SELfservice, ovvero il gigantesco imbroglio
Nell’intervista che vi proponiamo con Christoph Franceschini viene delineata per sommi capi la vicenda di uno scandalo che è, di fatto, il più grande dal dopoguerra in Alto Adige. Fino al 2012 mai nessun assessore provinciale si era dimesso, con l’eccezione di Remo Ferretti che nel 1993 concluse la sua carriera in seguito ad un intervento della magistratura.
Com’è noto lo scandalo riguarda più vicende collegate tra loro e in merito alle quali su Salto è stato scritto spesso. La pista centrale riguarda l’imbroglio legato al bando per le concessioni che è stato fatto nel 2005 ed ha riguardato 12 centrali Enel per la grande derivazione. La sentenza definitiva ha stabilito che l’ex direttore generale di SEL Maximilian Rainer e l’assessore provinciale allora competente Michl Laimer hanno cambiato le carte dopo la chiusura del bando, favorendo la vittoria di Sel in quasi tutte le concessioni. A questo proposito Laimer e Rainer hanno patteggiato una condanna per turbativa d’asta.
Il libro “SELfservice, Ein Südtiroler Skandal” esce per le edizioni Raetia e verrà presentato attraverso un dialogo tra Gerhard Mumelter e Christoph Franceschini che verrà ospitato lunedì prossimo 10 novembre dall’Hotel Laurin di Bolzano (inizio alle ore 18).
Christoph Franceschini, iniziamo dalla stretta attualità. L’ultimo colpo di scena in questa vicenda riguarda in questi giorni l’acquisizione da parte di SEL delle centrali Enel. Un affare da 400 milioni che a detta di tutti potrebbe favorire un soluzione del contenzioso.
Christoph Franceschini - Sì. Ma va premesso che stiamo parlando di 1 miliardo di euro e non di banane. E che c’è il contenzioso di SEL con AE-EW e Eisackwerk è ancora aperto e potrebbe portare alla perdita di tutte le concessioni da parte di SEL. L’eventuale fusione di SEL ed AE-EW potrebbe in effetti portare ad una soluzione del contenzioso, un soluzione politica e non giuridica.
Resterebbe però aperto il contenzioso con Eisackwerk.
Sì, e va ricordato che quello sollevato da Eisackwerk è stato in sostanza l’’inconveniente’ che ha fatto scoppiare lo scandalo. Frasnelli e Pichler, così come i comuni ed altri soggetti non pubblici, sono stati illegalmente penalizzati dalla ’SEL di Laimer’.
Frasnelli e Pichler erano estranei rispetto al sistema-politico economico che allora controllava tutto?
I cosiddetti potenti pensavano che avrebbero avuto ragione di questi privati in pochi minuti. Invece Frasnelli e Pichler hanno tenuto duro ed in hanno vinto in quanto nella sentenza SEL loro erano parte offesa. Lì la questione ha riguardato la centrale di San’Antonio, che i tecnici avevano assegnato ad Eisackwerk prima che la giunta provinciale cambiasse la graduatoria attraverso una procedura legittima ma molto discutibile.
In quel contesto ebbe un ruolo importante Barbara Repetto, l’unica in giunta ad essersi detta contraria alla decisione ‘politica’ ed invece favorevole all’indicazione degli esperti. In fase di votazione in giunta sia la Repetto che Tommasini uscirono nel momento della votazione, facendo mancare il loro voto. Per questo motivo furono durante l’inchiesta gli unici due a non essere indagati. E secondo me furono in quel momento gli unici due politici ad aver fatto la cosa giusta.
Lo scandalo SEL è stato in sostanza la pietra tombale di un'intera stagione politica?
Senz’altro. Senza questo scandalo Arno Kompatcher oggi non sarebbe Landeshauptmann e Philipp Achammer non sarebbe Obmann della SVP. Si sapeva che l’era Durnwalder stava finendo, ma per la sua conclusione era stato programmato un cambiamento soft. Le lobby sarebbero andate avanti come se niente fosse. Toccando i vertici del potere lo scandalo ha invece portato ad un forte disequilibrio nel mondo SVP.
A subire una sberla è stata soprattutto l’ala economica, che era pronta a prendere in mano la situazione.
Sì. E la grande paura invece ha consentito la nascita del ‘nuovo’.
Il potere editoriale degli Ebner come ha vissuto questa vicenda?
Loro hanno sempre fatto il doppio gioco. Come sempre Athesia ha incassato tanti soldi come pubblicità dalla SEL ed è stata in silenzio fino a quando lei stessa è stata protagonista del gioco energetico. Nel 2011 Athesia Energy è stata snobbata dalla SEL e allora dopo qualche mese lo scandalo ha iniziato ad uscire sul Dolomiten. Poi hanno cominciato a scrivere con un target molto preciso: il presidente Durnwalder che loro volevano mandare ‘in pensione’. Quando è risultato poi evidente che l’ex presidente della giunta non si sarebbe più ricandidato allora Durnwalder da un giorno all’altro è sparito dalla prima pagina del giornale. L’Athesia come sempre fa i suoi interessi, soprattutto affaristici. Lo si è visto anche per questo mio libro in merito al quale su Dolomiten non verrà scritta una parola, ma che però la libreria Athesia vende già addirittura in anticipo rispetto all’uscita ufficiale prevista per lunedì 10 novembre.
Com’è stata l’esperienza di scrivere un libro per Christoph Franceschini, giornalista abituato a scrivere articoli per quotidiani e ad inseguire gli ‘scoop’?
All’inizio non ero convinto di farlo, ero un po’ stufo e pensavo che forse anche la gente era un po’ stufa di sentire queste cose. Ma poi mi sono convinto e scrivendolo ho avuto consapevolezza della complessità e dell’importanza di quello che era successo. Come giornalista ti occupi sempre di cose parziali, anche piccole. Così quando ho messo insieme tutto sono rimasto scioccato per come era stata organizzata tutta questa cosa illegale. Sono stati infatti compiuti più passi coordinati nella stessa direzione. La cosa mi ha impressionato.
Chi sono stati i principali beneficiari di questo ‘sistema’? Chi ha lucrato economicamente e politicamente in questa vicenda?
Nello scandalo per le concessioni dicono che hanno fatto tutto ‘per la provincia’ e dunque per la gente. Ma non è vero, perché hanno fregato sia AE-EW e altre realtà pubbliche del territorio. Maximilian Rainer nel suo contratto di lavoro a SEL aveva fin dall’inizio una percentuale dell’utile di SEL.
Stiamo parlando di milioni?
No, di decine di milioni di euro. E nella vicenda invece della centrale Stein am Stein di Mezzaselva i manager pubblici hanno cercato di fare affari che privilegiassero le loro tasche personali e non quelle della SEL.
I politici intascavano anche soldi oppure solo potere?
Non è stato dimostrato che abbiamo intascato soldi, ma solo potere.
Ritorniamo al punto: lo scandalo SEL ha davvero provocato una rivoluzione positiva nel sistema politico-economico altoatesino?
Credo sia stato fatto un passo molto positivo. Quello di SEL non è l’unico scandalo che esiste e non è che gli scandali siano finitiora in Alto Adige, così come dappertutto. Però è la prima volta che politici e manager cadono dalle stelle alle stalle. È una cosa molto importnate ed un esempio per tutti i potenti. Fino allo scandalo SEL si era sempre detto che noi in Alto Adige eravamo i primi della classe. E, invece, come abbiamo visto, non era vero.
Dalle stelle alle stalle sono caduti, però, ‘solo’ Laimer e Rainer.
Anche il presidente Durnwalder senz’altro avrebbe preferito una diversa uscita di scena. È stato comunque uno schiaffo, anche violento, e questo fa in modo che oggi certa gente stia molto più attenta. Poi per la prima volta la giustizia locale ha mostrato imparzialità. Negli anni ’60 e ’70 era stata la mano forte dello Stato, poi ad un certo punto vi è stato un avvicinamento al potere locale che non ha portato frutti positivi.
Dal punto di vista della giustizia oggi la situazione è diversa?
Sì. Loro pensavano di avere in mano la giustizia ma hanno sbagliato, perché il nuovo procuratore generale ha dimostrato di non avere paura dei potenti.
Qual è l’esperienza fatta dal giornalista Christoph Franceschini in questa vicenda? Nel nostro panorama locale c’è ancora spazio per un sano giornalismo d’inchiesta?
Credo proprio di sì. Sono ottimista di carattere, mi piace fare questo lavoro. Non mi piacciono i moralismi e non sono giustizialista. Non ho alcuna aggressività e non auguro a nessuno di andare in galera. Penso che la caduta sociale dei responsabili di queste storie sia già la massima pena che a loro debba essere assegnata.