Cronaca | Il corteo fascista

La marcia su Roma

Il 7 gennaio migliaia di fascisti hanno sfilato nella Capitale, concludendo la giornata con i saluti romani. I media nazionali, però, non l'hanno considerata una notizia.
Corteo fascista
Foto: Ansa

"Tra svenimenti e travasi di bile, a sinistra cercano di spiegarsi le immagini del corteo di #AccaLarentia parlando di fotomontaggi e fake news. Mi dispiace cari, le immagini parlano chiaro, ieri c'era un popolo in marcia. Stiamo arrivando". A firmare questo commento, l'8 gennaio, è Davide Di Stefano, romano, già responsabile nazionale del Blocco Studentesco e quindi responsabile comunicazione di CasaPound.

 

Peccato che quelle immagini, che ritraggono la marcia fascista che si era tenuta a Roma il giorno prima, benché rilanciate dall'agenzia ANSA (con un video pubblicato domenica 7 gennaio, alle 19.52), non abbiano fatto il giro d'Italia: solo il quotidiano "Il Tempo", ad esempio, ha deciso di metterla in copertina, lunedì 8 gennaio, ricordando nel titolo i motivi della manifestazione (una commemorazione per i tre giovani morti di fronte ad un sede del Movimento sociale italiano, "Acca Larentia 40 anni dopo") e sottolineando le caratteristiche della mobilitazione ("Dolore, commozione e saluti romani").

Questo silenzio è pericoloso, ed è terribile e temibile la scelta dei media di non porre domande (alle istituzioni preposte), di non cercare risposte, di non far percepire ai lettori, ai cittadini, i rischi di un ritorno al passato

 

A chiudere il corteo, aperto da un drappo, "Onore ai camerati caduti", ci sono furgoni con lampeggianti, appartenenti a uno dei corpi di Polizia o dell'esercito (i Carabinieri).
Chi ha autorizzato la manifestazione, che si è chiusa con centinaia di persone impegnate in un saluto romano collettivo?

Sul sito del ministero dell'Interno, l'evento non esiste. E nemmeno tra "i fatti del giorno" sul portale della Questura di Roma. La sindaca della capitale, che il 6 gennaio aveva twittaro gli auguri di compleanno ad Adriano Celentano, non ha trovato modo di prendere le distanze dalla manifestazione che si era svolta nella città che amministra.

 

Questo silenzio è pericoloso, ed è terribile e temibile la scelta dei media di non porre domande (alle istituzioni preposte), di non cercare risposte, di non far percepire ai lettori, ai cittadini, i rischi di un ritorno al passato. Sarebbe bastata, in prima pagina, una fotonotizia del corteo, l'aspetto militaresco dei militanti fascisti in fila per 7 lungo le strade della Capitale. "Ieri c'era un popolo in marcia. Stiamo arrivando" ha scritto su Twitter Davide Di Stefano. Tra meno di due mesi si vota per le Politiche, e CasaPound non resta alla finestra, come già è accaduto alle ultime tornate delle elezioni amministrative.

 

Ce ne possiamo accorgere, prima che sia troppo tardi? L'unica condanna netta è arrivata al momento dall'ANPI romano, che nel suo comunicato ha spiegato in modo chiaro "che cosa non va": "I saluti romani e le simbologie usate durante l'evento vanno contro le leggi e la Costituzione della Repubblica Italiana e richiamano a quei principi di intolleranza, violenza, sopraffazione e oppressione che hanno contraddistinto una delle pagine più buie della storia dell'umanità". Per questo, spiega il comitato provinciale dell'Associazione nazionale partigiani "non ci stancheremo di pretendere dalle Istituzioni competenti, Prefetto in primis, il rispetto della Costituzione e delle leggi Scelba e Mancino".