Tagliare bandiere
Mi fa venire in mente una mattina di sabato quando, qualche anno fa, andai dal fioraio per comprare un fiore al mio co-portavoce Sepp Kusstatscher. Lui era ancora al Parlamento Europeo ed era su tutti i giornali italiani come l’europarlamentare più diligente. Aveva collezionato il maggior numero di presenze in parlamento di tutti i deputati italiani! Andai quindi a comprargli una primula per festeggiarlo come “prim(ul)o della classe”.
Dal fioraio – ero in un paesino della Bassa Atesina – chiesi se per caso avessero un nastro verde per poter abbellire il fiore per Sepp. “Hm”, rispose la fioraia, “difficile, non ho nastro verde. A meno che …”, le venne l’idea, “non usiamo il nastro tricolore e tagliamo via il rosso e il bianco. Che dice?”
Ero entusiasta e facemmo così.
Mentre tagliava (esattamente come lo vediamo sui manifesti della “Südtiroler Freiheit”) le venne da sorridere e, un po’ sottovoce, mi confidò: “Sa, normalmente ci chiedono sempre di tagliare via la parte verde…..”
Das ist Südtirol. Ein bisschen Italien, wenns gar zuviel wird, kann man im Notfall auch weg schneiden.