Politica | Regione

Die Leiden der jungen Chiara Avanzo

Dopo la questione delle polizze vita pagate con soldi pubblici la presidentessa del Consiglio regionale risponde sulla mancata fusione dei comuni del Tesino.

Manca meno di un anno al “cambio della guardia” nella Regione Trentino-Alto Adige. Dalla primavera 2016 le riunioni del Consiglio regionale si terranno a Bolzano, il presidente della Regione sarà Arno Kompatscher e Thomas Widmann prenderà la presidenza dell'assemblea.

Magari il conto alla rovescia lo starà facendo anche Chiara Avanzo, che ha cominciato all'insegna del basso profilo la sua esperienza in Consiglio a ottobre 2013 e adesso si trova spesso chiamata in causa in prima persona. La giovane Avanzo (classe 1980) si è dovuta districare fra vari grattacapi locali: la chiusura del centro diurno di Cinte Tesino, il mancato finanziamento dell'attesa variante del Tesino, l'acceso dibattito sull'ospedale di Borgo Valsugana. E poi questioni più ampie quali la restituzione dei vitalizi degli ex consiglieri regionali e per ultime la polizza vita pagata dalla Regione per i consiglieri e la mancata fusione dei comuni in Tesino.

Nel mezzo l'onore di essere nominata vicecoordinatrice dei presidenti dei Consigli regionali italiani.

Venendo alle questioni più recenti, la Avanzo farà un passo indietro sulla copertura pubblica della polizza vita per i consiglieri regionali. In un primo tempo era previsto che la Regione pagasse i due terzi del premio per la copertura assicurativa dei consiglieri, ma il giro di polemiche ha fatto cambiare idea alla presidentessa. Che sta continuando, sul solco tracciato da Diego Moltrer, nella battaglia per chiedere la restituzione dei vitalizi non dovuti (almeno su un piano politico e legato alla situazione sociale, dal punto di vista giuridico è un altro discorso).

Nel post referendum del 7 giugno Ugo Rossi ha strigliato chi non ha capito la ratio della fusione dei comuni. Nello spiegare il no della sua Pieve Tesino la Avanzo dà sfoggio di un già ben assimilato politichese. Di seguito il testo della sua risposta, inframmezzato da qualche commento ed annotazione irriverente.

«La grande affluenza al referendum per la fusione dei Comuni – scrive - e il risultato raggiunto di quindici accorpamenti su diciannove proposti, testimonia la bontà del progetto politico amministrativo portato avanti con determinazione dal Presidente Rossi e dall’assessore Daldoss per una più razionale gestione del territorio. Una politica che ho sempre condiviso e della quale mi ero fatta carico già nella mia esperienza di Amministratrice, quando iniziai a parlare della necessità di condividere i servizi nel 2005.

Proprio sulla mia terra vorrei soffermarmi, su quella mancata fusione del Tesino che tanto sta facendo discutere. A Pieve Tesino ha prevalso il no per il 63,49%. L’esito del voto non mi ha sorpresa perché in queste settimane in molti mi avevano manifestato la loro contrarietà, superiore alle numerose e condivisibili ragioni del si. Le persone hanno evidentemente inteso il processo di fusione come troppo veloce (ma non ti eri impegnata dal 2005 su questo fronte? ndr), dove le idee si sono scontrate invece che confrontate: si è avuta la sensazione che da questo percorso si potesse arrivare ad uno svuotamento dei comuni più piccoli in favore di quello più grande.

Ma le ragioni del no vanno analizzate e affrontate e non sterilmente condannate, per capire tutti insieme se il progetto può essere corretto e rivisto (Unendosi con chi? Con Lamon e Sovramonte? Potremmo già proporre il candidato sindaco, Benno Kusstatscher, arcigno difensore delle genti alpine ;-) ndr) in modo da far superare i dubbi e le perplessità di chi ha votato per il no a questa fusione.

La legge prevede che ora subentri comunque una gestione associata dei servizi. Questo vuol dire che, anche senza Comune unico, Castello, Pieve e Cinte dovranno sedersi ad un tavolo e ragionare insieme. Il mio auspicio è che questa sia l'occasione per ragionare davvero insieme come Comunità, per comprendere che le cose comunque dovranno cambiare (ma in 10 anni non sei riuscita a spiegarlo ai tuoi paesani? ndr). Solo lavorando in accordo gli uni con gli altri potranno essere garantiti i migliori servizi ai cittadini, con una condivisione delle risorse equamente distribuite sul territorio per il bene dell'intera Conca. Se oggi non possiamo guardare ad una unica realtà, dobbiamo però comunque pensare ad un futuro unico della valle, un futuro ineludibile dove i tre paesi saranno chiamati a lavorare insieme per il bene di ciascun abitante.

Sono convinta che sarebbe opportuno evitare quello che sta avvenendo in questi giorni, ovvero la contrapposizione tra sostenitori del si e sostenitori del no come uno scontro tra due fronti. I buoni contro i cattivi. I migliori contro i peggiori. Gli innovatori contro i conservatori.

Così facendo si evidenziano le differenze invece che esaltare i motivi dello stare insieme. Questo risultato negativo può essere superato da una nuova progettualità. Ne ho già parlato con il Presidente Rossi e c’è la volontà di lavorare e approfondire le motivazioni che hanno portato al fallimento di questo progetto per provare a proporre le correzioni necessarie (qualche ungulato in più per i cacciatori di Pieve? ndr) per portare il Tesino ad essere una realtà unica che in prospettiva è la dimensione migliore per la nostra terra».