Il destino incerto di Castel Mareccio
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Il destino di Castel Mareccio è ormai questione provinciale. Il patrimonio del maniero è stimato tra i 12 e 15 milioni di euro, con una relativa rendita annua di 7/800.000 euro dall’affitto del castello, dal suo parcheggio e da due ettari di pregiato vigneto. Sulla sua sorte rimangono molti dubbi ed anche diverse polemiche, nate nelle scorse settimane in Consiglio provinciale.
Tutto nasce dalla richiesta del consigliere provinciale Sandro Repetto di integrare la legge provinciale 18 agosto ’92 sul riordinamento delle organizzazioni turistiche. La proposta di legge del consigliere PD chiedeva di modificare l’articolo 26; nello specifico si trattava di aggiungere al testo “Le associazioni turistiche che succedono alle aziende [..], subentrano in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi delle aziende” le parole “ad eccezione dell’Aziende di soggiorno di Bolzano e dell’Aziende di soggiorno e cura di Merano”. L’ottica era quella di tutelare e mantenere pubblico il considerevole patrimonio dell'Azienda di Soggiorno di Bolzano, non rendendo automatico il trasferimento. Passata in commissione legislativa, la proposta è stata poi soppressa in aula dall’assessore provinciale al turismo Luis Walcher per via di una discussione sulla privatizzazione della ADS di Bolzano in fase di sviluppo.
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Lo “shopping compulsivo” della Provincia
La questione dell'Azienda di Soggiorno di Bolzano e del suo consistente patrimonio ha generato una “reazione scomposta” all’interno della maggioranza. Dopo lo stop di Walcher è intervenuto anche l’assessore alle opere pubbliche e alla valorizzazione del patrimonio Christian Bianchi, che ha messo sul tavolo l’opzione che fosse la Provincia ad acquistare il bene per mantenerlo pubblico. Possibilità fortemente criticata dal Pd: “A nostro avviso – spiega Repetto – questo patrimonio deve rimanere pubblico e del Comune, perché grazie ai ricavi da esso derivanti, possono essere finanziate altre attività di interesse turistico generale, a favore dell'intera comunità cittadina”.
Sulla questione si è espresso anche il vicepresidente della Provincia Marco Galateo che ieri (5 agosto) aveva appoggiato la proposta di Bianchi. “Il Castello è sottoutilizzato – ha affermato l’esponente Fdi – andrebbe usato per gli eventi più importanti della Provincia, come ad esempio gli incontri con ministri, non per feste private, come ora avviene”. Di tutt’altro avviso Repetto, che replica: “Il bene è gestito dalla Fondazione castelli che fa eventi di carattere culturale, è poi aperto al pubblico e alla cittadinanza per matrimoni e feste. L’idea di Galateo è di farlo gestire dalla Provincia togliendolo così alla cittadinanza. La provincia si vuole dare allo shopping compulsivo di maniero, parcheggio e vigneto, affinché rimangano in mano pubblica, ma non si capisce da chi lo acquisterebbe”.
“Messa giù così sembra un finanziamento occulto”
La questione più rilevante ma anche meno chiara riguarda però le modalità con cui questa vendita/acquisto dovrebbe essere fatta. “Siamo davanti ad un caso che a mio avviso potrebbe interessare la Corte dei Conti – afferma Repetto – Un'Azienda pubblica, proprietaria di patrimonio pubblico, dovrebbe trasferire gratuitamente un ingente patrimonio ai privati, che lo venderebbero all'ente pubblico, incassando una somma stratosferica, per un bene ricevuto -da quel che si legge- gratuitamente.” Il rischio, secondo il consigliere, è che l’azienda di soggiorno trasferisca tutto il patrimonio al privato che poi lo “rivenderebbe” alla Provincia per renderlo pubblico. “Messa giù così sembra un finanziamento occulto”, commenta il consigliere.
La questione della privatizzazione“Il Pd doveva intervenire prima”, è lo stesso Repetto ad ammetterlo. Ha la data di ieri (4 agosto) la richiesta del capogruppo bolzanino del PD Silvano Baratta di un incontro ad hoc con il Sindaco Caramaschi per parlare della privatizzazione dell’azienda di soggiorno di Bolzano. Va precisato che, nel programma della Giunta comunale di cui il Pd fa parte, la “ristrutturazione dell’azienda di soggiorno” è un punto fermo. Sulla scelta di privatizzare, infatti, il Pd non si esprime né a favore né contro: “C’è uno studio realizzato dal Cda dell’azienda di soggiorno che valuteremo”, afferma Repetto. Sul rischio che questo favorisca le categorie del turismo a discapito delle necessità la cittadinanza, Repetto commenta: “E’ una paura che abbiamo, per questo il gruppo consiliare del Pd è intervenuto con la richiesta di un incontro”.
“Il Pd doveva intervenire prima”
Attualmente l’azienda di soggiorno, che è di diritto pubblico, ha un consiglio di amministrazione composto da 9 membri con tre nomi proposti dalla Giunta provinciale e sei dal Comune di Bolzano, di cui 2/3 su indicazione delle associazioni imprenditoriali del turismo e del commercio. Le ipotesi sui soggetti giuridici esposte nel dossier della privatizzazione propendono per la forma della Cooperativa, i cui soci saranno verosimilmente gli stakeholder del settore turistico, quindi HGV e Unione Commercio e Confesercenti. La palla a questo punto passa al Comune di Bolzano, che non pare al momento intenzionato ad acquistare di tasca propria il bene.
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