Società | L'indagine

Con il gioco d’azzardo non è finita

Fenomeno ancora molto diffuso in Alto Adige, rileva il Forum Prevenzione. Aumentato il gioco online durante il lockdown. I comuni: “Serve una chiara legge nazionale”.
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Foto: Pixabay

“Uno rimane giocatore per tutta la vita, anche quando smette”, raccontava qualche anno fa a salto.bz Mario riguardo la sua condizione. Il punto è che di dipendenti dal gioco d’azzardo ce ne sono ancora molti in provincia di Bolzano. Lo attesta un’indagine del Forum Prevenzione (in collaborazione con il Consorzio dei Comuni), a cui hanno preso parte 99 comuni altoatesini. L’obiettivo, dell’indagine, spiega Peter Koler, direttore della Onlus, è stato quello di “evidenziare le misure di contrasto adottate dai municipi per ridurre o limitare l’offerta di giochi d’azzardo e conoscere in quanti comuni è stata applicata la legge sulla distanza dei 300 metri dai luoghi sensibili. Inoltre si è voluto constatare quali sono state le difficoltà e i dubbi che i comuni hanno trovato nel far rispettare questa legge provinciale e la loro valutazione rispetto all’efficacia delle misure legislative adottate. Altro obiettivo è stato quello di raccogliere ulteriori bisogni e suggerimenti in merito e rilevare le attività di prevenzione e sensibilizzazione messe in atto nei vari comuni”.

 

Lo stato delle cose

 

Dalla consultazione emerge che ci sono 714 macchinette in 89 luoghi; nel 40% dei comuni c’è almeno una macchinetta, mentre 59 comuni affermano di non averne nessuna sul loro territorio. Dal 2014, anno dell’ultima rilevazione, fino al 2019 c’è stato un incremento dei punti vendita di Gratta e Vinci che sono passati da 154 a 168. In quanto all’applicazione del distanziometro solo in 37 comuni su 99 sono state eliminate le macchinette da gioco applicando la legge dei 300 metri dai luoghi sensibili. Alla domanda sulla legge nr. 13 del 22.11.2010, se le misure legislative siano state sufficienti per ridurre il fenomeno del gioco d’azzardo sul territorio comunale, per la maggioranza dei comuni sono state abbastanza sufficienti mentre per 8 di loro queste misure sono state molto adeguate. 16 comuni non sono stati in grado di valutare questa legge e per 12 invece questa legge è poco adeguata per ridurre il gioco d’azzardo.

 

 

Il timore degli amministratori

 

Sul fronte dei Comuni l’esigenza manifestata è quindi quella di una norma nazionale che limiti effettivamente il gioco d’azzardo, una legge chiara e ineccepibile che possa essere attuata senza dare spazio a ricorsi. Relativamente agli aspetti legali, capitolo che interessa maggiormente i responsabili comunali, si registra una rilevante ed effettiva insicurezza ma anche un relativo bisogno di informazione. Il dilagare del fenomeno del gioco d’azzardo online viene percepito come una problematica preoccupante dagli amministratori locali; il timore diffuso è che soprattutto nel periodo del lockdown, in cui i giochi sulla rete fisica sono stati sospesi, molti giocatori siano passati al web, complici le restrizioni al movimento, l’aumento del tempo libero, le ore passate in casa e l’isolamento sociale. Stando ai dati dell’Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco (Agimeg) il poker, nella sua versione a torneo, per esempio, ha fatto registrare a marzo 2020 una spesa in crescita del +123% rispetto allo stesso mese dello scorso anno (si è passati da 7,2 milioni a 16,1). La spesa per i casinò online a marzo 2020 è stata di 94 milioni, contro i 72,6 milioni dello stesso periodo dello scorso anno, per una crescita del +29,5%.

 

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Karl Trojer Ven, 06/12/2020 - 09:45

Da das Glücksspiel zu oft Einzelpersonen und ganze Familien in den Abgrund reißt, es eine Droge ist, müsste es gesetzlich ähnlich anderen Drogen behandelt werden. Den Empfehlungen von Peter Koler, dem Präventionsexperten, sollte Folge geleistet werden. Auch volkswirtschaftlich dürfte das Glücksspiel eher ein Verlustgeschäft sein, stellt man den daraus eingenommenen Steuern die sozialen und gesundheitlichen Folgekosten gegenüber.

Ven, 06/12/2020 - 09:45 Collegamento permanente