Economia | Kaufhaus

Business as usual

La mancanza di pluralismo fa male all'economia. E anche alla democrazia.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Dunque è ufficiale: l’intervento urbanistico sull’areale della stazione autocorriere di Bolzano lo realizzeranno gli imprenditori locali. Dopo il ritiro dell’imprenditore “straniero”, Renè Benko, rimane in pista, unica candidata, la cordata dei 36 (!) imprenditori altoatesini. Tra loro spiccano per importanza Pietro Tosolini, la maggiore società immobiliare del nostro territorio e Georg Oberrauch, gruppo commerciale dominante in città.

La cordata ha quindi ampie capacità e possibilità di realizzare il nuovo centro commerciale come da proprio progetto ed ha piú volte dichiarato di voler fare sul serio. Avremo un nuovo centro commerciale ed i proprietari saranno gli stessi di gran parte del centro storico e non solo. Un ulteriore rafforzamento dello “status quo” immobiliare, verso un oligopolio degli spazi commerciali in centro città. Sono queste le migliori condizioni per lo sviluppo futuro di Bolzano? Le esperienze ci dicono di no; il pluralismo é presupposto per l’innovazione economica e sociale. L’esito del bando per l’areale stazione autocorriere ci consegna al contrario una città piú chiusa, economicamente piú condizionata e meno pluralista. Tutto come prima, alles beim Alten, business as usual.

Premetto: si tratta del mio punto di vista e non intendo parteggiare nè per Oberrauch, nè per Benko.
Anni fa abitavo in centro, in via Dr. Streiter. Già allora evitavo il più possibile i portici, piazza Walther e i vari templi del consumismo e della mondanità dislocati in quella zona, i quali con i loro cristalli e le loro vetrine quasi dioramiche cancellavano sempre più i veri negozi al dettaglio, nei quali riconoscevi la persona che mi aveva servito la volta precedente.
Preferivo recarmi verso S. Oswaldo, il Talvera e altre zone più verdeggianti per trascorrere il mio tempo libero.
Per motivi di spazio mi sono trasferito in zona Europa, e debbo dire che più d'ogni altra cosa mi mancano gli incontri casuali con conoscenti che avvenivano in centro. Di certo non avvenivano in occasione di shopping tour, ma piuttosto perchè il centro è un crocevia di tragitti. la gente viaggia a piedi o in bicicletta, i ritmi sono più leggeri, lo sguardo è libero. Pensavo che un centro storico come quello di Bolzano meritasse un sistema di logistica (consegna merci, pulizia e gestione dello spazio pubblico) cooperativo, basato su un sistema ecologico invece dell'anarchia di furgoni che rischiano di travolgere pedoni e biciclette, ideato e pensato per aumentare la qualità della vita della gente, dei bambini, e perchè no, degli animali.
Invece trovo ancora oggi solo idee su come sfruttare ogni scampolo di terreno per edificare, lastricare, escludere chi non ha mezzi finanziari per giustificare - consumando e pagando - la propria presenza in centro.
Non abbiamo una classe politica - perlomeno a livello comunale - in grado di emanciparsi dagli interessi di questa o quella fazione, intendo soprattutto i costruttori che vanno per la maggiore insomma, quelli con molti mezzi a disposizione e con schiere di avvocati di grido a libro paga.
Liberalizzare non vuol dire lasciar fare tutto a chiunque; dovrebbe essere un modo democratico che abbia come scopo l'evoluzione della società, non di alcuni conti in banca che già straripano.
La popolazione non è stata educata a farsi coinvolgere, e questo porta acqua ai mulini dei soliti egemoni.
In questa terra la piovra si è inserita benissimo nel sistema, ne è diventata parte a molti livelli e possiede numerosi agganci, spesso dalla facciata lustra e di successo. L'arte di alzare cortine fumogene e di convincere il popolo bue dei vantaggi sociali di questa o quella soluzione è ammirevole.
Puah.

Ven, 08/08/2014 - 12:28 Collegamento permanente