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I muralisti messicani a Bologna

Arriva in Italia la "mostra sospesa". 70 opere di Orozco, Rivera e Siqueiros che dovevano essere esposte in Cile 2 giorni dopo il golpe del 1973, e finirono nell'oblio.
Mostra Messico
Foto: Luca Martinelli

A Bologna, per la prima volta in Europa, è esposta fino al 18 febbraio una mostra degli anni Settanta dedicata ai muralisti messicani José Clemente Orozco, Diego Rivera e David Alfaro Siqueiros.

Non è l'Italia, però, ad essere in ritardo. Le 70 opere presentate a Palazzo Fava, infatti, fanno parte di quella che è conosciuta come la "mostra sospesa", quella che avrebbe dovuto inaugurarsi a Santiago del Cile il 13 settembre del 1973 e invece è finita nell'oblio per oltre quarant'anni, fino al 2015. Due giorni prima dell'apertura un colpo di Stato militare rovesciò il presidente Salvador Allende, precipitando il Paese sudamericano in una dittatura destinata a durare fino al 1990. Così le opere dei tre muralisti messicani, che erano di proprietà di collezionisti privati, la famiglia Carrillo Gil, non vennero mai esposte: imballate in 27 casse, rientrarono in Messico quindici giorni dopo, volando sullo stesso aereo con il quale raggiungevano l'esilio la vedova e le figlie di Allende.

La "exposivion pendiente" è tornata in Cile per essere allestita dopo 42 anni, e da allora sta girando tutto il mondo. A Palazzo Fava accanto alle opere sono esposte riproduzioni della locandina originale dell'evento cileno, numerosi articoli di giornale dedicati a quei fatti e copia delle missive inviate dal governo messicano per ricostruire la strategia messa in campo per recuperare opere che rappresentano un patrimonio nazionale, perché Orozco, Rivera e Siqueiros sono i muralisti più importanti del XX secolo.

La “mostra sospesa” arriva a Bologna grazie a Fondazione Carisbo e Genus Bononiae-Musei nella Città, unitamente al Museo d’Arte Carrillo Gil e alla società italiana Glocal Project Consulting. Le opere sono olii e disegni ad alto contenuto politico, che testimoniano, in modo efficace e coinvolgente, la poetica dei tre muralisti, emblema della modernità messicana nel mondo. Alcune sono molto attuali, come quella di David Alfaro Siqueiros intitolata "Caín en los estados unidos", dove Caino è un uomo di colore ucciso e trascinato come un animale da un insieme di maschere di uomini bianchi.

Alle opere esposte si affianca un’ampia documentazione dei murales originali, quelli realizzati in alcuni degli edifici pubblici più importanti del Paese, come il Palazzo di Governo o la sede del ministero dell'Educazione, a Città del Messico: moderne tecnologie di video animazione in alta definizione che consentono di ammirare e localizzare le opere principali dei tre muralisti.

“È una mostra che ha un fascino assolutamente unico perché alla sua indubbia bellezza si aggiunge il valore storico legato ad un periodo estremamente critico per tutta l’America Latina - spiega il prof. Roversi Monaco, Presidente di Genus Bononiae-Musei nella Città -. Siamo fieri di poter ospitare questa collezione per la prima volta in Europa grazie alla stretta collaborazione con il Museo Carrillo Gil”.