Ridotto ufficialmente lo status del lupo

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Cambia ufficialmente lo status di protezione del lupo. Oggi (5 giugno) il Consiglio UE ha adottato la modifica della direttiva Habitat facendo passare ufficialmente la specie da "rigorosamente protetto" a "protetto". Si tratta di un passaggio formale di allineamento della direttiva UE alla Convenzione di Berna, che ha l’obiettivo di dare maggiore flessibilità agli Stati membri nella gestione del lupo. Lo scorso 8 maggio il Parlamento Europeo votò a favore della riduzione della tutela con ben 371 parlamentari, contro i 162 che invece volevano mantenere la massima protezione della specie. L’unico emendamento presentato, che chiedeva il rigetto della proposta, venne bocciato.
La modifica arriva dopo 54 anni di protezione assoluta della specie. Si dovrà comunque continuare a garantire uno stato di conservazione soddisfacente della specie. In ogni caso gli Stati potranno continuare ad elencarlo nella legislazione nazionale come specie rigorosamente protetta e adottare misure più rigorose per la sua protezione.
“Ammazzare i lupi non diminuirà le predazioni”
“Il voto degli europarlamentari e la ratifica da parte del Consiglio dell’UE, è frutto di una scandalosa ideologia filo-venatoria – dichiara Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici della LAV - la scienza e l’esperienza dei Paesi dove già oggi il lupo viene ucciso dimostrano che ammazzare i lupi non diminuirà le predazioni – anzi potrà addirittura comportarne l’incremento - né favorirà l’accettazione sociale della specie, come affermato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), ovvero la più autorevole organizzazione scientifica conservazionista al mondo”.
La LAV ha quindi annunciato una battaglia durissima a livello nazionale per contrastare il percorso di recepimento della modifica alla Direttiva Habitat a livello nazionale. “Formalmente il Governo ha 18 mesi di tempo per aprire la caccia al lupo, ma immaginiamo che Lollobrigida vorrà metterci 18 giorni… è incredibile che gli animali siano utilizzati come strumenti per raccattare consenso elettorale da parte di una classe politica allergica alla scienza e prona ai ricatti del mondo allevatoriale e della caccia, non lasceremo i lupi nelle mani dei loro aguzzini politici!” conclude LAV.
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