Bruno cacciato?
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Sgomberare lo storico Centro Sociale Bruno nel quartiere Piedicastello di Trento per ospitarvi i senzatetto per l’emergenza freddo. In quanto “il Centro sociale non ha alcun titolo per rimanere all'interno dello stabile nel quale ha sede e questa non è una valutazione politica. La situazione impone alla società Patrimonio del Trentino di procedere con la liberazione dei locali, evitando che si configurino profili di responsabilità di diversa natura”. Fanno discutere le dichiarazioni dell’assessore provinciale trentino al patrimonio Simone Marchiori (PATT) sul centro sociale di via Lungadige San Nicolò, per cui è previsto l’abbattimento per la “riqualificazione urbanistica” dell’area ex Italcementi. Il Comune aveva garantito la propria disponibilità a trovare una soluzione alternativa, ma ora la Provincia preme per destinare l'immobile a funzioni sociali, “come quelle legate all'emergenza freddo, con l’obiettivo di offrire un ricovero ai senzatetto. Una funzione in linea con l'impegno nel volontariato sociale svolto dal Centro sociale Bruno, che risponde così a un'esigenza sociale”. Il Comune, a detta di Marchiori, non si sarebbe espresso sulle “spese per la messa a norma dell’edificio a carico di Palazzo Thun (sede del municipio di Trento, ndr)”. Anzi, “il Comune non è interessato ad intervenire in un’area il cui destino è segnato, in quanto l'intervento sarebbe oneroso”.
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Marchiori rispondeva a sua volta a una presa di posizione dell'amministrazione comunale di Trento. Il Comune, ritenendo “l’impegno nel volontariato sociale e culturale del Centro Bruno un valore da non disperdere”, aveva infatti chiesto alla società proprietaria dell’immobile Patrimonio del Trentino “di non procedere alla demolizione, tanto più che i progetti sull’area ex Italcementi non sono ancora completamente definiti”. In attesa di trovare una collocazione alternativa alle attività del Centro sociale prima della demolizione “la cessione in comodato al Comune dell’immobile è stata ritenuta non praticabile in ragione della transitorietà della situazione. Per questo è stato concordato di non procedere alla demolizione in questa fase di passaggio salvaguardando così l’attività del Centro sociale senza precludere i progetti futuri di sviluppo urbanistico dell’area”.
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Bruno maggiorenne
Replicando a Marchiori, l’assessora comunale Monica Baggia si dice sorpresa che la Provincia “si preoccupi all'improvviso dei senzatetto della città e pretenda che il Comune si accolli le ingenti spese di messa a norma di un immobile provinciale”. Mentre dalle pagine del quotidiano online IlDolomiti si fa sentire anche il Bruno: “Non ci stupisce questa affermazione di Marchiori – spiegano dal centro sociale – Facciamo presente che su quell'area non c'è al momento nessuna ipotesi progettuale e quindi parlare di demolizione dell'immobile è assurdo. Anche ci fosse, il Bruno può coesistere con qualsiasi edificazione dell’area. Piaccia o non piaccia, il Bruno proprio il 10 ottobre ha compiuto 18 anni ed ormai è parte integrante del tessuto sociale, culturale e politico della città. E Piedicastello è il suo quartiere ottimale”. Infine, i militanti del Bruno trovano che sia “alquanto irritante parlare di emergenza freddo quando la Provincia sta smantellando un sistema di accoglienza e non fa nulla per garantire dignità e diritti alle persone senza casa. Nel nostro piccolo proviamo a dare risposte politiche accogliendo in diversi modi questi bisogni e lottando per bloccare gli sfratti e ritornare ad un sistema di accoglienza diffuso".