Economia | Energia elettrica

Ctcu: “Tariffa bioraria, un bluff”

Era stata introdotto come strumento per per far risparmiare i consumatori. Un'indagine rivela però che il risparmio annuo si aggirerebbe sui 4 euro.
Ein schönes Areal, das sehr gut genutzt wird: Die BASIS Vinschgau Venosta in Schlanders von oben (und aus dem Promo-Video).
Foto: BASIS Vinschgau Venosta

Quattro euro all'anno non è questo gran risparmio. Chi si affanna ad utilizzare lavatrice, lavastoviglie, aspirapolvere ed elettrodomestici vari la sera o nei week end è dunque avvertito: un'indagine condotta dal Centro tutela consumatori utenti svela il bluff della tariffa bioraria per l'energia elettrica, introdotta dall'Autorità garante per l'Energia elettrica e il gas come idea innovativa per razionalizzarne l'utilizzo e appunto far risparmiare soldi ai consumatori. Il meccanismo ha in effetti una chiara logica di fondo: la sera e nei fine settimana, le famiglie e le imprese consumano meno che nelle ore diurne dei giorni feriali. E quindi? “Per poter ottimizzare lo sfruttamento delle centrali elettriche – si legge nella nota del Ctcu – rendendo così il loro esercizio più economico, i produttori di energia vendono la corrente a prezzi minori nei periodi di 'basso carico', cioè in particolare di notte. Questi prezzi minori avrebbero dovuto quindi essere girati ai clienti finali. Ma così non è stato”.

La tariffa bioraria prevede tre fasce: la F1, tariffa giornaliera dalle 8 alle 19 dei giorni feriali; e la F2 e F3, tariffa serale (dalle 19 alle 8) e festiva (sabato, domenica e festivi, tutto il giorno). Chi riesce a concentrare i propri consumi nelle fasce F2 e F3 per oltre il 66 per cento del totale, avrebbe ottenuto degli sconti che il Ctcu quantifica però in soli 3,99 euro annui, che salgono a 6,96 per chi riesce a salire al 90 per cento. Un'inezia insomma. La conclusione del direttore Walther Andreaus è lapidaria: “Le tariffe variabili a seconda della fascia di consumo non portano ad alcun risparmio”.