Covid, nuovo balzo e riapre l’intensiva
Cinquantacinque nuovi casi positivi, 21 pazienti Covid-19 ricoverati nei normali reparti ospedalieri, un anziano di 80 anni, con patologie pregresse, curato nella terapia intensiva che torna in funzione dopo diverso tempo. Preoccupa il bollettino di oggi, mercoledì 7 ottobre 2020, sul coronavirus in Alto Adige, nonostante l’assessore alla salute Thomas Widmann abbia fornito in consiglio provinciale parole rassicuranti (“La situazione resta sotto controllo”). L’attenzione è puntata sulle nuove misure nazionali: mentre il Dpcm con gli interventi nel dettaglio slitta di una settimana, è in arrivo il decreto legge contenente la disposizione sulle “mascherine all’aperto”. In Alto Adige valgono invece gli obblighi della legge provinciale sulla ripartenza, ha ripetuto in Aula Arno Kompatscher, che nella conferenza Stato-Regioni chiederà modifiche alla quarantena: “Proporremo che ci si limiti ad un solo tampone negativo, invece che due”. Intanto Assoimprenditori e sindacati chiedono il rispetto delle regole “non solo nelle aziende ma anche nella vita privata”.
I passi a Roma
L’ultimo passo è l’approvazione, questa mattina alla Camera, della risoluzione della maggioranza sulle misure anti-Covid, passata con 253 sì e 3 no, nell’assenza dal voto dell’opposizione. Riguardo alle disposizioni che sta preparando il governo, il punto più noto contenuto nella bozza del decreto legge è quello sulle mascherine. I dpi diventano obbligatori, riassume l’Ansa, “anche all’aperto allorché si sia in prossimità di altre persone non conviventi”. Accanto alla proroga del distanziamento minimo (un metro) e dell’app Immuni, ci sono i paletti per le Regioni: potranno adottare “solo misure anti contagio più restrittive di quelle disposte dai dpcm del governo”.
Si tratta di punti che non valgono per l’Alto Adige, come ribadito dal Landeshauptmann. Dell’argomento si è dibattuto in consiglio provinciale nella sessione informativa in cui ha fatto capolino la questione del turismo invernale.
Widmann: focolaio a Sesto Pusteria
Widmann ha voluto rassicurare sull’interpretazione degli ultimi dati per il contagio: “Se a marzo venivano ricoverati in terapia intensiva 5-6 persone al giorno, e c’erano tanti asintomatici non considerati, oggi c’è per la prima volta di nuovo un paziente in terapia intensiva: ha più di 80 anni e patologie pregresse, ed è la prima persona ricoverata dopo tanto tempo. Oggi viene testato un numero di persone pari a 7-8 volte tanto quanto accadeva a marzo, quindi i dati sono migliori di quanto sembra. Questo non significa che la situazione non sia difficile: per esempio, a Sesto Pusteria ci sono troppe persone positive, potrebbe essere un nuovo focolaio e bisogna reagire velocemente: stiamo anche trattando con Roma per avere protocolli più snelli”.
Dato che il rischio aumenta con l’arrivo dell’inverno, è importante il rispetto delle regole (Thomas Widmann)
L’assessore alla salute prosegue citando la terapia intensiva, oggetto del piano di potenziamento coordinato dal ministero della salute: “I posti in terapia intensiva sono passati da 37 a 100, se si aumenteranno ancora si rischia di compromettere altri servizi, anche se si tuteleranno i pazienti oncologici”. Ancora, ha aggiunto, “oggi vengono utilizzate un numero di mascherine che sono 200-300 volte di più rispetto a marzo, ci si è attrezzati, ma non basterebbe in caso di una seconda ondata. Dato che il rischio aumenta con l’arrivo dell’inverno, è importante il rispetto delle regole”.
“Mascherina con sè, qui è già così”
Kompatscher, sempre dai banchi della giunta, ha confermato le sue valutazioni circa le novità da Roma. “Il decreto legge in discussione stasera nel consiglio dei ministri “è un po’ più rigido rispetto alla norma provinciale, ma non si è molto lontani, in quanto dovendo portare la mascherina nei locali pubblici, nei negozi, sui mezzi di trasporto è chiaro che bisogna avere una mascherina con sé. A volte però manca la disciplina, preoccupano le occasioni di ritrovo e feste private, da cui spesso partono nuovi contagi”.
Quarantena, occorre limitarsi ad un solo tampone negativo, invece che due: più persone si testerebbero senza temere di venire chiusi in casa (Arno Kompatscher)
Nella conferenza Stato-Regioni Kompatscher, sostenuto da altri governatori, dirà “che non ha senso un obbligo generalizzato di portare la mascherina, se non si hanno contatti con altre persone: questa posizione è condivisa da tanti”. In quanto alla quarantena, ci sarà la richiesta di modifica: “Sarebbe opportuno limitarsi ad un solo test negativo, invece che due: questo aumenterebbe la disponibilità a farsi testare senza il timore di venire chiusi in casa. Lo stesso Istituto superiore di sanità ne ha discusso”.
Stretta sugli après ski
Riguardo al turismo invernale, prosegue il lavoro di coordinamento con i territori confinanti alpini per definire “standard univoci a livello europeo ed evitare nuovi lockdown generalizzati”. “Il turismo invernale quest’anno sarà diverso: bisogna limitare eventuali attività a rischio, e per gli après ski ci saranno regole stringenti - ha aggiunto il governatore -. È già stato deciso che nei locali chiusi ci potranno essere al massimo 200 persone, e all’aperto 500, altrimenti si dovrà predisporre un apposito programma di sicurezza. Per le manifestazioni pubbliche invernali, come mondiali di sci o biathlon, varranno le disposizioni internazionali: è possibile anche che si debba rinunciare al pubblico”.
Industriali e sindacati: rispettate le regole
Dal fronte dell’economia arriva infine l’appello congiunto di Assoimprenditori Alto Adige, Cgil-Agb, Sgb-Cisl, Uil-Sgk, Asgb. “Le regole anti-contagio vanno rispettate sempre: sul luogo di lavoro, sui mezzi di trasporto e nel tempo libero, ognuno deve assumersi la propria responsabilità per se stessi e gli altri”. Un invito a prestare la massima attenzione “non solo in fabbrica, ma anche negli spostamenti in auto o sui pullmini aziendali” e in generale in tutto l’arco della giornata.