“Non succedeva da 10 anni”
Non è il proselitismo creato dall’attivista svedese Greta Thunberg a riempire piazza Magnago a Bolzano questa volta, ma il lavoro. Un lunghissimo serpentone di persone (circa 4mila) che da ponte Talvera armato di fischietti colorati, cartelli e bandiere ha attraversato il centro storico fino in piazza Magnago davanti ai palazzi della Provincia finora sorda davanti alle richieste dei dipendenti del pubblico impiego. Le istanze sono quelle ormai note: il rinnovo del contratto (scaduto ormai da tempo, in certi comparti ormai da 20 anni) e il recupero del potere di acquisto degli stipendi che ha subito una perdita di oltre il 10%.
Tra la folla c’è anche Petra Nock, coordinatrice per il pubblico impiego all’interno del sindacato Asgb: “Chiediamo un adeguamento netto delle retribuzioni, che significa un aumento salariale di non meno del 10%, visto che il costo della vita continua ad aumentare. 2 milioni di euro all’anno per il 2019, 2020 e 2021, così come attesta il disegno di legge sulle variazioni del bilancio provinciale, per 42mila dipendenti pubblici dell’intercomparto non bastano, non è nemmeno l’equivalente di un caffè a testa, ma scherziamo?”. Eppure per i dirigenti pubblici i soldi si sono trovati, è la vecchia storia del due pesi e due misure, prosegue Nock, “in quel caso sono stati tirati fuori 8,9 milioni di euro, e l'aumento in busta paga è stato di 500 euro al mese”.
Lotta dura
Il corteo si muove compatto marciando al costante e prolungato suono dei fischi. Volano slogan di sessantottina memoria “Se non cambierà lotta dura sarà”. “Siamo valore pubblico” dice un manifestante, “vogliamo solo ciò che è giusto” tuona un altro. In piazza Magnago sale la protesta, mentre le rappresentanze sindacali fungono da capopopolo. “Fuori” è l’urlo unanime rivolto verso i palazzi del potere locale. “È la manifestazione dei dipendenti pubblici più partecipata degli ultimi 10 anni” certifica Angelika Hofer, segretaria della funzione pubblica della Cgil.
2 milioni di euro all’anno per 42mila dipendenti pubblici dell’intercomparto non bastano, non è nemmeno l’equivalente di un caffè
“Sono 10 anni che la politica trascura i dipendenti pubblici, nonostante essi siano la forza lavoro più ingente della Provincia - ricorda Agostino Accarino della segreteria Cgil -. Parliamo non solo di impiegati provinciali ma della Asl, dell’Ipes, delle case di riposo, della Camera di commercio, si va dalla sanità al sociale, insomma. Nessuna decisione verso un miglioramento delle condizioni di lavoro è arrivata finora dai piani alti dell’amministrazione provinciale, solo promesse, ed è ora di passare ai fatti. Le persone che lavorano qui dentro - dice Accarino indicando la sede del consiglio provinciale - sono state elette dal popolo e devono rappresentarlo, ciò significa che devono provvedere al loro benessere e a quello delle loro famiglie”.
A dare supporto ai dimostranti si affacciano le opposizioni, dai Verdi (“i lavoratori hanno ragione”) a Team Köllensperger (“questa piazza piena è un chiaro segnale alla giunta provinciale”) a Sandro Repetto del Pd che promette di farsi “promotore della causa in Provincia affinché a queste dipendenti e a questi dipendenti pubblici non vengano date le briciole”. L’uomo social della Lega ed esponente della maggioranza Massimo Bessone scatta foto con lo smartphone e puntualizza: “Non è il mio ambito di azione in giunta, io mi occupo di altro perciò non posso fare promesse, ma fino a qualche tempo fa mi trovavo dall’altra parte e conosco bene la problematica, va tutta la mia solidarietà a queste persone”.
Una risposta dalla politica
Il presidente Arno Kompatscher è a Roma a incontrare il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli per discutere della spinosa questione della concessione A22, ma già lo scorso martedì nella conferenza stampa di giunta aveva assicurato che le risorse per il pubblico impiego si troveranno con l’assestamento di bilancio. In ogni caso una delegazione delle sigle sindacali impegnate nella contrattazione collettiva, Asgb, Cgil-Agb, Sgb-Cisl, Uil-Fpl, Ago Sag, è stata ricevuta, dopo la manifestazione, dai capigruppo in consiglio provinciale, insieme all’Ufficio di Presidenza.
“Abbiamo portato il messaggio della piazza alla politica - riferisce Marisa Mantovan della Cisl - la volontà di aprire la contrattazione con l’obiettivo di un aumento di stipendio c’è, sulle modalità non c’è però ancora la quadra, l’ultimo incontro del 28 marzo non era stato positivo, abbiamo appreso dalla stampa che ci ritroveremo attorno a un tavolo il prossimo 30 aprile e ci auguriamo di cominciare a sbloccare questa situazione”.
Per i sindacalisti la perdita di potere d’acquisto deve essere colmata prima di differenziare tra qualifiche professionali. Inoltre è necessario che i soldi disponibili siano dichiarati prima delle trattative e va considerato che a breve ci sarà un’ondata di pensionamenti, e che già è difficile trovare personale per le sostituzioni, sottolineano i delegati. Per quanto riguarda l’Agenzia provinciale di contrattazione collettiva è stato chiesto che sia indipendente e composta da esperti con competenze specifiche, anche decisionali. I rappresentanti della maggioranza, ribadendo l’intenzione di avviare la trattativa, hanno tuttavia precisato che questa settimana si interverrà solo con un adeguamento tecnico del bilancio, con 100 milioni di euro per tutti i capitoli, la decisione definitiva avverrà con l'assestamento di luglio.