“Tutti vogliono fare tutto con tutti”
Lunedì 4 ottobre, Consiglio provinciale di Bolzano. Arrivano i primi exit-poll delle amministrative in Italia. Sembra già delinearsi un buon risultato del centrosinistra, mentre nel centrodestra l'unica a gioire è Fratelli d'Italia (FdI), che vede ampliarsi il proprio vantaggio sulla Lega all'interno della coalizione. Ma per Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Fratelli d'Italia nonché candidato sindaco a Merano è ancora troppo presto per fare previsioni. Anche sul suo destino personale.
salto.bz: Consigliere Urzì, una domanda doverosa: perché candidarsi a sindaco di Merano, lei che non è meranese?
Alessandro Urzì: Non sono l'unico non residente. Detto questo, mi è stato richiesto dalle due consigliere comunali uscenti, Paola Zampieri e Ilenia Nero, e in un confronto con Giorgia Meloni questa necessità è stata condivisa. Per fortuna: c'è bisogno di portare Merano a confrontarsi con una dimensione assente in questi ultimi anni, quella più ampia provinciale. È la seconda città della provincia ma non può vantare una sede universitaria al contrario di Bolzano, Brunico e Bressanone. Le forze politiche che l'hanno governata sono avvolte in una spirale incapace di riconoscere il ruolo che spetterebbe a Merano. La città è ostaggio di liste civiche con una visione localistica e autoisolata, sebbene la Civica di Balzarini abbia appoggiato il PD – tant'è vero che Repetto ne porta il nome sul simbolo. È stata una difesa di poltrone e interessi. La mia candidatura alternativa soddisfa un'altra esigenza.
Quale?
Le faccio un paio di esempi. Le campane della raccolta della plastica, che con uno “straordinario” sindaco verde e i suoi finti avversari delle Civiche non esistono. Noi, per una raccolta differenziata efficiente per Merano, proponiamo anche l'interramento delle campane dei rifiuti. Altro esempio è quello delle ciclabili, la peggiore dell'Alto Adige. Non ci si sposta da una parte all'altra della città, ma si viene trascinati in rotonde o strade a veloce scorrimento pericolose. Vogliamo risvegliare i meranesi, con una visione non avviluppata nelle logiche locali.
C'è bisogno di portare Merano a confrontarsi con una dimensione assente in questi ultimi anni, quella più ampia provinciale.
Lei è molto critico verso le Civiche che sostengono Dal Medico, il quale però ha l'ambizione (e le chance) di battere il sindaco uscente Paul Rösch – dopo esserci quasi riuscito nel 2020. Sarebbe il primo sindaco italiano di Merano dopo anni. Lei è un guastafeste?
Se la narrano e se la cantano, e a noi non piace la tattica, bensì la concretezza. L'esperimento è già fallito: la Civica e Alleanza per Merano hanno già governato negli ultimi dieci anni, separatamente, fingendo poi di riunirsi sulla base di una logica di potere, aggrappandosi alla possibilità di avere un ruolo – ma di sicuro non di vincere, perché Dal Medico non ha le carte per vincere. Loro non hanno mai aperto a una cordata che rafforzasse le probabilità di vittoria, ci schifano, poi però di nascosto ci supplicavano. Senza Fratelli d'Italia, al ballottaggio, non ci sarebbe stato il “fenomeno Dal Medico”. Eppure loro hanno contribuito alla minorità del gruppo linguistico italiano nella giunta precedente. Noi invece non ci candidiamo a nessuna poltrona, anche si aprisse una qualche partita.
E la Lega, che pure andrà da sola al primo turno?
Un altro errore strategico, rifiutare la nostra proposta. Se le Civiche sono la rappresentazione di ciò che di più vecchio c'è a Merano, delle precedenti amministrazioni, la Lega – nonostante nel 2023 correrà con noi alle politiche – fa la schizzinosa e sostiene che sia problematico per loro. Temo abbia preso il sopravvento l'idea che tutti siano disponibili a fare tutto, con tutti. La Lega non esclude nulla: a livello provinciale sta con la SVP, a livello nazionale con PD e M5S... Fratelli d'Italia è disponibile a confrontarsi con tutti, ci candidiamo per vincere ed essere determinanti. O fare opposizione, al contrario dei 5Stelle che sostenevano Rösch fosse il male e ora lo sostengono.
La Lega? Temo abbia preso il sopravvento l'idea che tutti siano disponibili a fare tutto, con tutti.
Falda di Sinigo: lei ha portato la questione all'attenzione del Consiglio provinciale. Soluzioni?
Prima ci ridevano in faccia, una volta che si sono avvicinate le elezioni a Merano si sono svegliati dal torpore e si sono detti: non è che poi della falda ha parlato solo FdI e Urzì? Allora hanno cominciato a spacciare una finta attenzione al problema, votando un documento a Merano quando andava fatto a Bolzano in Consiglio provinciale, che è la sede dove farlo votare. Tant'è vero che a Merano la Volkspartei l'ha firmato, in Consiglio provinciale ha votato contro. Le prime interrogazioni sulla bonifica le ho fatte dieci anni fa. Sono totalmente incredibili.
Sul traffico, invece?
Merano è una città soffocata e stritolata dal traffico. Non è traffico dei meranesi, spesso, ma dei turisti – sebbene il turismo rappresenti una risorsa. Ma ci vuole un concetto per accogliere i turisti, con spazi di posteggio e navette ogni tre minuti. Non gli serve posteggiare sotto il Duomo. “Prima i meranesi” per noi ha un senso, e spostarsi in auto a Merano significa dedicare mezza giornata per attraversare la città, oltre a dover pagare l'obolo del parcheggio. Tra le ordinanze sindacali che farò una volta eletto è prevedere un'ora di sosta gratis sulle strisce blu. Rösch ha “risolto” il problema del traffico chiudendo le strade o gli accessi, restringendo carreggiate e realizzando sensi unici, creando ostacoli al posteggio e difficoltà alla fluidità del traffico. Il meranese ha il diritto di andare in centro, e non è giusto che paghi il prezzo dell'afflusso turistico. Anche Corso Libertà potrebbe essere riaperto ai mezzi pubblici di una certa dimensione.
Dicono: “Noi vogliamo governare, con chi ci sta”. E i contenuti? E la svendita dei gioielli di famiglia come l'Azienda energetica?
Tutti vanno con tutti, diceva lei, e tutti vorrebbero andare con la Volkspartei. Cosa ne pensa della candidatura di Katharina Zeller? Qualcuno dice che SVP e Civiche abbiano già trovato la quadra per governare insieme, sia se vincesse Zeller, sia se vincesse Dal Medico. Cosa ne pensa?
Premesso che è curioso dire “Zeller = nuovo”, tutti vorrebbero fidanzarsi con la Volkspartei. Va bene avere un'idea di partecipazione ampia, sia chiaro. Noi ci siamo pure candidati a governare con la SVP, in Provincia. Certo, non è sempre necessario coinvolgerla quando non se lo merita. Ad esempio a Laives, si poteva riconsiderare un'opzione diversa dato che la maggioranza era autosufficiente. Noi non sbaviamo e non facciamo le serenate, tutto qui. I nostri avversari dicono: “Noi vogliamo governare, con chi ci sta”. E i contenuti, sul restituire un ruolo e vivibilità a Merano? Lo chiedo a chi ha svenduto i gioielli di famiglia, ad esempio il patrimonio dell'Azienda energetica ad Alperia, e ora pensa soltanto a chi farà l'assessore. Per noi è uno schema mortificante.
Vede ricomporsi il medesimo scenario di un anno fa?
Peggio. Noi siamo l'unica alternativa, per gli elettori moderati o di centrodestra, ai due schieramenti di centrosinistra. Poi c'è la Lega: fossimo andati insieme, andavamo sparati al ballottaggio.
Quindi lei definirebbe la coalizione di Dal Medico “centrosinistra”?
Certo. E pure il Team K è strutturale al centrosinistra. Per noi “mai con il PD” ha un senso logico, e questa coerenza non la possono vantare i Civici, che sono dei Robin Hood al contrario. E anche i nostri alleati della Lega, se a Roma governano con Pd e 5Stelle...
Dal suo punto di vista, non basta essere un sindaco italiano per rappresentare un cambiamento positivo per il gruppo linguistico italiano?
No. Per paradosso, ci può essere qualche sindaco tedesco migliore di qualche candidato sindaco italiano. Non abbiamo pregiudizi di questo tipo.
Meglio qualche sindaco tedesco, a volte, di qualche candidato sindaco italiano.
In Sudtirolo si inizia già a parlare di ricandidature alle elezioni provinciali. Lei ha citato le elezioni politiche, che sono più vicine. La sua candidatura a Merano potrebbe essere interpretata come un primo passo – di campagna elettorale – verso altre candidature: la riconferma in Consiglio provinciale o, ancora meglio, “il salto” in Parlamento con Fratelli d'Italia.
Non ne ho bisogno. Se vengo eletto sindaco, faccio il sindaco di Merano. Sono quasi 25 anni che faccio il Consigliere provinciale e sono orgoglioso di essere stato eletto con le preferenze, perché i cittadini hanno scelto così. Ogni 5 anni possono mandarti a casa. Da quando sono qui, ho visto quasi tutti andare a casa e io invece sono rimasto. Non ci sono doppi ragionamenti.
Ma se lei non dovesse diventare sindaco di Merano...
Non ho ambizioni di nessun tipo. Sono sempre stato fermissimo sul presidio di alcuni valori politici fondamentali. Sono passato da AN al Pdl, poi coi movimenti seguiti alla dissoluzione del Pdl ho difeso la rappresentanza del gruppo linguistico italiano attraverso “Alto Adige nel cuore”. È stata una scelta naturale tornare nel partito che rappresenta quello in cui sono cresciuto, Alleanza Nazionale. E stiamo lavorando alla crescita della nostra area, perché non è immaginabile un Urzì per sempre, e il primo a dirlo è Urzì. La mia sfida è spingere avanti nuova classe dirigente: nel 2023 la sfida sarà portare una squadra di eletti in Consiglio provinciale – non più solo Urzì e non so se ancora Urzì – tornando a essere la rappresentanza importante che siamo stati nel passato.