Economia | Occupazione
La verità dell'INPS
Foto: upi
"Nel 2017 l’occupazione è cresciuta consolidando un trendpraticamente ininterrotto da quattro anni". È la prima frase del XVII Rapporto annuale dell'INPS, l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, presentato a Roma il 4 luglio, che certifica anche un tasso di disoccupazione all'11,2%, e un tasso di attività che ha raggiunto il 70,3 per cento per la popolazione tra i 20 e i 64 anni d'età. Nemmeno prima della crisi erano così tanti gli italiani a lavorare o a cercare attivamente un lavoro.
Le 369 pagine del Rapporto passano in rassegna alcuni temi al centro dell'agenda politica, come il lavoro nella gig economy (da Uber ad Airbnb) o la vicenda dei fattorini in bicicletta che lavorano per le piattaforme digitali, ma l'elemento più politico è senza dubbio l'intervento firmato dal presidente, l'economista Tito Boeri. Un testo importante, che evidenzia ogni singola parola anche grazie a scelte lessicali ricercate. Il primo paragrafo, ad esempio, è dedicato all'inconsapevolezza demografica che vive il nostro Paese. Spiega, cioè, che "gli italiani sottostimano la quota di popolazione sopra i 65 anni e sovrastimano quella di immigrati e di persone con meno di 14 anni", e sottolinea come "la deviazione fra percezione e realtà è molto più accentuata da noi che altrove". Ma a causare questa situazione - spiega il presidente dell'INPS - "non sono solo pregiudizi. Si tratta di vera e propria disinformazione. Diversi esperimenti dimostrano come sia possibile migliorare in modo sostanziale la cosiddettademographic literacy degli italiani. Basta dire loro la verità. Purtroppo è anche possibile peggiorare la consapevolezza demografica, ad esempio agitando continuamente lo spettro delle invasioni via mare quando gli sbarchi sono in via di diminuzione. La classe dirigente del nostro Paese dovrebbe essere impegnata in prima fila nel promuovere consapevolezza demografica".
Azzerando le immigrazioni, scrive ancora Boeri citando Eurostat, l'Italia perderebbe in una legislatura (5 anni) circa 700 mila abitanti, ben più della popolazione della Provincia autonoma di Bolzano, pari a 528.379 persone al marzo 2018, secondo l'istituto statistico provinciale.
Boeri è preoccupato del declino demografico del Paese anche per quanto riguarda la tenuta del sistema pensionistico. Spiega, nel suo intervento, che l'INPS può reggere l'aumento dell'aspettativa di vita della popolazione, modificando e adeguando l'età pensionabile, ma non a una riduzione significativa nel numero dei contribuenti. Perché, ad esempio, non favorire l'ingresso nel Paese di colf e badanti, professioni per le quali c'è un aumento della domanda da parte delle famiglie italiane, mediante decreti-flussi? L'ultimo è stato nel 2011, e oggi "il numero di lavoratori domestici extra-comunitari iscritti alla gestione Inps tende inesorabilmente a ridursi, non compensato (o compensato in minima parte) dall’aumento dei lavoratori comunitari o italiani che non hanno problemi coi visti". Gli immigrati che non possono entrare regolarmente in Italia, così, finiscono col lavorare in nero (aspettando una sanatoria per regolarizzarsi, come accadde nel 2012).
"Nel confronto pubblico degli ultimi mesi si è parlato tanto di immigrazione e mai dell’emigrazione dei giovani" scrive Boeri. Anche il presidente dell'INPS glissa sulle cause di queste uscite volontarie, anche perché indagarne le cause potrebbe rendere meno "felice" il dato relativo agli occupati, ai 25 milioni di italiani che sono stati assicurati all'Istituto di previdenza nel 2017, ma il richiamo alla demografia e a dati oggettivi è una risposta agli attacchi di Matteo Salvini, vice-presidente del Consiglio e ministro dell'Interno. "I dati sono la risposta migliore e non c'è modo di intimidirli" ha detto Tito Boeri a margine della presentazione della relazione. "Oggi presentiamo quella che è la verità che bisogna dire in Italia". Qual è? "Il nostro Paese ha bisogno di aumentare [l'immigrazione] regolare". Nel lavoro manuale non qualificato ci sono il 36% dei lavoratori stranieri in Italia e l'8% degli italiani. La storia ''ci insegna che quando si pongono forti restrizioni all'immigrazione regolare, aumenta l'immigrazione clandestina e viceversa". Una riduzione del 10% dei regolari aumenta dal 3 al 5% l'immigrazione regolare. "In presenza di decreti flussi del tutto irrealistici", sottolinea Boeri, la domanda di lavoro immigrato "si riversa sull'immigrazione irregolare di chi arriva in aereo o in macchina, non coi barconi ma coi visti turistici, e poi rimane".
La presentazione del Rapporto si è tenuta alla Camera dei Deputati. Il plico sarà stato recapitato al governo?
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