Politica | Per chi lavorano i dipendenti pubblici?

Operazione trasparenza

Non so voi, ma io continuo a chiedermi quali obblighi in termini di trasparenza hanno i dipendenti pubblici. Sempre più spesso si ha la sensazione che nella nostra Provincia i funzionari si sentano più responsabili verso i loro referenti politici (Assessori provinciali e comunali), piuttosto che verso la cittadinanza. Eppure esiste una vasta letteratura scientifica, che dimostra chiaramente una relazione inversamente proporzionale tra il grado di trasparenza della pubblica amministrazione e il fenomeno di corruzione. Fenomeno odioso e speriamo estremo.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

In materia di legislazione amministrativa le capacità ed opinioni della cosiddetta società civile sembrano arrivare sempre in ritardo, cioè quando i giochi sono fatti o le leggi sono scritte. Quale strumento rimane ai cittadini? In sostanza soltanto il ricorso. Chi lavora in pubblica amministrazione sa ben, che il legislatore confida, pertanto specula forzando la mano, sui tempi lunghi della giustizia amministrativa. Si potrebbe anche affermare, che si impiega sistematicamente un abuso di potere nascondendosi formalmente dietro una foglia di fico - il diritto al ricorso.

 

Bastano le solite commissioni e gruppi di lavoro?

In tutte le amministrazioni vengono formalizzate commissioni e gruppi di lavoro. Del resto questo strumento ha le sue giuste motivazioni, perché il lavoro interdisciplinare dovrebbe migliorare l'outcome – i risultati. Nella nostra Provincia in fase di regolamentazione, vengono coinvolti le associazioni ed organizzazioni, che lavorano attivamente sul territorio? Ad esempio, quando vengono decise le norme d'attuazione che influenzano il settore del Handicap, o del accesso al servizio sanitario delle fasce a rischio d'emarginazione, o del vattelappesca.

 

La mia esperienza personale, di cui racconterò presto anche in questo blog, mi suggerisce che così non è.

P { margin-bottom: 0.21cm; } In realtà la potente lobby del sociale, ambientale e dei diritti umani cerca in tutti i modi di entrare dalla finestra nei luoghi decisionali. Il baluardo contro le inflitrazioni della subdola società civile, apppunto l'amministratore pubblico, per garantire l'efficienza della macchina e per chiudere ad ogni sorta di conflitto d'interesse delle massaie e dei cittadini, convoca solo personale interno alla PA. E quando queste, non contente di aver sentito sulla propria faccia e sui propri connotati il sonoro schiaffo della porta (pubblica), il solito comitato civile cosa fa? Chiede di ottenere dati, cifre, protocolli, informazioni! Come osano? Allora i rappresentanti pubblici più scaltri o sensibili si trinceano dietro il famoso Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni (D.M. 28/11/2000), che recita al art. 11 comma 2 - Rapporti con il pubblico: “Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell'immagine dell'amministrazione. Il dipendente tiene informato il dirigente dell'ufficio dei propri rapporti con gli organi di stampa.

 

Sistema politico senza ricambio

Ritornando a scrivere seriamente, sono molto cosciente della difficoltà del singolo, bravo e competente dipendente della amministrazione pubblica, in questa Provincia. Dove 40 anni di “absolute Mehrheitspartei ed annessi” hanno plasmato tutte le alte cariche della amministrazione pubblica - una eredità che sconteremo anche nei prossimi 20 anni.

 

La spada di Damocle

E mi chiedo, il web due punto zero (salto.bz) potrebbe dare soluzioni anche in questo campo? Esistono dipendenti pubblici, dirigenti delle aziende pubbliche, che hanno il coraggio di sondare i limiti dell'articolo 11, comma 2? Cosa significa “... il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei cittadini ...”. Cosa possiamo fare per emanciparci dalla minaccia spesso soltanto di sanzioni a carico del dipendente e dirigente pubblico?

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Sebastian Felderer Mar, 04/09/2013 - 05:24

Proprio su salto stiamo vivendo ogni giorno le problematiche del nostro paese fatte in casa, perché salto dá la possibilitá alla gente di esprimersi. Facciamo tutti parte di un sistema politico e della rispettiva amministrazione pubblica. Ma per fortuna non siamo dipendenti. Da dipendente c'è poco spazio per interpretare articoli e comma, ma in certi ambienti la spada di Damocle é legata ad un filo assai fine. Un trasferimento o licenziamento é piú che mai imminente, se un dipendente non fila o sbaglia addirittura. Che il dipendente sia peró anche una persona civile con tutti i diritti e doveri ed anche con il coraggio necessario di dire la sua, specialmente in un sistema che necessita ricambio, ben venga. Il cammino peró fra impiego pubblico e vita privata non é poi neanche cosí semplice e facile da percorrere.

Mar, 04/09/2013 - 05:24 Collegamento permanente