Film | Recensione

A scuola tutti bene

Un giorno di ordinaria follia in un istituto di recupero per ragazzi problematici nel Regno Unito degli anni ’90: Steve, il film di Tim Mielants con un Cillian Murphy stellare.
Steve
Foto: Netflix
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    Steve è il film che non ti aspetti di vedere scodellato su Netflix e invece eccoci qui. Il piccolo dramma indipendente, diretto da Tim Mielants, ha come protagonista un ispiratissimo Cillian Murphy con cui il regista belga torna a lavorare dopo l’ingiustamente trascurato Small Things like These (2024). 

    Cos’è 

    Il film è ambientato nel Regno Unito, nell’arco di una giornata del 1996 in una scuola di recupero per adolescenti in difficoltà e con tendenze violente. Preside di Stanton Wood è Steve (Murphy), un uomo tormentato e con un problema segreto (che poi così segreto non è) di alcol e droghe che deve gestire una scuola sottofinanziata e cronicamente a corto di risorse.

    Lui e il suo staff, che include la psichiatra Jenny (Emily Watson), la vice-preside Amanda (Tracey Ullman) e la nuova insegnante Shola (Little Simz), cercano come meglio possono di mantenere l’ordine nel caos permanente disinnescando conflitti potenzialmente esplosivi e sedando risse ma al contempo prendendosi grande cura degli allievi, i dimenticati della società. Fra loro c’è Shy (Jay Lycurgo), il più enigmatico di tutti.

    Nel giorno in questione, mentre all’istituto arriva una troupe televisiva locale per girare un servizio, gli insegnanti apprendono che l’edificio scolastico è stato venduto all’insaputa del personale e che la scuola sarà chiusa entro la fine dell’anno. Nello stesso momento Shy riceve una telefonata dalla madre e dal patrigno, che gli dicono di non voler avere più nulla a che fare con lui.

  • (c) Netflix

  • Com’è

    Il rischio di farne un frappè di retorica era dietro l’angolo ma grazie a una sceneggiatura piena di intuizioni – adattata da Max Porter, autore di Shy, romanzo del 2023 da cui è tratta la pellicola – Steve evita accuratamente la trappola. A tutto il resto pensa Cillian Murphy che si carica sulle spalle il film con intensità silenziosa, grazia ed estrema misura, abitando letteralmente il suo personaggio. Una calma apparente in verità, poiché Steve riflette i problemi di aggressività dei suoi studenti – come loro è segnato e braccato da traumi passati, diviso tra la dedizione verso i ragazzi e la battaglia quotidiana contro se stesso e contro gli altri.

    Mielants penetra lentamente dentro un sistema educativo al collasso per mostrare quanto sia complicato e logorante sopravvivere al suo interno e cosa significhi operare nell’incertezza precaria che ogni giorno può portare con sé. In questo senso l’ambientazione temporale è significativa, pone l’attenzione sulle politiche neoliberiste del Regno Unito degli anni '90 che hanno progressivamente smantellato i servizi sociali nel Paese.

    Il film è teso, carico di inquietudine, è uno sguardo adrenalinico e crudo all’interno della scuola, con la camera a mano che si muove nervosamente fra i corridoi, in cui risuona musica rap e drum and bass, riverberando l’instabilità estrema dei suoi personaggi. Nel terzo atto il ritmo rallenta per approdare a un finale lasciato aperto all’interpretazione e si chiude su una nota altissima. Steve racconta una storia profondamente umana, una fetta di vita reale, non cerca di alleggerire il colpo e non offre consolazione. Niente che non si sia già visto, certo, e nondimeno un pezzo di cinema straordinariamente autentico e commovente.