Roba da donne...

Spesso in questo periodo si sente parlare di stereotipi di genere, di sessismo, ma quando si prova ad approfondire l'argomento, spesso ci si avvita in altri stereotipi, giù, sempre più giù...viviamo a bagno in una cultura che vede e rappresenta le donne in una forma diversa da quello che sono. Cosa fare per cambiare? E' solo una questione che riguarda le donne?
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Non dovrebbe riguardare solo le donne, occuparsi di formare una cultura di genere, un rispetto della differenza, una consapevolezza del valore delle donne nella società. Eppure... Eppure ci si ritrova sempre a parlarne tra donne.

Siamo il 51% della popolazione, ma siamo rappresentate politicamente dal 27% tra parlamento e senato (anche se tutti i partiti sventolano un 30%...ma hanno dovuto arrotondare per eccesso). Siamo il 12% nei consigli di amministrazione delle società partecipate e ai vertici delle aziende private. Il 2% di chi dirige le agenzie di pubblicità è donna, il resto maschi.

Le donne mature sono sparite dalla televisione pubblica, oltre che dalla privata dove non ci sono mai state. Secondo i dati Censis del 2010, su 100 donne che appaiono in TV il 45% non parla, il 53% parla di moda, bellezza e diete, e solo il 2% viene interpellata per il proprio impegno politico e sociale.

Ieri uscendo di casa, ho sentito per sbaglio la pubblicità di un noto detersivo per lavastoviglie. Garantivano l'efficacia 1.000.000 di donne, anche se a casa mia e di tante amiche la lavastoviglie ormai è roba da uomini.

Una ricerca del Comune di Torino racconta che nei libretti della scuola dell'infanzia, le donne vengono sempre rappresentate con grembiule e zuppiera. Siano esse figure umane o animaletti. Gli uomini sono sempre in poltrona con giornale e occhiali. Ma quante donne oggi hanno una zuppiera in casa? E quante donne "nutrono" la famiglia facendo il loro ingresso "trionfale" con la zuppiera in mano in sala da pranzo? Nessuna.

150 bambini di scuola dell'infanzia sono stati sottoposti ad un'indagine. Gli hanno mostrato un orsetto asessuato, con il grembiule. Chiè? Risposta "una mamma". Sempre lo stesso orsetto asessuato con giornale e occhiali. Chi è? Un papà. Poi un orsetto asessuato, che legge il giornale, e ha una collana. Chi è? Un papà che per farsi bello si è messo una collana.

Ma le mamme di questi bambini leggono il giornale e i papà spesso cucinano, e come può succedere allora? 

Succede che la rappresentazione della realtà, la realtà se la mangia. E così si costruiscono gli stereotipi. Fin da bambini.

Poi questi bimbi crescono e vedono pubblicità di donne sempre accondiscendenti, in atteggiamenti di grande disponibilità. Ma questi ragazzi hanno coetanee che si laureano in medicina, nel numero di 13.500 l'anno, contro 6.500 maschietti. E così condiscendenti non sono.

Sempre gli stessi maschietti però si fanno l'idea che le donne gioiscano per questo o quel detersivo. Molti uomini e donne, considerano "normale" che il concorso di Miss Italia, occupi la prima serata del canale nazionale della televisione. Non percepiscono che l'uso di botox e chirurgia plastica, non sono una "libera scelta" ma costituiscano il burqa dell'occidente, perchè quella stessa scelta, si forma su una base culturale ben precisa, che attraverso vari mezzi "passa" un'immagine della donna che non è attuale, non corrisponde alla realtà.

Tutto ciò non è solo "roba da donne". L'AAA donne cercasi in campagna elettorale, passa anche da qui, da una responsabilità collettiva che uomini e donne devono avere per costruire una cultura di genere, fin dalla prima infanzia. L'educazione di genere, dovrà diventare disciplina nelle scuole, questo ci sta dicendo l'Europa. Questo dovremo impegnarci a fare.