operative territoriali e le Case della Comunità, che serviranno per brevi degenze o interventi sanitari meno complessi sotto il profilo clinico e saranno gestiti principalmente da personale infermieristico. Possono fungere anche da strutture transitorie dopo la dimissione dall'ospedale e prima del rientro a casa.

Come ha infine sottolineato il direttore generale dell'Azienda sanitaria, Florian Zerzer, una delle maggiori sfide risiede nei tempi stretti per l'attuazione: per la fatturazione tramite PNRR, tutti i progetti devono essere completati entro il 2026. "Dobbiamo lavorare rapidamente e bene per poter utilizzare le risorse secondo le specifiche, ma siamo preparati", afferma Zerzer.