Politica | Continuano le violazioni dei diritti umani in Cecenia

Cecenia

A dieci anni dall'assassinio di Anna Politkovskaia a Mosca (7 ottobre 2006), l'APM vuole ricordare il perdurare delle gravi violazioni dei diritti umani in Cecenia.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Salto.bz

L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) vuole tenere fede all'eredità della grande giornalista e attivista per i diritti umani uccisa a Mosca il 7 ottobre 2006 e continua a monitorare la situazione dei diritti umani in Cecenia, ma dopo la morte della giornalista è diventato sempre più difficile avere notizie precise e regolari dal paese. I rapporti dalla Cecenia vengono censurati e i giornalisti devono temere per la propria vita se osano scrivere liberamente. Le vittime per le quali questi coraggiosi giornalisti e attivisti si impegnano sono le vittime di guerra, di violenza e arbitrarietà ma anche i portatori di handicap, i bambini e chi è socialmente svantaggiato.

Una delle giornaliste perseguitate a causa delle sue ricerche sulla situazione in Cecenia è Elena Milashina. Pochi giorni fa Elenea aveva riportato che nel corso dell'estate decine di giovani uomini erano spariti. Il capo di governo ceceno Ramzan Kadyrov ha eretto un muro di silenzio attorno a tutto quanto riguarda la repubblica caucasica. Dietro a questo muro Kadyrov mantiene il potere grazie alla corruzione, la paura, la delazione, gli arresti arbitrari, la tortura e non ultimo grazie alla protezione garantita da Vladimir Putin. Migliaia di ceceni disperati sono costretti alla fuga dalla dittatura di Kadyrov. Secondo alcune stime, sono circa 3.000 i Ceceni che attualmente si trovano in Bielorussia e tentano di raggiungere l'Europa attraverso la Polonia. L'APM cerca di mantenere i contatti con molti profughi scappati in Europa, principalmente in Germania, e tutti raccontano della grande paura diffusa di essere spediti contro la propria volontà a combattere in Siria o in Ucraina. Dopo 20 anni passati in stato di guerra, molti dei profughi soffrono di gravi traumi e a tutti manca Anna Politovskaia. La giornalista era stata un'importante ambasciatrice della popolazione civile cecena le cui denunce venivano sentite anche a livello internazionale. Freedom House riporta che secondo i dati forniti dal Comitato per la tutela dei giornalisti di Freedom House, dopo la morte della Politvskaia altri 20 giornalisti sono stati uccisi e altri 63 sono stati vittime di gravi violenze.