L'aurora boreale sulle Alpi
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Nella serata di ieri, domenica 5 novembre, l'aurora boreale ha tinto i cieli di mezza Europa. L’insolito fenomeno, raramente presente alle nostre latitudini, è stato visibile per alcuni minuti in varie zone del Centro-Nord Italia e anche in buona parte dell’Alto Adige. Complice il cielo sgombro da nubi, molte webcam sparse sulle Alpi (Dolomiti comprese) hanno immortalato l'aurora boreale in direzione nord. Già lo scorso 25 settembre i bagliori polari sono stati avvistati nel Centro Europa e sulla cresta di confine con l'Austria.
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Il presagio del 1938
Per ritrovare un fenomeno del genere, bisogna risalire al gennaio del 1938, quando i cieli fino alle latitudini della Sicilia e del Portogallo si accesero con le luci di una aurora boreale generata da una intensa tempesta solare. Il massimo dell’attività si ebbe nei giorni 24, 25 e 26 gennaio 1938. Come risulta da molte testimonianze dell’epoca, in Europa l’aurora fu osservata dal nord della Scozia all’Austria orientale, dal Friuli a Gibilterra. Il mondo cattolico credette che il fenomeno fosse collegato con la profezia di Fatima.
L'evento fu descritto anche da Mario Rigoni Stern, ricorda Pietro Lacasella. Scrisse Rigoni Stern in "Le Stagioni di Giacomo": "La sera del 25 gennaio 1938 fu molto particolare. Era una sera fredda, piena di stelle, ma anche con nuvole strane verso nord, tirate da un vento alto da est a ovest. Dopo le otto l'orizzonte sopra le montagne a nord incominciò a tingersi di rosso, di un rosso cupo. In un primo tempo si pensò a un gigantesco incendio di boschi. Ma d'inverno? Con la neve? E perchè senza fumo? Il rosso diventava sempre più violento e si alzava via via a occupare il cielo. [...] I vecchi lo ritennero un brutto segnale, un avvertimento: quel rosso nel cielo per loro significava sangue, guerra. Il giorno dopo i giornali riportarono la notizia spiegando che si trattava di una aurora boreale, e che un fenomeno così, alle nostre latitudini, era rarissimo pure nel corso dei secoli. Una spiegazione che non convinse tutti: in Spagna la guerra civile causava morti e distruzioni infinite e questo era un segnale mandato dal Cielo: uomini siete ancora in tempo. Fermatevi!".
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Biennio solare
Come scriveva Il Post lo scorso maggio, nei prossimi due anni a causa d’una maggiore attività del Sole le aurore polari saranno visibili più di frequente in cielo e a latitudini più basse del solito, ovvero più a sud dei paesi scandinavi dove solitamente vengono avvistate le aurore in Europa. Le aurore boreali (nell’emisfero nord) sono dovute a grandi quantità di particelle emesse dal Sole le quali in parte raggiungono il nostro pianeta, un flusso continuo chiamato “vento solare”. La magnetosfera devia tali particelle, impedendo loro di arrivare direttamente al suolo (causando problemi ad esempio agli esseri viventi). A volte però il vento solare si rinforza, con una quantità molto più grande di particelle emesse che raggiungono la magnetosfera. Questo fenomeno deforma sensibilmente il campo magnetico e fa sì che le particelle riescano a raggiungere i due poli magnetici della Terra: per questa ragione le aurore sono visibili soprattutto in prossimità dei poli terrestri. È l’incontro tre le particelle solari e gli atomi di ossigeno e azoto a emettere fotoni, piccole unità di energia sotto forma di luce colorata.