Elogio all’invasore
Nel silenzio pressoché totale, il Senato approva in via definitiva la proposta di legge (S.1371), che istituisce la Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini. La data scelta non è casuale: il 26 gennaio, alla vigilia della giornata della Memoria per le vittime della Shoah e giorno in cui ha avuto luogo la sconfitta di Nikolajewka del 1943, evento che diede inizio alla disastrosa ritirata italiana di Russia.
La legge, promossa tra le stanze di Palazzo Madama con 189 voti favorevoli (compresi quelli dei tre senatori della Volkspartei), nessuno contrario e 1 astenuto, si presuppone lo scopo “di conservare la memoria dell’eroismo dimostrato dal Corpo d’armata alpino nella battaglia di Nikolajewka durante la seconda guerra mondiale, nonché di promuovere i valori della difesa della sovranità e dell’interesse nazionale”.
“Disgustoso e imbarazzante” è il commento della Freiheitliche Jugend che chiede ai senatori della SVP di scusarsi per il proprio voto. "Ogni paese ricorda i propri caduti, così come le diverse truppe militari celebrano le loro commemorazioni - scrive la giovanile in una nota -. Ma il fatto che in Italia nel 2022 una tale "Festa delle truppe" debba essere definita dal Parlamento e che gli Alpini di oggi non riescano a trovare un periodo migliore e più appropriato da celebrare degli anni del Fascismo e delle missioni che hanno portato avanti sotto il comando di Benito Mussolini, è scioccante".
Del parere diverso è la senatrice Julia Unterberger, che difende il voto del suo gruppo: “La legge era stata già votata alla Camera e tutta la maggioranza, di cui noi facciamo parte, ha votato a favore - risponde a salto.bz -. Non avremmo avuto nessun motivo per votare contro a questa giornata simbolica, anche perché - è quanto sostiene la Senatrice - gli Alpini non erano invasori, ma hanno fatto un’azione di salvataggio delle truppe italiane accerchiate in Russia. Considerare gli Alpini nostri nemici è una visione antiquata che va superata: non erano fascisti così come gli Schützen non erano nazisti e trovo positivo che ultimamente abbiano fatto alcune iniziative insieme”.
In realtà, gli scenari storici sono ben diversi da quelli menzionati dalla Senatrice, a partire dal ruolo stesso degli Alpini nel conflitto bellico. E che cosa ci facessero decine di migliaia di "Penne nere" in territorio russo a seguito dell'Operazione Barbarossa, l’offensiva nazista lanciata nel 1941 contro l’Unione Sovietica, lo ricorda lo storico trentino Francesco Filippi: “Gli Alpini, insieme a molti altri corpi del regio esercito, a invadere l’URSS ci andarono su ordine di Mussolini, che voleva partecipare ai progetti di aggressione hitleriani nella “guerra antibolscevica". I tedeschi - spiega Filippi in un post Facebook - pare manco li volessero, gli italiani: impreparati, casinari, demotivati. Ma Benito insistette molto, ed ebbe la sua guerra. Prima della ritirata del 1943 ci furono gli anni dell’occupazione dell’URSS da parte dell'Asse, dal giugno del 1941; anni in cui, nei territori sotto controllo nazifascista, prese il via l’operazione di “ripulitura” da ebrei e slavi delle terre destinate al Lebensraum nazista. Anni in cui ebbe inizio l’industrializzazione dello sterminio e l’applicazione della "soluzione finale” a milioni di ebrei che vivevano in Europa centrale. A ben vedere - prosegue lo storico - ogni giorno in cui i soldati italiani combatterono anche con eroismo sul fronte russo prima avanzando e poi ritirandosi, fu un giorno in più in cui i cancelli di Auschwitz rimasero chiusi sull’orrore. Gli Alpini - precisa Filippi - sono una parte fondamentale della nostra società: il loro impegno e altruismo in tutti i momenti in cui il paese ha avuto bisogno di loro, catastrofi naturali, crisi, emergenze, sono encomiabili e a mio parere vanno celebrati. Ma non attraverso un episodio che ricorda l’impegno fattivo degli italiani ("noi" italiani) nel sostenere in armi l’opera di morte dei fascismi europei. Non il giorno prima della giornata della Memoria. Gli alpini - conclude lo storico - meritano di più. La memoria italiana merita di più”.
A prendere parola anche Carlo Greppi, storico e autore de “Il buon tedesco”, che parla di “vergogna immonda”, riferendosi alla legge come “uno dei punti più bassi della storia della memoria pubblica italiana” e lanciando a sua volta un appello: “Se esistono alpini antifascisti e democratici, insorgano ora contro questa vergogna. Ogni metro difeso in quel “drammatico ed eroico episodio”, come peraltro in tutti gli altri di quella guerra d’aggressione, ha permesso ai cancelli di Auschwitz di restare sprangati. E alla guerra di mietere altri milioni - sì: milioni - di vittime”, conclude Greppi.
"Giornata nazionale della
"Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini"
Finde auch, dass dieser Gedenktag im Kapitel der ital. Geschichtsaufarbeitung noch gefehlt hat.
Ein Feiertag St. Josephi wäre mir lieber gewesen.
Das ist gelinde gesagt,
Das ist gelinde gesagt, einfach nur skandalös, was sich die Südtiroler Interessensvertretung, die SVP, mit ihrem Hintergrund und in ihrer besonderen Verantwortung, da in Rom angerichtet hat.
Auch die Aussagen und Schutzbehauptungen von Julia Unterberger in diesem Zusammenhang sind einfach nur unfassbar, unterirdisch.
Ich plädiere dafür: Eine Universität sollte in solchen Fällen das Recht haben, akademische Grade zu entziehen. So unwissend und geschichtsvergessen kann/darf man auch in den Rechtswissenschaften nicht sein.
Wir kennen alle die Problematik und den Umgang mit dem jährlichen Gedenktagtag am 10.02 bereits seit seiner Einführung. Nun ein weiterer Gedenktag dieser Art, ausgerechnet auch noch am Vortag zum 27.01. Einfach nur beschämend!
Selbstredend auch, dass Julia Unterberger dann auch noch meint, sich glaubhaft rechtfertigen zu können.
In risposta a Das ist gelinde gesagt, di △rtim post
Moechte mich dem anschliessen
Moechte mich dem anschliessen. Wirklich nur widerwaertig, dass Suedtiroler Parlamentarier fuer die Verherrlichung irgendwelcher italienischen Militaeroperationen stimmen. Ob Alpini oder nicht, spielt dabei die geringste Rolle, jedenfalls scheint es so etwas wie ein Schamgefuehl in den Reihen Jener, die hier abgstimmt haben, nicht zu geben.
In risposta a Das ist gelinde gesagt, di △rtim post
Julia Unterberger - Senatorin
Julia Unterberger - Senatorin/senatrice
auch wenn das hochoffizielle Italien allenha(l)lben Tauergemeinden bereits plant und redet. Liliana Segre lebt! Wenn auch exiliert aus Wahldemokratisches Italien; selbst Unterberger aus dem zachen Jammerland: gnadenlos
https://www.brennerbasisdemokratie.eu/?p=71697&fbclid=IwAR3nLn7RZiYLREt…
Die Julia Unterberger hat
Die Julia Unterberger hat entweder überhaupt keine Ahnung von Geschichte, oder es ist ihr vollkommen egal, welche Verbrechen unter dem Faschismus begangen wurden, so lange sie ihre Privilegien genießen kann. Mit ihrer erbärmlichen Rechtfertigung für ihr schändliches Wahlverhalten hat sie ihren nicht geringen Beitrag geleistet, die SVP für alle normal denkenden Menschen unwählbar zu machen.
In risposta a Die Julia Unterberger hat di Hartmuth Staffler
Italien hat eine grande
Italien hat eine grande maggioranza... es gibt kein kritisches Denken mehr, tutti avanti allegramente insieme, evviva il pensier' comune... ma soprattutto salviamo le poltrone!!
Haben die SVP-PolitikerInnen
Haben die SVP-PolitikerInnen einmal nachgedacht, bzw. in Geschichte wohl nicht geschlafen? 26. Jänner Alpini-Gedenktag Nikolajewka und 27. Jänner Holocaust-Gedenktag!
Questa polemica è assurda! Il
Questa polemica è assurda! Il provvedimento è stato votato da tutto il parlamento italiano senza un unico voto contrario. Tutti i parlamentari fascisti? Oppure è sbagliata la vostra interpretazione? Di certo non si voleva elogiare la guerra di aggressione di Mussolini, ma il sacrificio degli Alpini morti per aprire una via di fuga ai loro commilitoni. Lo si può leggere anche come statement contro la guerra , se non si preferisce aprire un dibattito tirato per i capelli. Inoltre non è certo compito di noi Sudtirolesi sindacare come e in quale giorno il parlamento italiano vuole celebrare il corpo degli Alpini. Rispettiamo le tradizioni italiane, come noi pretendiamo che vengano rispettate le nostre. Paradossale è che le accuse vengano proprio da quelli che accusano la SVP di alimentare tensioni etniche.
In risposta a Questa polemica è assurda! Il di Julia Unterberger
Der verzweifelte Versuch in
Der verzweifelte Versuch in einer der dunkelsten Zeiten europäischer Geschichte etwas Gutes zu finden.
Die hier Genannten waren genauso Mitläufer und Täter und somit Unterstützer des Faschismus zu jener Zeit.
In meinen Augen falsch verstandener Gruppenzwang, mit einer Enthaltung und entsprechenden Verweis bzw. Erklärung hätten man historisch ein besseres Rückgrat bewiesen.
In risposta a Der verzweifelte Versuch in di Stefan S
Und da haben Sie keine
Und da haben Sie keine Zweifel? Z.B. dass diese Alpini keine Freiwilligen waren, sondern junge Männer, die eben unfreiwillig ihren Militätdienst als Kriegsdienst abdiehnen mussten? Und das waren alles Mitläufer? Faschisten oder Sympatisanten?
In risposta a Und da haben Sie keine di Sepp.Bacher
"Und da haben Sie keine
"Und da haben Sie keine Zweifel?"
Ja ist klar, hinterher waren es lauter Widerstandskämpfer.
Mitläufer bleibt Mitläufer und die Ausreden und Erklärungsversuche sind vielfältig. Die wahren Beweggründe bleiben dem Mitläufer sein Geheimnis.
In risposta a "Und da haben Sie keine di Stefan S
Vielleicht gehen wir von
Vielleicht gehen wir von verschiedenen Annahmen aus. Ich gehe davon aus, dass man auch im Krieg Alpini wurde, weil man vom Militär einberufen wurde und sich nicht als freiwilliger zur Waffe gemeldet hat. Ich wurde zu Friedenszeiten zu Militärdienst eingezogen, ohne dass ich gefragt wurde, zu welchen Waffengattung und mit welchem "Incarico" ich kommen möchte. Das entschieden andere.
Deswegen nehme ich an, dass das im Krieg auch nicht viel anders war. Oder habe ich da ein wichtiges Detail überlesen? Ich weiß von meinen Onkeln, die - nachdem sie für Deutschland optiert hatten - obwohl ital. Staatsbürger zur Wermacht einberufen wurden. Der eine landete auf dem Balkan, der andere in Finnland, usw. - und das alles ohne ihr Zutun.
Wie kommen Sie darauf, dass genannte Alpini ".....Täter und somit Unterstützer des Faschismus" waren?
In risposta a Vielleicht gehen wir von di Sepp.Bacher
"Ich wurde zu Friedenszeiten
"Ich wurde zu Friedenszeiten zu Militärdienst eingezogen, ohne dass ich gefragt wurde, zu welchen Waffengattung und mit welchem "Incarico" ich kommen möchte. Das entschieden andere."
Und ich habe den "Dienst an der Waffe" verweigert und musste das schriftlich vor Gericht begründen, meine Brüder mussten 4 Jahre zuvor noch persönlich bei Gericht erscheinen. So ändern sich die Zeiten. Was ich damit meine, es gibt immer eine Möglichkeit sich einer sog. Pflicht zu entziehen wenn man anderer Überzeugung ist. Dem Staat zu dienen, also für die Gemeinschaft etwas leisten kann man auch ohne Waffen.
"Wie kommen Sie darauf, dass genannte Alpini ".....Täter und somit Unterstützer des Faschismus" waren?" Nicht jeder der zu dieser Zeit beim Militär seinen Dienst leistete war automatisch überzeugter Faschist oder Nationalsozialist und somit Täter. Bei diesem Thema sind sich ja auch oft die Historiker unseins wenn es um die Einteilung von Opfer/Mitläufer/Täter geht insbesondere weil ja auch im/nach dem Krieg immer viel geschichtliche/historische Verklärung betrieben wird.
Mit diesem Gedenktag werden alle Alpini von damals als Opfer gewürdigt und dies ist zumindest äußerst bzw. mehr wie zweifelhaft. War man doch auch an einem Angriffskrieg beteiligt.
In risposta a Der verzweifelte Versuch in di Stefan S
Es mag reizvoll sein, Julia
Es mag reizvoll sein, Julia Unterberger eh. Zeller, zur Erforschung und kritischen Gewiss- und Zukunftsvergessenheit gehört auch die wirkmächtige Tatsache: Auch das (pre- u. post)faschistische Italien hatte Krukkii di M.. ,auch, wenn uns die Tedeska di Tirolo da uns in Rom ganz unterirdisch listig mit alternativem Repertoire der Geschichts- und Wahrzeitserzählungen kommt.
Alle noch Alt- und Naturgynasiales besucht haben, haben auch hierzulande fragen gelernt auf Marienberg, Tirol, Maran, Bozen ...
Nein, Hochfrauliche Unterberger eh. Zellerin. Selbst im politischen Rom hat diesbezüglich ehrenwerterweise zumindest ein parlamentarisches Mandatträgerwesen anders gestimmt. Demokratie kann menschin nicht pausieren. Vgl. Ulrike Guérot
Zur Wahrheitserzählung italienischer Quelle:
"La storia degli Alpini inizia nel 1855, nella Guerra di Crimea, in cui onore una canzone di quei giorni è diventata inno degli Alpini valdostani, e si ammanta di “gloria” con i fatti della Prima Guerra Mondiale, sui quali si è fondata l’ancora attuale retorica fascista secondo la quale l’Alpino sarebbe un montanaro semplice, tenace, buono, coraggioso e patriottico, “valoroso difensore della Patria dal barbaro invasore austriaco”.
Peccato che nel 1915 sia stata l’Italia a dichiarare guerra all’Austria-Ungheria, mentre erano ancora alleate, e ad invadere i territori per mera brama di conquista.
La storia degli Alpini prosegue poi attraverso le atrocità della Guerra di Libia del 1911, attraverso i massacri della conquista dell’Etiopia del 1935, delle invasioni proditorie di Francia nel 1940, di Grecia e Jugoslavia nel 1941 e dell’Unione Sovietica nel 1942, fianco a fianco dell’alleato nazista, con tutti i crimini annessi e connessi.
La cronaca dei crimini contro l’umanità perpetrati in maniera cosciente e volontaria dall’Esercito Italiano è nutrita e corposa, non vi è spazio per la retorica degli “italiani brava gente” costretti alla guerra da un regime tirannico ed antidemocratico “non scelto, voluto e non appoggiato dalla maggioranza”, e comportatisi con “cultura superiore, senso di giustizia e comprensione umana” che ancora oggi domina la storiografia ufficiale italiana. Questa è mera propaganda nazionalista.
Il regime fascista ha in realtà goduto di un consenso popolare largamente maggioritario fino all’8 settembre 1943, ed i reparti dell’esercito non si sono mai ammutinati, nemmeno davanti agli ordini più odiosi. Inclusi gli Alpini.
Questa è Storia, suffragata da testimonianze e documenti incontestabili anche dal più cieco e fanatico dei negazionisti.
Lo Stato italiano, il suo esercito ed i singoli reparti di esso, non hanno mai pagato né fatto pubblica ammenda per questi crimini, eguali per gravità e diffusione a quelli commessi dai loro colleghi della Wehrmacht; anzi, si continua imperterriti a tacere, minimizzare e distorcere il racconto della Storia con queste menzogne auto-assolutrici.
Gli Alpini in questo non sono affatto diversi dagli altri corpi dell’Esercito Italiano; hanno commesso crimini atroci e non hanno mai rotto con il proprio passato, sul quale insistono a mentire e negare."
In risposta a Es mag reizvoll sein, Julia di △rtim post
*... gymnasalias
*... gymnasalias
In risposta a Questa polemica è assurda! Il di Julia Unterberger
Sollte dieser absolut
Sollte dieser absolut unsinnige, mehr als peinliche Entschuldigungsversuch tatsächlich von der Abgeordneten Julia Unterberger stammen, dann muss man wirklich an ihren intellektuellen Fähigkeiten zweifeln. Die Vorgänge im Zusammenhang mit den Gefechten bei Nikolajewka sind allgemein bekannt. Dort haben die Überreste einer deutschen Panzereinheit den in Panik flüchtenden Alpini eine Flucht aus der Umkesselung ermöglicht, obwohl die Alpini kurz davor den Kommandanten dieser deutschen Einheit, einen gewissen Karl Eibl, ermordet hatten. Ob die Frau Unterberger das wohl als Beispiel für den "sacricifio degli Alpini" empfindet? Si sollte sich wirklich schämen, aber das Wort schämen ist ihr wohl unbekannt.
In risposta a Sollte dieser absolut di Hartmuth Staffler
Die Geschichte der deutschen
Die Geschichte der deutschen und italienischen Patrioten scheinen sich sehr zu unterscheiden. Aber wo ist die Wahrheit? Und wie ist es mit den Lügen in Kriegszeiten? Möglicherweise stimmen beide verschiedenen Darstellungen nicht mit der damalige Realität überein!
In risposta a Die Geschichte der deutschen di Sepp.Bacher
Die Geschichte der deutschen
Die Geschichte der deutschen und italienischen "Patrioten", die gemeinsam die Sowjetunion überfallen haben, ist hier nicht wichtig. Was zählt, ist die Geschichte der Historiker, die diese dramatischen Ereignisse aufgearbeitet haben. Wer lesen kann und will, der lese die Geschichtsbücher. Wer glaubt, dass er wahre Geschichte nicht braucht, der braucht eben erfundene Heldengeschichten. Die Frage ist nur, was die entweder vollkommen uninformierte oder vollkommen charakterlose Frau Unterberger glaubt.
In risposta a Die Geschichte der deutschen di Hartmuth Staffler
Sie glauben, dass die wahre
Sie glauben, dass die wahre Geschichte von deutschen und/oder italienischen Historikern gleich sein müsste. Ich bin eher der Meinung, dass es in der Realität zwei oder mehrere Wahrheiten gibt, ohne dass das gewollt ist. Außerdem geht es auch um die Bewertung der Wahrheiten!
In risposta a Sie glauben, dass die wahre di Sepp.Bacher
Die Geschichte muss nicht von
Die Geschichte muss nicht von deutschen und italienischen Historikern gleich gesehen werden. Es gibt aber geschichtliche Tatsachen, die von allen Historikern weltweit gleich gesehen werden, weil sie einfach nicht zu leugnen sind. Das faschistische Italien hat am 23. Juni 1941 der Sowjetunion den Krieg erklärt. Das ist eine Tatsache, die kein Historiker leugnet. Das italienische Wirtschaftsministerium hat bereits die zu erwartende Beute in den Wirtschaftsplan für das Jahr 1942 eingerechnet. Das ist mit Dokumenten belegt. Mussolini hat zehn schlecht ausgerüstete und noch schlechter geführte Divisionen, insgesamt rund 250.000 Mann, in den Kampf gegen die Sowjetunion geschickt. Die Soldaten, großteils Alpini, waren arme Teufel, die ohne Skrupel geopfert wurden. Manche haben Kriegsverbrechen begangen, die Bevölkerung ausgeplündert, ganze Dörfer niedergebrannt. Einzelne haben auch Menschlichkeit gezeigt. Die sogenannte "Schlacht von Nikolajewka" ist besonders gut dokumentiert. Zahlreiche Alpini, die in Panik, großteils ohne Waffen, sich in Sicherheit bringen wollten, waren von regulären sowjetischen Truppen und Partisanen eingekesselt worden. Die Reste eine deutschen Panzereinheit öffneten den Alpini den Weg nach Westen, obwohl Alpini kurz zuvor den Kommandanten dieser Einheit, Karl Eibl, ermordet hatten. An seiner Stelle setzte sich der italienische General Reverberi auf ein deutsche Sturmgeschütz und führte unter dem Ruf "Tridentina avanti" den Ausbruch aus dem Kessel an. Es wäre angebracht, aller Opfer dieses Gemetzels zu gedenken, und nicht die Alpini zu Helden hochzustilisieren. Sie waren ebenso Opfer wie die von ihnen umgebrachten sowjetischen Soldaten und Zivilisten. Von 250.000 italienischen Soldaten sind nur 60.000 zurückgekehrt. Die anderen sind gefallen, nicht weil sie sich für die "Größe Italiens" aufopfern wollten, wie es auf den Kriegerdenkmälern steht, sondern weil sie für den Größenwahn eines Diktators in den Tod geschickt wurden.
In risposta a Die Geschichte muss nicht von di Hartmuth Staffler
Da stimme ich Ihnen voll zu.
Da stimme ich Ihnen voll zu. Ich kann mir nicht vorstellen, dass die meisten Alpini überzeugte Faschisten waren.
In risposta a Da stimme ich Ihnen voll zu. di Sepp.Bacher
Auch Zustimmung insbesondere
Auch Zustimmung insbesondere das immer gleiche Schema zieht sich wie ein roter Faden durch die Geschichte
"waren arme Teufel, die ohne Skrupel geopfert wurden."
Meist junge Mitbürger aus den unteren Schichten der Sozialleiter welche in den Frontenlinien als Kanonenfutter verheizt werden. Gruselig
In risposta a Questa polemica è assurda! Il di Julia Unterberger
Cara senatrice Unterberger,
Cara senatrice Unterberger, le posso garantire che io cittadino italiano-sudtirolese non sono affatto d'accordo con la celebrazione dell'invasione italiana in Russia, come sono convinto che non faccia parte delle tradizioni italiane invadere qualsivoglia Paese.
In risposta a Cara senatrice Unterberger, di Sergio Fratucello
"...come sono convinto che
"...come sono convinto che non faccia parte delle tradizioni italiane invadere qualsivoglia Paese.".... ma questa affermazione è proprio ridicola. Viviamo proprio in un territorio invaso dagli italiani. E questo ormai da più di 100 anni. Non vogliamo finalmente finirla?
In risposta a "...come sono convinto che di Quo Vadis Südtirol
Forse lei si riferisce ai
Forse lei si riferisce ai numerosi turisti italiani che ogni anno regolarmente invadono il nostro territorio. Per il resto il Sudtirolo è stato annesso all'Italia col trattato di Saint Germain e non ha avuto bisogno di invasione alcuna.
In risposta a Forse lei si riferisce ai di Sergio Fratucello
Geschichte scheint für manche
Geschichte scheint für manche Zeitgenossen immer noch die große Unbekannte zu sein. Italien hat uns am 23. Mai 1915 den Krieg erklärt (einer der vielen Aggressionskriege in den Geschichte Italiens), aber es ist Italien nicht gelungen, Südtirol zu erobern. Südtirol wurde nach dem Waffenstillstand von Italien militärisch besetzt, was man als Invasion bezeichnen kann. Annektiert worden ist Südtirol von Italien mit dem am 10. Oktober 1920 in Kraft getretenen Parlamentsbeschluss. Man muss mit Respekt anerkennen, dass die Sozialisten im Parlament entweder gegen die Annexion Südtirols gestimmt haben oder der Abstimmung ferngeblieben sind. Das haben heute viele, vor allem auch die italienischen Sozialisten, so es solche noch geben sollte, vergessen.
In risposta a Cara senatrice Unterberger, di Sergio Fratucello
Italien hat im Laufe seine
Italien hat im Laufe seine nicht besonders rühmlichen Geschichte immer nur Angriffskriege geführt (Kirchenstaat, Türkei, Österreich, Äthiopien, Spanien, Frankreich, England, Griechenland, Sowjetunion, um nur die wichtigsten von Italien angegriffenen Länder zu nennen.) Das gehört also sehr wohl zur italienischen Tradition. Am 23. Juni 1941 hat Italien der Sowjetunion den Krieg erklärt. Nachdem der Krieg gegen Griechenland so kläglich gescheitert war, hat Mussolini wohl geglaubt, sich gegen die Sowjetunion leichter zu tun.
In risposta a Italien hat im Laufe seine di Hartmuth Staffler
Gab es bei der Besetzung
Gab es bei der Besetzung/Kolonialisierung Albaniens, Libyens oder von Somalia keine Kriege? Oder wurden die Besetzungen widerstandslos hingenommen?
In risposta a Gab es bei der Besetzung di Sepp.Bacher
Die Aufzählung der von
Die Aufzählung der von Italien ausgegangenen Aggressionskriege ist natürlich unvollständig, weil es zu viele waren, um hier alle erwähnen zu können. Die Besetzung Albaniens ist zwar gewaltsam erfolgt, kann aber mangels Gegenwehr nicht als Krieg bewertet werden. Das heutige Libyen bestand aus den türkischen Provinzen Cyrenaika und Tripolitanien. Die Eroberung derselben fällt daher unter das Stichwort Krieg gegen die Türkei, auch wenn Italien dann noch 20 Jahre eines mörderischen, zuletzt auch mit Giftgas geführten Krieges gegen die Einheimischen gebraucht hat, um die eroberten und annektierten Provinzen zumindest teilweise zu beherrschen. Somalia fällt in die Reihe der zahlreichen Eroberungskriege, die Italien in Ostafrika geführt hat. Die Kommentarfunktion hier ist nicht dazu da, um historische Vorträge zu halten. Das steht ja alles in den Geschichtsbüchern. Es wäre daher gut, wenn diese unsägliche Unterberger einmal ein Geschichtsbuch in die Hand nehmen und vielleicht sogar lesen würde.
In risposta a Questa polemica è assurda! Il di Julia Unterberger
Frau Unterberger, Sie können
Frau Unterberger, Sie können ein ganzes Buch schreiben, um Ihr Abstimmungsverhalten zu rechtfertigen, es wird damit aber nicht besser. Einfach nur zum Schämen ...
Italien hat auch vor seinem
Italien hat auch vor seinem faschistischen Zeitalter bereit verbrecherische Angriffskriege geführt, genauer gesagt Italien hat in seiner Geschichte nur verbrecherische Angriffskriege geführt. Es ist falsch, alles nur dem Mussolini in die Schuhe zu schieben und die Italiener zu Heiligen zu erklären, genauso wie es falsch ist, den Hitler zum Alleinschuldigen und das deutsche Volk zu seinem Opfer zu erklären.
Ist das so?
Ist das so?
Schließlich ist die Südtiroler Volkspartei 1945 die aus Widerstandskämpfern begründete (einzig) von der amerikanischen Militärregierung annerkannte Interessensvertretung der Südtiroler-innen.
Eine solche Partei müsste aus ihrer DNA heraus, aus ihrem Eigen- und Selbstverständnis heraus also, hingegen sich nicht so selbst preisgeben und verkaufen.
"Cui bono?", fragt der Lateiner.