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Il Pd dell’anti-show

Chiusura di campagna elettorale, a Bolzano, con il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani in una piazza Ziller assai poco affollata.

Se dovessimo basarci sull'indice di partecipazione popolare alle apparizioni dei “vip” nazionali in chiusura di campagna elettorale, Bolzano diventerebbe la nuova roccaforte della Lega Nord. Del resto, si sa, trucchi dialettici, populismo reazionario e spirito anti-establishment sono da sempre più assordanti rispetto a dialogo e dibattiti estenuanti.

Noi non facciamo gli show, non abbiamo le folle che riempiono le piazze, ma non è questo che conta”, ha caricato i suoi Luigi Spagnolli, con la proverbiale sicurezza, dal palco allestito in piazza Ziller per l’ultimo, fiacco, giorno di campagna elettorale insieme alla vicesegretaria del Pd e presidente della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani. Perché in effetti, tolti alcuni rappresentanti della “squadra” del centrosinistra, fra cui Mauro Randi, Nadia Mazzardis e l’immancabile Matteo Bonvicini, insieme al capolista Sergio Bonagura sul palco insieme a Spagnolli e Serracchiani, di uditori ce n’erano ben pochi, ieri, nello spazio allestito per l’occasione.

Le piazze piene e le vertigini propositive, come abbiamo spesso constatato, tuttavia, non sono necessariamente sinonimo di fiumi di voti a favore. Lo sa bene il sindaco uscente che non sembra affatto minacciato dagli 8 avversari del match elettorale e anzi ricorda ai suoi potenziali elettori quanto di buono fatto in questi anni: “sono quello che ha tenuto insieme la città, che si è impegnato a ricucire una frattura etnica che richiede tempo per essere rimarginata. Ora occorre proseguire sulla strada della crescita, rilanciare l’economia, dare lavoro ai giovani, creare speranza”. E se si nomina la speranza l’accenno alla situazione dei profughi è doveroso: “è facile dire ‘mandiamoli a casa’, ma il punto è che loro una casa non ce l’hanno. Il problema va risolto all’origine, nei paesi da cui queste persone fuggono, e per far questo c’è bisogno dell’intervento dello Stato e dell’Europa”.

È poi la volta di Debora Serracchiani che subito ricorda un aneddoto: “appena eletta mi diedero un consiglio, ‘non fare niente’, perché se hai amministrato bene è facile che non se ne ricordino, ma se invece fai qualche sciocchezza, se non hai accontentato qualcuno, sicuramente nessuno se ne dimentica”. Non è questa, però, puntualizza la governatrice del Friuli, la politica del Pd che è orientata al contrario verso il cambiamento, e il riferimento va subito alla nuova legge elettorale: “non bisogna sempre fare le cose che raccolgono un consenso immediato ma considerare i benefici a lungo termine”. Sulla scia di quanto detto martedì scorso da mastro Renzi, anche la vicesegretaria del Pd elogia il modello delle Autonomie: “le Speciali, se amministrate bene, sono un’utilità per il paese”.

Riguardo la questione dell’immigrazione Serracchiani spiega che nella sua regione si applica la cosiddetta “accoglienza diffusa”; 216 comuni si fanno carico di 10-15 persone ciascuno, una distribuzione che così organizzata, sottolinea la governatrice, contribuisce a mitigare anche la paura fra i cittadini. “Sono i migranti stessi, poi, - chiosa Serracchiani - a volersi rendere utili alla comunità, perciò fanno dei lavori gratuiti per il Comune, ma questo non diventi oggetto di strumentalizzazione”.

In ultimo l’appello al voto: “combattiamo l’astensionismo, convincete le persone ad andare a votare”, incita l’ospite di Spagnolli. Tutte quelle che sarebbero dovute essere oggi in piazza, sembra voler intendere davvero.