Politica | Convenzione

“Pd, fatti da parte”

Il centrodestra unito sulla critica al documento finale della Convenzione prepara il terreno per le provinciali del 2018. Basterà per superare i vecchi rancori?
Centrodestra
Foto: Salto.bz

Ricucire l’unità del centrodestra, chiudere con i calcoli miopi e la lottizzazione interna, superare i dissapori, tornare ad essere un’alternativa credibile alla controparte politica. La teoria è una filastrocca imparata a menadito, sulla pratica c’è ancora da lavorare, ma “finalmente siamo un’unica voce”. A lanciare il messaggio, in una conferenza stampa congiunta, è una folta delegazione del centrodestra (eccezion fatta per la Lega), tutta compatta sulla relazione di minoranza alla Convenzione per l’Autonomia presentata da Maurizio Vezzali, membro dei 33, avvocato ed ex consigliere provinciale. Sono presenti, oltre a Vezzali, Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore), Enrico Lillo (Direzione Italia), Alberto Sigismondi (Fratelli d’Italia), Gualberto Ziglio e Patrizia Coletti (Forza Italia), Vitantonio Gambetti e Franco Gaggia (Nuovo Psi). Non ci sono ma partecipano alla causa il sindaco di Laives Christian Bianchi (arriverà a conferenza inoltrata), Marco GalateoRenato Stancher, Ivan Benussi, e Diego Salvadori. Assenti, seppur invitate, le agguerrite dame di FI Elisabetta Gardini e Michaela Biancofiore.

“Rispetto alle altre relazioni la nostra è quella sostenuta da più forze politiche”, non manca di evidenziare il consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore Alessandro Urzì. La critica alla Convenzione sembra aver messo tutti d’accordo. E ce n’è anche per il Pd: “Non ci dimentichiamo - afferma Urzì - che la Convenzione nasce su un ddl firmato anche dal Partito democratico, e sapevano esattamente a cosa sarebbero andati incontro, perciò non devono stupirsi, oggi, di come è andata a finire visto che hanno di fatto permesso un’occupazione militare della Convenzione stessa da parte dei secessionisti”.

Secondo Vezzali la relazione di minoranza rappresenta “una denuncia: si era partiti con l’obiettivo di intavolare una discussione per aggiornare lo Statuto di Autonomia e invece abbiamo assistito a una dichiarazione d’indipendenza”. E ancora: “Quando si parla di diritto all’autodeterminazione citando lo statuto dell’Onu si dicono delle baggianate perché non siamo in presenza di popoli oppressi. Ed è inutile correggere il tiro chiamandola autodeterminazione interna, perché quella c’è già e si chiama autonomia”. Vezzali giustifica le sue ripetute assenze (15 su 27) dalle sedute del Konvent per una sorta di “boicottaggio” messo in atto dopo che nel dibattito erano iniziate ad emergere “posizioni irricevibili”. Fra queste anche l’abolizione della Regione, dicono gli astanti, “un grave errore perché le due province da sole avrebbero poco potere contrattuale sia davanti allo Stato che all’Europa”.

In leggero ritardo fa la sua comparsa infine anche Christian Bianchi: “Stavo celebrando un matrimonio e mi è venuto da pensare che nella nostra terra i due gruppi linguistici, italiano e tedesco, sono come due sposi che devono trovare un equilibrio fra diritti e doveri per sublimare il loro rapporto in una sana convivenza. Nella Convenzione è mancata l’idea di portare avanti un percorso condiviso”. A settembre una proposta di revisione dello Statuto stilata dal centrodestra arriverà in consiglio provinciale e nel contempo inviata ai referenti nazionali Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Raffaele Fitto e Gaetano Quagliariello. Si scaldano dunque i motori in vista delle elezioni provinciali del 2018, in questo caso con un possibile alleato all’orizzonte: la Lega Nord.