Società | senza dimora

Cos’è cambiato dopo la morte di Mostafa?

A fine aprile chiuderanno i dormitori per senza dimora e 200 persone verranno lasciate per strada. L’appello alle istituzioni per non ritornare al punto di partenza.
Coperta senza dimora
Foto: Salto.bz

La morte di Mostafa non ha scosso abbastanza coscienze.
Entro pochi giorni almeno 200 persone verranno lasciate a dormire per strada. Dopo il decesso per assideramento del giovane egiziano costretto all'addiaccio e la tardiva messa a disposizione di più posti letto per persone senza fissa dimora, ci ritroviamo anche quest’anno al punto di partenza. Una crisi (e non un'emergenza) da anni affrontata, quando affrontata, con dispendiose soluzioni usa e getta, senza alcuna progettualità e forme di intervento strutturale per far fronte a complesse situazioni che richiedono, al contrario, un approccio integrato e diversificato per ognuna di esse. Un lavoro che invece viene sempre di più lasciato a volontari e associazioni del territorio che tentano di far fronte a un welfare selettivo e galoppante. Tra questi anche gli attivisti e le attiviste di Bozen Solidale che oggi si appellano alle istituzioni affinché decine di persone non siano costrette a tornare a dormire per strada.

È possibile aderire all'appello scrivendo una mail a: [email protected]

 

Dopo la morte per assideramento di Mostafa, nel dicembre 2022, le istituzioni della provincia di Bolzano hanno adottato la politica del "Nessuna persona dovrà più dormire all'addiaccio". Anche se dopo un morto, e in drammatico ritardo, è stato comunque un primo passo per dare un minimo di dignità alle tante persone senza fissa dimora, migranti e non. 

I centri dove le persone vengono accolte sono spesso grandi capannoni o container e la promiscuità dei luoghi ha generato tensioni interne dovute, in particolare, ai differenti background di chi cerca una brandina per passare la notte. 

Anche chi è regolare e ha un lavoro è costretto a vivere nei suddetti dormitori in quanto risulta praticamente impossibile trovare un alloggio a Bolzano e dintorni; i prezzi di un affitto sono proibitivi ed essere migrante toglie le più flebili possibilità di essere scelti come affittuari.

Le strutture "Emergenza Freddo" ubicate tra Bolzano, Merano ed Appiano, chiuderanno il 30 aprile, tra poche settimane, lasciando per strada più di 200 persone che, oltre a dormire all'addiaccio, non avranno la possibilità di usufruire di servizi igienici e di un luogo dove riporre gli effetti personali. 

Chiediamo pertanto alle istituzioni di riferimento (Provincia, Comune di Bolzano, Comune di Merano, Comune di Appiano):

1. L'apertura annuale delle strutture in "Emergenza Freddo" che dovranno chiudere il 30 aprile 2023
2. Il superamento dell'accoglienza in capannoni e container e l'inizio di un percorso abitativo di piccole comunità (4/5 persone) in alloggi comunali e provinciali 
3. Un tavolo di lavoro tra istituzioni, associazioni e rappresentanti delle categorie agricole e alberghiere per discutere la possibilità di dare un alloggio con residenza ai lavoratori e alle lavoratrici che operano nei settori menzionati