Solidarietà tra Europa e Nepal
A pochi giorni dal terremoto che ha fatto tremare il Nepal a partire dal 25 Aprile passato con una scossa di magnitudo 7.8 (per avere un termine di paragone ricordiamo il terremoto dell’Aquila con una magnitudo di 6.3) i bollettini dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano non promettono nulla di buono: i ricercatori del centro si aspettano nelle prossime settimane tra le 3 e le 14 scosse con magnitudo superiore o uguale a 5.
In questa situazione disperata incontriamo Astrid Rößler, che qualche anno fa ha fondato insieme alla madre un’associazione ONLUS per l’aiuto del Nepal, con sede a Waldkirchen, in Germania.
Buongiorno Astrid, lei è co-fondatrice dell‘associazione “Brücken zum Himalaya”. Com’è nata quest‘idea?
Qualche anno fa durante un trekking attraverso questa regione sono arrivata fino a Mele Gompa, un piccolo monastero in Nepal a sud dell’Everest, dove sono stata in assoluto la prima visitatrice giunta da un paese occidentale. Il Lama del monastero mi ha chiesto aiuto per via del tetto che rischiava di crollare, così ho iniziato a raccogliere denaro tra amici e familiari in Germania – con delle piccole donazioni ce l’abbiamo fatta e i lavori per il tetto si sono conclusi nel 2001.
Questo è stato solo l’inizio: altri mi hanno successivamente chiesto aiuto e così ho proseguito nella ricerca di fondi.
Una volta ad esempio è stato il turno di un giovane vedovo che non era più in grado di mantenere i suoi piccoli figli: per loro ho cercato e trovato dei “padrini” che poi hanno pagato il collegio a Kathmandu ai giovani.
Il mio amore per il Nepal non si è spento e così nel 2003 ho fondato con mia madre questa associazione, “ponti per l’Himalaya”.
Per consentire ai piccoli di poter studiare senza dover abbandonare il villaggio per la grande Kathmandu abbiamo dato il via al progetto successivo. La nostra scuola è stata realizzata nel 2006, dispone di una cucina e di camere in grado di ospitare 22 piccoli monaci. Con altre donazioni è stata comprata anche una pompa per l’acqua a pannelli solari.
Vi dedicate quindi principalmente alla costruzione di scuole?
“Brücken zum Himalaya” è un’associazione nata con lo scopo di sostenere la cultura locale del Nepal. Noi costruiamo dei ponti perché mettiamo in contatto il moderno occidente in cui tutti viviamo con un villaggio tradizionale del povero Nepal. Noi vorremmo permettere agli abitanti di questo villaggio di vivere in armonia con la natura ma allo stesso tempo di trarre vantaggio da alcune tecnologie che al giorno d’oggi abbiamo. Vogliamo che i bambini possano da un lato continuare a studiare nel loro villaggio contribuendo così a mantenere le tradizioni locali, e dall’altro lato che i più bravi continuino gli studi anche a Kathmandu, se lo desiderano.
Come ha funzionato fino ad oggi la scuola?
La scuola, ovvero il monastero di “Mele Gompa”, ospita 22 giovani monaci. Questo non vuol dire solo sostegno a questi 22 ma anche alle loro famiglie che hanno una bocca in meno da sfamare. Nessuno dei piccoli è però costretto poi a diventare monaco o a rimanere nel monastero.
Non ci occupiamo però solo di questo monastero – a Kathmandu l’associazione gestisce un “ostello” per giovani che arrivano dalla zona di Mele. Sono scolari e studenti che grazie al nostro aiuto, e alla nostra struttura, si ritrovano lì a vivere insieme in modo autonomo, come una grande famiglia.
Io li seguo come una mamma, a volte come amica e confidente, li sento a volte anche ogni giorno al telefono.
Attraverso una buona formazione questi bambini e ragazzi dovranno diventare la chiave per la sopravvivenza di Mele Gompa, fare da ponte, anche loro, tra il nuovo mondo e il loro piccolo villaggio. Il nostro obiettivo e che i giovani imparino delle cose che possano in futuro sfruttare a vantaggio della propria regione e della comunità, per questo poniamo l’accento sulla cultura tradizionale.
Cosa sa della situazione attuale nel villaggio?
Come tutti quelli che leggono i quotidiani sanno la situazione in Nepal è in questo momento caotica. Anche i nostri partner presenti in regione ci fanno sapere che la preoccupazione maggiore è per il dopo, quando tutti andranno via e le grandi organizzazioni smetteranno di prestare il loro aiuto.
Nel frattempo siamo anche riusciti a metterci in contatto con il nostro villaggio, dal quale abbiamo anche ricevuto le prime foto – ora sappiamo meglio quale sia l’entità dei danni.
Il monastero e la scuola non ci sono più. Non ci sono stati feriti tra di loro per fortuna – tutti i bambini al momento del terremoto erano fuori a giocare a calcio, perché era sabato e non c’era lezione.
Nel monastero vicino, anche questo legato a noi, ci sono però state vittime, purtroppo.
Per ora le persone hanno ancora da mangiare, ma anche il raccolto di patate è mezzo distrutto a causa della grandine. Durante il sisma è andata distrutta anche la strada che porta al confine con il Tibet, quindi con la Cina, da dove arrivavano sempre molti rifornimenti. Questa via rimarrà chiusa probabilmente per degli anni prima che venga ripristinata.
Noi abbiamo promesso a quelli del villaggio, soprattutto ai piccoli, che ricostruiremo la scuola. Tutte le loro speranze dipendono dall’Europa, adesso.
Quando crede che questo potrà avvenire?
Speriamo di avere presto la possibilità di portare delle tende da campo a Mele Gompa. Per fare questo ci sono però molti ostacoli da superare: non ci sono mezzi di trasporto da comprare in Nepal, a Kathmandu ci sono dei regolamenti doganali estremamente complicati, e poi il trasporto fino a Mele su strade distrutte è quasi impossibile. Noi speriamo però di riuscire il prima possibile a mantenere la nostra promessa.
Perché proprio il Nepal ha bisogno del nostro aiuto?
Il Nepal è uno dei 10 paesi più poveri al mondo. Questo viene accentuato anche dalla difficile situazione politica che non permette dei reali passi in avanti.
Se negli ultimi 2-3 anni abbiamo assistito a qualche miglioramento questa disgrazia ha di nuovo azzerato tutto.
8 milioni di persone hanno subito danni, ma non possono aspettarsi nessun grande aiuto dallo stato.
In questo momento le grandi organizzazioni stanno portando certo una grande quantità di denaro e di aiuti in Nepal, ma tutto questo spesso non riesce ad arrivare a quelli che ne avrebbero più bisogno. Ci vuole personale sul posto che garantisca davvero l’assistenza di quelli che sono più lontani dai grandi centri.
I membri della nostra associazione visitano regolarmente Mele Gompa così come i giovani a Kathmandu; io inoltre parlo la lingua del posto e così siamo facilitati nella comunicazione.
I nepalesi non chiedono aiuto, ma lo accettano con gratitudine.
Come vengono utilizzate le offerte che raccogliete adesso?
I ragazzi e i bambini del collegio in città hanno già altri “sponsor”, così tutte le offerte raccolte ora vengono usate direttamente per la scuola di Mele. Il denaro viene girato su un conto apposito di Kathmandu al quale hanno accesso solo l’associazione e il responsabile presente sul posto.
Come si può fare una donazione?
Basta fare un versamento sul nostro conto:
Verein Brücken zum Himalaya
Konto-Nr. 859330 Sparkasse Waldkirchen BLZ 740 512 30
IBAN: DE39 7405 1230 0000 8593 30
SWIFT-BIC: BYLADEM1FRG