Società | terremoto

Vittime nelle vittime

Nonostante il forte terremoto, la Turchia continua a bombardare la Siria del Nord. La comunità curda di Bolzano si attiva per far fronte all'emergenza umanitaria.
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Foto: Croce Rossa
Dallo scorso 6 febbraio una serie di forti terremoti hanno devastato l’area dell’Anatolia, dalla Turchia al Kurdistan, passando per la Siria, con forti scosse avvertite fino in Palestina. Sono già 17.500 le vittime accertate, 70.000 i feriti. Molte persone risultano ancora sotto le macerie.
 
Le zona del Nord della Siria, controllata dai curdi e già martoriata dalle incursioni aree turche, e´ stata una delle più colpite ma nonostante questo, le violenze e le negligenze nei confronti di chi ha sconfitto le milizie dell’ISIS non accennano a fermarsi. La Turchia continua infatti a bombardare le roccaforti dello YPG e YPJ e il blocco unilaterale imposto da Siria e Turchia, con l’appoggio dai Paesi Nato, sta peggiorando una situazione gia` vicina al collasso.
 
È scandaloso che uno Stato della NATO stia esacerbando una catastrofe umanitaria
 
“La Turchia ha attaccato l’area di Tal Rifaat colpita dal terremoto. Gli sfollati curdi della regione di Afrin hanno trovato rifugio nell’area a nord di Aleppo — ha riferito Kamal Sido, esperto di Medio Oriente dell’Associazione Popoli Minacciati di Bolzano —. È scandaloso che uno Stato della NATO stia esacerbando una catastrofe umanitaria. Non c’è una parola di critica da parte degli altri Paesi della Nato”.
 

Se l’intero sistema di assistenza medica era già in rovina a causa della guerra civile in corso e degli attacchi siriani e russi, spiega l’Associazione, ora molti dei feriti non possono essere curati: "Le persone traumatizzate e al freddo sul posto stanno ora sopportando le conseguenze di questo blocco che dura da anni. Per rispetto alla Turchia, partner della NATO, il governo tedesco non ha permesso l’invio di aiuti umanitari nelle aree popolate dai curdi. Nelle loro dichiarazioni sul terremoto — prosegue Sido — i rappresentanti del governo tedesco nascondono questo fatto. Quasi tutti i valichi di frontiera nel nord della Siria sono sotto il controllo della Turchia. Non ci sarebbe bisogno di una decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per aprirli. Per i combattenti islamici e le armi moderne, questi confini sono sempre stati aperti. Ora bisogna finalmente far passare i rifornimenti umanitari per il nord della Siria e per tutta la Siria”.

 

Vista la catastrofe umanitaria in corso, la comunita` curda di Bolzano ha deciso di attivarsi e promuovere una raccolta di aiuti da destinare alle località`curde più colpite e dimenticate. Il punto di raccolta sarà una sala della Chiesa Cristiana Evangelica di via Achille Grandi 22, in zona industriale a Bolzano.

Il materiale da donare deve essere nuovo o in ottimo stato per donne uomini e bambini. Ogni pacco donato deve riportare scritto il suo contenuto.

Sono richiesti:

– Scarpe / Giacche / Guanti / Abbigliamento invernale in genere / Abbigliamento intimo
– Assorbenti / Pannolini / Biberon / Latte in polvere e alimenti per bambini
– Coperte / Tende / Materassini per tende / Sacchi a pelo.


Sara´ possibile lasciare eventuali pacchi da lunedì´al sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 oppure aiutare nel garantire una presenza fissa durante la raccolta, contattando il numero 3452653240. E` possibile contribuire con una donazione attraverso il conto corrente dell’Associazione per i popoli minacciati, Cassa Rurale di Bolzano (IBAN: IT42 E 08081 11610 000306002242, causale: “Emergenza terremoto / Erdbebenhilfe”) oppure supportare direttamente i soccorritori della Mezzaluna Rossa impiegati sul campo (attraverso donazione sul sito, una donazione immediata PayPal, oppure un bonifico bancario su c/c: BANCA ETICA - Conto: 16990236 - Intestato a: MEZZALUNA ROSSA KURDISTAN ITALIA - IBAN: IT53 R050 1802 8000 0001 6990 236 - Causale: Terremoto).